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giovedì 25 novembre 2021

Archeologia. Polibio e Diodoro raccontano vicende di Sardi, Cartaginesi e Romani. Tante cose non quadrano. Articolo di Rolando Berretta.

 Archeologia. Polibio e Diodoro raccontano vicende di Sardi, Cartaginesi e Romani. Tante cose non quadrano

Articolo di Rolando Berretta.



Nel cinquantennio dal 480 al 430 a.C. Cartagine è assente, militarmente, dalla scena internazionale. Dopo la disfatta di Imera fu fatto un trattato con Gelone di Siracusa; una clausola doveva contenere questa imposizione. Passati questi 50 anni Cartagine si precipita a Sant’Antioco e la fortifica. L’Archeologia dovrebbe testimoniarlo.

Nel 442 a.C. Diodoro ci ricorda la pace che regnava ovunque, Sicilia compresa. Cartagine rispetta il trattato fatto con Gelone, e qui abbiamo la conferma della lunga pausa ricordata da Giustino che è seguita alla morte di Amilcare.

Ricordiamoci dell’anno memorabile, di Tito Livio, il 429 a.C.: -Cartagine, destinata a diventare il maggior pericolo per Roma, per la

prima volta portò un esercito in Sicilia-.

Già in passato ho segnalato che l’esercito dovrebbe essere arrivato a Sulki. SLC o SCL?

Passiamo al sommario del libro XVII di Livio.

Il console  Lucio Cornelio (Scipione anno 259 a.C.) combatté con esito fortunato contro i Sardi, i Corsi e Annone comandante dei Cartaginesi. Su questo episodio, comprensivo della presa di Olbia, gli storici danno pareri discordi. Sarà lo stesso Livio, nel sommario del libro XX, a chiarire l’arcano:

-Avendo i Falisci ripreso la guerra (241 a.C.), furono sconfitti in una campagna di sei giorni e si arresero. Fu dedotta la colonia di Spoleto (241 a.C.). Allora per la prima volta fu condotto un esercito contro i Liguri. Fu domata una ribellione di Sardi e Corsi.-

Se i Sardi e i Corsi si sono ribellati qualcuno deve averli sottomessi.

A questo punto si va a controllare Zonara (in rete si trova l’originale, a stampa, del 1564).

https://books.google.com/books?id=PbphAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=zonara&hl=it&newbks=1&newbks_redir=1&sa=X&ved=2ahUKEwiKwrGvmLH0AhWWQ_EDHaMLAlYQ6AF6BAgEEAI

Per quello che ci riguarda troviamo: Manlio Torquato, al comando dell’esercito romano, a combattere contro i Falisci, sotto Faleri (Civita Castellana) pag. 76 seconda parte (Aulo Manlio Torquato Attico collega di Quinto Lutazio Cercone (Battaglia delle Egadi) . // i Romani ebbero la Sardegna senza combattere// Lucio Lentulo e Quinto Flacco contro i Francesi (Galli). Poi contro i Liguri e contro i Corsi// ..differita la guerra  Cartaginese, non volendo i Sardi loro obbedire, furono assaltati dai Romani e vinti. Poi i Romani si divisero, in tre,  per evitare che Sardi, Corsi e Liguri si dessero una mano. Postumio Albino contro i Liguri, Spurio Carvilio contro i Corsi e Publio Cornelio Edile in Sardigna. Carvilio con un terribile fatto d’arme soggiogò i Sardi: Carvilio e gli altri soldati morirono di pestilenza. Partiti i Romani si ribellarono di nuovo i Liguri e i Sardi. Fu mandato contra i Liguri Quinto Fabio Massimo e, in Sardigna, Pomponio Magno. I Cartaginesi, essendo, come autori di quelle guerre, giudicati nemici, fu loro imposto che dessero denari e lasciassero tutte le isole come de Romani… Contra i Sardi, che da capo tumultuavano furono mandati ambedue i Consoli, Marco Malleolo e Marco Emilio, fecero gran bottini: i quali bottini furono levati dai Corsi, come ivi pervennero. Di nuovo guerra ai Sardi e ai Corsi. Marco Pomponio fece venire i cani per seguire le orme di quelli che si nascondevano nei luoghi cavernosi e molti ne trasse fuori. Gaio Papirio cacciò i Corsi dalle pianure e li sospinse sui monti. Avrebbe perso molti uomini per la sete ma, avendo trovata l’acqua, costrinse i Corsi ad arrendersi.

Segue la morte di Amilcare in Spagna e la guerra contro gli Illiri…

A questo punto vorrei attirare la vostra attenzione sull’utilizzo dei cani. Erano segugi che dovevano seguire le piste, invece, vengono descritti come belve assetate di sangue umano etc etc.

Consoli 240  Gaio Claudio Centone e Marco Sempronio Tuditano

             239  GaioMamilio Turrino e Quinto Valerio Falto

             238  Tiberio Sempronio Gracco  e Publio Valerio Falto

             237   Lucio Cornelio Lentulo Caudino e Quinto Fulvio Flacco

             236    Publio Cornelio Lentulo Caudino e Gaio Licinio Varo

             235    Tito Manlio Torquato    e  Gaio Atilio Bulbo

             234     Lucio Postumio Albino  e  Spurio Carvillo  Massimo Ruga

             233     Quinto Fabio Massimo Verrucoso e Manio Pomponio Matone

             232     Marco Emilio Lepido  e  Marco Publicio Malleolo

             231     Marco Pomponio Matone e Gaio Papirio Masone

             230      Marco Emilio Barbula   e   Marco Giuno Pera

             229      Lucio Postumio Albino   e  Gneo Fulvio  Centumalo.  Guerra con gli Illiri

Per avere un quadro completo, inseriamo ora la rivolta dei mercenari contro i Cartaginesi, estesa all’isola della Sardegna (sempre Sulki).

Un decennio di Storia scritta, solo, con Zonara. Si scopre che Agrone, e poi sua moglie, governavano sui Sardiani: gente dell’Illiria. Tito Manlio Torquato, che sottomise la Sardegna e Lucio Cornelio Scipione, quello di Olbia, sono ignorati da Zonara. Quest’ultimo descrive gli Specchi ustori di Archimede. Premesso che una simile arma non sarebbe sfuggita all’attenzione ne di Polibio e né a quella dell’esercito romano. (Nessun accenno nella sfilata trionfale di Marcello ricordata da Livio). Aggiungiamoci la metamorfosi dei cani segugi!

Passiamo a Diodoro, siamo nell’anno 377 a.C.

XV 24...in seguito, scoppiata una pestilenza fra gli abitanti di Cartagine ed essendo  la  malattia molto violenta, molti Cartaginesi perirono ed essi rischiarono di perdere l’egemonia. Si ribellarono i Libici, spinti dal disprezzo; si ribellarono gli abitanti della Sardegna, ritenendo che quello fosse il momento giusto per attaccare i Cartaginesi: si misero d’accordo e li assalirono. Nello stesso periodo colpì Cartagine una sventura mandata dagli dei. Avvenivano in città continui immotivati disordini, esplosioni di timore, tumulti prodotti dal panico: molti balzavano fuori dalle case con le armi in pugno, come se i nemici fos­sero penetrati in città, e, combattendosi fra loro come nemici, uccidevano al­cuni altri ne ferivano. Infine, placata la divinità con sacrifici e liberatisi con pena dai mali, sconfissero tosto anche i Libici e riconquistarono l’isola.

XV 25 Mentre ciò accadeva ..i Romani inviarono in Sardegna 500 coloni cui avevano concesso l'esenzione dai tributi.

Consideriamo che i Romani toglievano parte del territorio ai popoli sconfitti, e questo mdiventava proprietà del Popolo Romano. Sul quel territorio Roma mandava coloni e fondava città. A questo punto non si capiscono i Trattati, ricordati da Polibio, dove si vieta ai Romani di fondare città in Sardegna e in Africa.

Ho ricordato, inoltre, la ribellione dei Sardi contro i Cartaginesi nel 377. Poi quella della Sardegna contro i Romani. Verrà, poi, quella degli Iliensi e delle truppe ausiliarie (dell’esercito romano) dei Balari. Queste ribellioni hanno tutte un elemento in comune: la peste. Sembra che i Sardi non gradissero certi regali.


Immagine della carta geografica da Wikipedia

 

1 commento:

  1. Scrive Rolando Berretta
    Zonara parla di Scipione a Olbia. Ho ricontrollato

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