Archeologia della Sardegna. Nuraghe Lugherras, Paulilatino.
Costruito nella Sardegna centro-occidentale, ha mole imponente e riuso come tempio in epoca punica e romana. Il nome deriva dalle migliaia di lucerne votive ritrovate nella sua torre principale, che in epoca punico-romana fu adattata a santuario di Demetra e Kore, dee della fecondità. E’ uno dei ben 110 censiti nel territorio di Paulilatino, sorge sul ciglio di un pianoro, tra bagolari e querce, a circa sei chilometri dal paese, raggiungibile dalla provinciale 11 in direzione Bonarcado. Un tempo fu edificio strategico a otto torri. Nel 1906 fu scavato dal Taramelli. E’ un nuraghe polilobato, con tre sezioni erette in periodi diversi. In origine era un monotorre realizzato nel Bronzo recente (XIV-XII secolo a.C.); attorno al mastio, tra Bronzo finale e inizio età del Ferro (XII-IX a.C.), fu costruito un bastione con tre torri angolari, raccordate da sinuose cortine murarie, che racchiudono un cortile; una quarta torretta fu aggiunta come rinforzo, modificando lo planimetria, detta ‘a tancato’. In una terza fase, in piena età del
Ferro, l’intero complesso fu circondato da un antemurale pentagonale con quattro torri, collegate da cortine rettilinee, oggi in parte crollate, in parte interrate e ricoperte da vegetazione. Il mastio si eleva su due piani, costruito con grandi blocchi di basalto appena sbozzati e disposti in filari orizzontali. La pianta è circolare, con diametro di tredici metri e mezzo; l’accesso è sormontato da un poderoso architrave con finestrella di scarico. Varcato l’ingresso, incontrerai un corridoio che conduce alla camera al pianterreno: è intatta, alta nove metri e coperta a tholos, con due ampie nicchie laterali. Nella parete destra del corridoio si apre un’altra nicchia, sulla sinistra, il vano scala, di cui restano pochi gradini. In origine saliva a spirale sino all’andito del primo piano (oggi crollato) e poi alla camera, illuminata da un finestrone che si affaccia sul cortile. Restano anche tracce di un’altra rampa che portava a un secondo piano. Al bastione quadrilobato accederai da un ingresso architravato sulla cortina orientale. Al centro si trova il cortile a mezzaluna, un tempo lastricato, ora circondato da pareti leggermente aggettanti, alte sino a dieci metri. Dal cortile accederai, oltre che al mastio, alle tre torri laterali, tramite lunghi corridoi coperti. La torre sud-orientale presenta una camera a pianta ellittica: dalle sue pareti partiva una scala che conduceva a una camera al primo piano e (forse) agli spalti del bastione. Poco prima dell’ingresso alla torre nord-est si apre un pozzo profondo dieci metri. Intorno al complesso, all’interno dell’antemurale, si trovano i resti di un villaggio di capanne circolari. A circa 500 metri, sorge la tomba di Giganti di Vidili Piras, caratterizzata da una rara stele quadrangolare. Il sito fu abitato dai nuragici sino a fine VI-inizio V secolo a.C., quando cadde in mano dei cartaginesi: la cella superiore del mastio fu adibita a tempio per il culto di Demetra e Kore, corrispettivo in età classica dei culti della Dea Madre, attestati in Sardegna sin dal Neolitico. Durante la successiva dominazione romana furono aggiunti un altare e una mensa, mentre la camera inferiore divenne deposito delle offerte votive. Al suo interno fu rinvenuto, oltre a reperti del Bronzo recente e finale, un ricco patrimonio votivo: migliaia di lucerne in terracotta di figura femminile e di kernophoroi, ossia manufatti in ceramica raffiguranti un capo femminile con sopra un vaso sacro (IV-III a.C.), e poi bruciaprofumi, monete puniche e romane, busti di Demetra (II a.C.), resti ossei. Dal pozzo del cortile provengono numerosi reperti, anche dell’età del Ferro: vasi, tegami, scodelle, brocche e ciotole in ceramica, armi in ferro, bronzetti e oggetti in pietra.
Foto del Nuraghe di: http://www.neroargento.com/page_galle/lugherras_gallery.htm
Questa spiegazione molto arricchente culturalmente per me, mi fa apprezzare ancora di più questo nuraghe a Paulilatino, sarebbe stato bellissimo vedere le 8 torri, magari rovinate a terra..
RispondiEliminaincuriosisci ancora di più la mia sete di sapere. Grazie.
Io ho inviato il mio commento non so se nella maniera giusta ho cliccato "pubblica"
RispondiEliminaCome farò anche adesso.