1) il ruolo della nostra isola nella storia antica con l'influenza sulla storia etrusca e, di conseguenza, sulle vicende latine e romane.
2) il ruolo che la Sardegna svolse alla trasformazione del suo Regno in Regno d'Italia.
Queste incongruenze si trascinano da decenni, con contrapposte tensioni che si riverberano negli ambiti accademici, tenuti a gestire l'equilibrio tra la tradizione storiografica che garantiscono il
Verso la fine degli anni ’60 giunse in Sardegna Fernand Braudel. Il grande storico francese si meravigliò della caratura storica e archeologica dell’isola, con l’eccezionale presenza di migliaia di gigantesche torri nuragiche, pozzi sacri, tombe dei giganti e altri monumenti megalitici dall’intensa simbologia. Com’era stato possibile che la civiltà nuragica fosse rimasta all’ombra della storia europea per tutti quegli anni? E per quali ragioni, ancora oggi, molti libri di testo scolastici trascurano la storia antica dell’isola? Per quale motivo le questioni della storia e dell’identità, nell’isola, sollevano aspre polemiche e conflitti irrisolti? Per quale ragione la storia della Sardegna è stata esclusa da quella italiana e da quella europea, al punto da trascurare personaggi come Eleonora d’Arborea e Grazia Deledda, o di far scomparire il Regno di Sardegna dalla genesi dello stato nazionale? Per quale motivo l’immenso patrimonio storico, archeologico e antropologico sardo, che potrebbe produrre effetti di rilievo sull’economia regionale, è poco valorizzato?
Di questo, e altro, parleremo da Honebu il 2 Febbraio, alle ore 19, con Fiorenzo Caterini che racconterà il suo ultimo lavoro: “La Mano destra della storia, la demolizione della memoria e il problema storiografico sardo”.
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