Grazie ai frammenti di ceramiche raccolti dagli anni cinquanta proprio da Giorgio Buchner sulla collina di Mezzavia in località Mazzola dal 1969 al 1971 sono stati fatti una serie di scavi che hanno messo in luce un complesso industriale con strutture che sono state datate tra la metà dell'VIII e gli
Il sito è stato abbandonato dal primo quarto del VII sec. a.C. tranne che per un'area rioccupata nella prima metà del VI a.C. com'è stato evidenziato per i muri di una struttura costruita con blocchi di tufo verde dell'Epomeo, materiale diverso da quello usato per i più antichi che sono stati costruiti con pezzi di trachite locale legati con terra (4). Delle 4 strutture, fig.1, la prima era un'abitazione e le altre erano utilizzate per la lavorazione dei metalli. La quarta, che si vede in fig. 2 è quella a destra in alto ed ha un'importanza notevole in quanto all'interno ha una disposizione rettangolare di mattoni crudi molto bruciati che sono ciò che resta di una fucina. Nelle vicinanze sono stati rinvenuti due grandi pezzi (piatti e lisci) di fonolite assai duri probabilmente usati come incudini.
Il Dischetto che si vede in foto è un peso per bilancia di precisione ed ha un'importanza notevole in quanto corrisponde al peso di una moneta euboica: statere o didramma. Chiaramente essendo stato trovato in uno strato che è stato datato tra la fine dell'VIII e l'inizio del VII sec. a.C. è più antico di circa due secoli in quanto solo agli inizi del V secolo il sistema ponderale attico-euboico è giunto in Occidente (5) quando le città ellenizzate della Sicilia iniziarono a coniare piccole monete d'argento. Bisogna tener conto che Ridgway (op. cit. nota 1 p. 109) ha osservato che: "È improbabile, anche se tecnicamente non impossibile, che il peso sia scivolato nel contesto in cui è stato rinvenuto dallo scarico connesso con la rioccupazione di VI secolo che gli era direttamente sovrapposto".
Nel 1975 Buchner al riguardo di una sua ipotesi che a Pithekoussai si sarebbero prodotte oreficerie rinvenute nelle tombe etrusche ha scritto che: "gli argomenti maggiormente probanti non sono il peso di bilancia da orafo rinvenuto nelle officine di Mazzola e nemmeno, per quanto suggestivo sia, il passo di Strabone relativo alle χρυσία (= oreficerie). Il primo, preso a se stante, indica solamente che in quell'officina sono stati lavorati anche metalli preziosi, ma nulla ci dice né della quantità, né della qualità delle oreficerie che sono state localmente prodotte, mentre il valore da attribuire al secondo resta necessariamente elemento di valutazione soggettiva finché non è confermato da altre testimonianze" (6).
E proprio per quest'ultime Giuseppe Pipino ha pubblicato uno studio su alcune testimonianze non nuove ma dimenticate. Ha respinto sia la tesi di Ettore Pais che non c'erano miniere d'oro sull'isola e sia quella di Patrizia Mureddu che con lo stesso termine, cruseia, Strabone avrebbe designato sia le miniere d'oro e sia le officine per la lavorazione dell'oro. Con Elisio e Iasolino ha documentato che tra il XV e XVI secolo c'era una presenza di oro nell'isola e ben evidente di oro epitermale (7). Per la prima l'area sarebbe Campagnano nel comune d'Ischia (Auri fodina) (8) per l'altra, il bagno Aurifero, sarebbe nella valle d'Ombrasco nel comune di Casamicciola (9).
Con questo studio per la storia di Pithekoussai il noto passo di Strabone (V Libro della Geografia, cap.4,9) «Pitecusa fu colonizzata da Eretriesi e da Calcidesi che, benché vivessero nella prosperità grazie alla fertilità della terra e alle sue miniere d'oro (cruseia), abbandonarono l'isola a seguito di lotte e anche perché cacciati da terremoti e da eruzioni di fuoco, di mare e di acque bollenti» è da riconsiderare in quanto presenze di oro sull'isola sono documentate da Pipino (s.v. op. cit. nota 6.).
Un interrogativo attende una risposta. Come arrivarono nell'VIII° sec. a.C. minerali e metalli sull'isola? Bronzisti e orefici operavano in prevalenza con semilavorati (lingotti) in quanto nell'area di Mezzavia non sono stati trovati minerali. Com'è noto un pezzo di minerale di ferro è stato trovato sull'acropoli e proviene dall'isola d'Elba (miniera di Rio Marina) ed è stato analizzato dal prof. Giorgio Marinelli (10) con un esame autoptico. Grazie ad Alessandro Corretti ho avuto notizia che con nuove analisi di Massimo D'Orazio, Andrea Dini e Marco Benvenuti (11) si riconferma che la provenienza era esatta. Purtroppo proviene dallo scarico Gosetti (acropoli), i cui materiali archeologici nel tempo sono stati rimescolati lungo le pendici del Monte di Vico e non ha alcun valore cronologico ma che nell' VIII sec. a. C. c'erano minerali sull'isola è sicuro in quanto una scoria ferrosa è stata rinvenuta nella necropoli di San Montano e faceva parte proprio di uno strato dell'VIII sec. a. C (12).
La funzione di questo Dischetto era quella di pesare metalli preziosi come argento e oro e poteva far parte di una serie di pesi per stabilire il valore dei prodotti finiti di lusso. Nella necropoli di San Montano varie fibule d'argento sono state trovate nei corredi delle tombe dell'VIII sec. a.C. e non è da escludere che siano state prodotte a Ischia (Mezzavia).
LO STUDIO CONTINUA!
Felice Di Maro
fedimaro@tin.it
*) Si presentano qui parte dei preliminari di uno studio in corso su "Metalli e Pithekoussai". Si ringrazia per la pubblicazione di quest'articolo l'attenzione mostrata dalla Dott.ssa Adele Campanelli, Responsabile della Soprintendenza archeologica della Campania, e la Dott.ssa Costanza Gialanella, Direttore scientifico del Museo di Villa Arbusto dell'isola d'Ischia per la concessione della pubblicazione dell'immagine del «Dischetto in piombo» località Mazzola, Comune di Lacco Ameno (Rif. Prot. 2 - 06432, Lettera: 17 Agosto 2015). Per la bibliografia si ringrazia la Biblioteca Multimediale Giuseppe Lesca del comune di San Benedetto del Tronto, Barbara Domini, Responsabile U.O. Servizi Bibliotecari, Raffaella Lamponi, Responsabile Prestito Interbibliotecario e Document Delivery, il Centre Jean Berard di Napoli, la Biblioteca di Scienze archeologiche e storiche dell'antichità - Università di Macerata, Dott.ssa Federica Cancrini.
NECROPOLI: tombe 1-723 scavate dal 1952 al 1961 (San Montano), Pithekoussai I, AA.VV Testo, Tavole, Piante, Roma 1993, in pubblicazione Pithekoussai II. In seguito cit. Pithekoussai I.
ACROPOLI: Norma Di Sandro, Le anfore arcaiche dallo scarico Gosetti, Pithecusa,(Monte Vico) Centre Jean Bérard, Napoli 1986.
METALLURGIA: Jeffery Klein, A Greek Metalworking Quarter: Eighth Century Excavations on Ischia, in Expedition, XIV, 2, 1972, pp. 34-39; Giorgio Buchner, Early Orientalizing: Aspects of the Euboean Connection, in David Ridgway, F. R. Ridgway, Italy before the Romans, Londra-New York-San Francisco 1979, pp. 129-144; Ingrid Strøm, Relations between Etruria and Campania around 700 B.C., in AA.VV., Greek Colonists and Native Populations. Proceedings of the First Australian Congress of Classical Archaeology, Sidney 1985, Oxford 1990, pp. 87-97. Gli scavi, e solo parzialmente eseguiti, località Mazzola (Collina di Mezzavia).
2) Giorgio Buchner, RecentworkatPithekoussai (Ischia), 1965-71 in Archaeological Reports, 1970-71, p.66 colonna1; Pithecusa: scavi e scoperte 1966-1971 in Le genti non greche della Magna Grecia, Taranto 1971, pp.367-368.
3) Numero inventario 238630: Giorgio Buchner - Costanza Gialanella, in Museo Archeologico di Pithecusae, 1994, p.59.
4) Ridgway, op.cit. pp.105-106.
5) Per i chiarimenti sul tema si ringrazia la Prof.ssa Marina Taliercio, Università degli Studi di Napoli Federico II.
6) Nuovi aspetti e problemi posti dagli scavi di Pithecusa con particolari considerazioni sulle oreficerie di stile orientalizzante antico, in Contribution à l'étude de la société et de la colonisationeubéennes (Cahiers du centre Jean Bérard II, 1975, p.82.
7) Giuseppe Pipino, Oro e Allume nella storia dell'isola d'Ischia, in La Rassegna d'Ischia 6 dicembre 2009, pp.17-34. In seguito Pipino.
Per Pais: Pais Ettore Le pretese χρυσεια di Strabone, e proposta di correzione del testo in χυτρεια. In "Ricerche storiche e geografiche sull'Italia antica", cap. XVIII, in Per la storia d'Ischia e di Napoli nell'antichità, Soc. Tip. Ed. Naz., Torino 1908.
Per Mureddu: Patrizia Mureddu ,Χρυσεια a Pithecussai, in La Parola del Passato, XXVII, 1972, pp. 407-409;
Importante per l'etimologia dei metalli, Giuseppe Maggi, Per la storia della terminologia del bronzo, La Parola del Passato, XIII 1950, pp.47-60 - La terminologia dell'oro nel greco e nel latino, Estratto dal vol. XXVIII dei Rendiconti dell'Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti di Napoli, 1953;
Per Elisio: ElisiiJohannis (Giovanni Elisio), Succinta instauratio de BalneistotiusCampanie...cum libello contra malosmedicos, Antonio Frezza, s.l., s. d, Napoli, 1519.
Per Iasolino: Iasolino Giulio, De rimedi naturali che sono nell'isola di Pithecusahoggi detta Ischia, G. Cacchij, Napoli 1588. Idem, II ed.,"... accresciuto con alcune annotazioni del Dottore Filosofo Sig. Gio. Pistoya E nell'ultimo aggiunti i bagni d'Ischia di Gio. Elisio Medico Napoletano, con le note di Gio. Francesco Lombardo Medico Napoletano". Fr. Mollo, Napoli 1689Antonio Frezza, s. l., s.d (Napoli, 1519).
8) Pipino, p.21 col.1.
9) Pipino, p.21 col.2.
10) Giorgio Buchner, Mostra degli scavi di Pithecusa, Dialoghi di Archeologia III, 1-2, 1969, pp.97-98; la scheda: Isola d'Ischia, Lacco Ameno, Monte di Vico(scarico Gosetti) in L'Etruria mineraria, 1985, p.46, 1.
11) AA.VV., The tungsten and tin signature of iron ores from Elba island (italy): a tool for provenance studies of iron production in the Mediterranean region, in Archaeometry 55, 3 (2013) p.499.
12) S.v. nota 10.
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