lunedì 27 febbraio 2017
Archeologia. Calcoli della prostata di 9.000 anni fa: una sepoltura del Mesolitico sposta indietro nel tempo un'infezione batterica che si riteneva tipica dell'età moderna.
Archeologia.
Calcoli della prostata di 9.000 anni fa: una
sepoltura del Mesolitico sposta indietro nel tempo un'infezione batterica che
si riteneva tipica dell'età moderna.
Sono di un individuo anziano vissuto più di 9.000 anni
fa i calcoli della prostata, rinvenuti in una sepoltura nel cimitero
preistorico di Al Khiday, nel Sudan centrale, lungo la sponda sinistra del Nilo
Bianco. I calcoli, due dei quali di
dimensioni rilevanti (3 centimetri di diametro con circa 12-15 grammi di peso e
uno più piccolo), sono stati studiati al microscopio a scansione elettronica
(SEM) e in diffrazione ai raggi X: le analisi, condotte da Lara Maritan,
Gilberto Artioli e Gregorio dal Sasso (Dip. di Geoscienze dell'Università di
Padova), hanno permesso di escludere forme di
calcolosi più comuni tra le
patologie delle popolazioni preistoriche, come quella renale.
Sembra invece che i calcoli
abbiano avuto origine da infiammazioni batteriche: la scoperta conferma
come alcuni agenti patogeni (per esempio Escherichia coli e Klebsiella,
all'origine di patologie quali la prostatite batterica) siano molto
antichi, in contrapposizione a una scuola di pensiero che vuole l'origine di
molte malattie che affliggono l'uomo (inteso come individuo maschile) collegata
all'avvento dell'economia di produzione, ossia al momento in cui si sono fatti
più stretti i rapporti tra uomo e animale, spesso vettore di infezioni
batteriche.
L'individuo è stato rinvenuto
nello scavo di un'area cimiteriale investigata per circa 1.500 metri quadri
dalla missione archeologica italiana diretta da Donatella Usai e Sandro
Salvatori (Centro Studi Sudanesi e Sub-Sahariani di Treviso). A oggi gli scavi hanno portato
alla luce 200 sepolture, che gli archeologi fanno risalire a differenti tappe
dell'evoluzione delle civiltà (pre-Mesolitico, Mesolitico, Neolitico e
Meroitico). La peculiarità della necropoli è nelle sepolture di epoca
pre-Mesolitica: la maggior parte degli inumati è sepolta in posizione allungata
ma prona, un rituale inusuale, riscontrato molto raramente e in altre parti del
mondo.
Le sepolture non hanno potuto
essere datate con il metodo classico del radiocarbonio, perché i sedimenti sono
fortemente deteriorati dal punto di vista chimico e fisico: sono state invece
le indicazioni stratigrafiche a suggerire che l'area cimiteriale è precedente a
un vicino abitato che si fa risalire a circa 9.000 anni fa. Gli studi antropologici
condotti da Tina Jakob (Durham University, UK) hanno rivelato che la
popolazione Mesolitica di Al Khiday era sostanzialmente sana, composta da
individui robusti, alti e con un numero limitato di patologie (soprattutto
lesioni delle ossa, consunzione e carie dentali). La scoperta dell'antica
convivenza con alcuni ceppi batterici serve una volta di più a sottolineare
l'importanza degli studi sul campo.
Fonte: www.focus.it
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