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mercoledì 11 gennaio 2017

Archeologia. Cipro, l’isola del rame, un luogo strategico che fu coinvolto nelle operazioni militari dei Popoli del Mare che, avanzando verso l’Egitto, sconvolsero gli equilibri politici alla fine dell’età del Bronzo.

Archeologia. Cipro, l’isola del rame, un luogo strategico che fu coinvolto nelle operazioni militari dei Popoli del Mare che, avanzando verso l’Egitto, sconvolsero gli equilibri politici alla fine dell’età del Bronzo.


Nell’età del Bronzo, l’isola di Cipro si chiamava Alaysha. Le fonti la descrivono come una grande isola raggiungibile da tutte le coste del Levante. Alcuni documenti ittiti raccontano di rame che arriva dalle sue montagne. La sua insularità fu vantaggiosa per mantenere una certa indipendenza dalle mire degli imperi della terraferma. Gli insediamenti principali erano concentrati nella zona di Kyrenia, nella costa settentrionale dell’isola. Dopo l’esplosione del vulcano Santorini, avvenuto intorno al 1620 a.C., che sconvolse gli equilibri economici e politici del Mediterraneo Orientale visto il crollo della talassocrazia cretese esercitata dai minoici, sorsero nuove e potenti cittadine come Enkomi e Hala Sultan Tekke. Iniziò un florido periodo di
commerci, soprattutto grazie alla presenza di giacimenti di rame, metallo molto richiesto all’epoca per la fusione del bronzo.

La società cipriota vede un’organizzazione gerarchica, con le potenti famiglie che amministravano i giacimenti di rame che iniziarono a formalizzare alleanze con le isole dell’Egeo, i paesi del Vicino Oriente, e la Sardegna, l’altra isola importante per la presenza di rame. L’importanza di Cipro è testimoniata dalle lettere di Amarna, sette documenti trovati nell’antica Akhenaten, che documentano scambi di rame e altri materiali preziosi come ebano, olio e argento, altro metallo presente in notevoli quantità nell’isola di Sardegna. Cipro era un luogo privilegiato nelle rotte mediterranee per motivi geografici, vista la posizione strategica. Inoltre, le correnti marine e i venti dominanti segnavano le rotte navali, e l’isola offre una serie di approdi nei quali era garantita la presenza di acqua potabile, la facilità di difesa e la possibilità di godere di un clima favorevole per svernare nelle fasi in cui il tempo non è favorevole alle navigazioni. Gli scavi archeologici ad Enkomi e Kition hanno confermato il contenuto delle lettere di Amarna, e messo in evidenza che intorno al 1300 a.C. Cipro era una tappa fondamentale nei traffici mediterranei.

Le poderose fortificazioni del XIII a.C. scavate ad Enkomi, suggeriscono un periodo di attacchi armati e tentativi di invasione da parte del potente impero ittita di Suppiluliuma. Inoltre, i preziosi materiali presenti a Cipro facevano gola a pirati e avventurieri, come testimoniato in una lettera trovata a Ugarit nella quale il re di Alaysha suggerisce al sovrano dell’odierna Ras Sharma, di realizzare un muro di cinta per fortificare la città, di rinforzare le truppe e i carri, e di stare attento all’arrivo del nemico. Al momento gli archeologi non hanno trovato prove degli attacchi dei Popoli del Mare, tuttavia, la conquista del Vicino Oriente, operata abbattendo i palazzi dei governanti e minando la domanda di rame che Cipro riusciva a soddisfare, compromesse economicamente la società cipriota. Una testimonianza della presenza di una componente militare nemica è evidente nel sito di Larnaca (l’antica Kition), dove si nota una componente, forse di matrice greca, che occupa stabilmente la zona a partire dal 1200 a.C. Altro sito archeologico cipriota importante è Chirokitia (nella foto) dove si trovano i resti di uno degli insediamenti preistorici più significativi e meglio conservati del bacino del Mediterraneo. Situato a metà strada tra Larnaca e Limassol, fu costruito su un’altura poco a sud del fiume Maroni. Organizzato con una serie di case rotonde a due piani, edificate su fondamenta circolari in pietra e circondate da un muro di protezione, mostra un rito funerario particolare: i defunti venivano sepolti sotto il pavimento delle loro case, spesso in posizione rannicchiata. Gli arredi funebri comprendevano gioielli, contenitori per le provviste alimentari e oggetti di culto.


3 commenti:

  1. La città si chiamava Akhetaten. Akhenaten era il faraone

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  2. Mi sembrano costruzioni Nuragiche,almeno viste dalle foto pubblicate.

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  3. Sig. Montalbano, Pyla-Kokkinokremos cos'è? Una prova, un indizio, nulla? Karagheorghis parla di un insediamento dei Popoli del Mare. Un reperto, in particolare, ci parla di un individuo nuragico che laggiù a Cipro si è portato da casa il suo vasetto personale, costruito, poi rotto e riparato con piombo sardo. L'equazione a questo punto verrebbe naturale: shardana = sardi nuragici. O no?

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