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mercoledì 25 gennaio 2017

Archeologia. L'acqua, un elemento essenziale per la sopravvivenza. Egizi, Indiani, Babilonesi, Cinesi e altri, svilupparono le più importanti civiltà del passato lungo le sponde di fiumi celebri: Nilo, Gange, Tigri, Eufrate, Fiume Giallo.

Archeologia. L'acqua, un elemento essenziale per la sopravvivenza. Egizi, Indiani, Babilonesi, Cinesi e altri, svilupparono le più importanti civiltà del passato lungo le sponde di fiumi celebri: Nilo, Gange, Tigri, Eufrate, Fiume Giallo.

Nelle civiltà agricole l'acqua piovana fu conservata in cisterne e impiegata nell'irrigazione, insieme a quella dei fiumi. Una grande invenzione fu quella della ruota che sfruttava la spinta dell'acqua per muoversi e trasformarsi in energia sfruttabile per varie attività. Il benessere di una comunità crolla quando viene a mancare la risorsa idrica o questa è malamente amministrata. Nelle antiche civiltà la maggior parte delle opere idrauliche erano destinate a soddisfare alcune esigenze più immediate dell'uomo: quelle di dissetarsi e lavarsi. Altrettanto importante è l’utilizzo dell’acqua come via commerciale. Dall’alba dei tempi, le genti consideravano l’acqua un
elemento essenziale alla vita, portentoso e degno di venerazione. Si diffusero una serie di ritualità, con feste dedicate alla vegetazione e all'agricoltura, danze per far piovere, riti per scacciare malattie, contagi e peccati o per entrare in contatto con il mondo dei morti, cerimonie sacre in cui l’acqua era l'elemento propiziatorio, divinatorio e oracolare, riti in onore di sorgenti, di fiumi e di laghi ritenuti vere e proprie divinità e, nei pressi delle sorgenti termali, costruzione di templi dedicati a divinità legate alla salute.

Legni esotici e materiali pregiati da costruzione rientravano nel bagaglio cognitivo di ogni architetto di epoca antica. All’aumentare dell’importanza dell’edificio da realizzare, ad esempio la residenza di un sovrano o un tempio, maggiore doveva essere l’impiego di elementi strutturali o decorativi che potessero stupire chiunque venisse in contatto visivo con la struttura. Naturalmente, oltre a carpentieri e manovali, era richiesta la manodopera specializzata di abili artigiani e di artisti. Quanto di pregiato i mercanti riuscivano a procurarsi sui mercati stranieri finiva per essere impiegato per l’abbellimento degli edifici. Le imprese più audaci e dispendiose furono certamente quelle dei templi perché la “casa della divinità” godeva di un grado di supremazia nei confronti dell’insediamento umano che ad esso faceva riferimento.  Come è intuibile, si scatenarono rivalità teologiche allo scopo di vedere primeggiare il proprio tempio rispetto ad altri e, dunque, alla scuola di pensiero religioso che vi era connessa e che alimentava il culto del dio che a quel tempio faceva riferimento. In attesa che le dispute teologiche fossero in grado di competere sul piano dottrinale riguardo all’affermazione  e all’eventuale supremazia di un dio sugli altri, non restava che affidarsi a materiali pregiati o a legni dalle essenze particolari per cercare di vincere la competizione. Questa mercanzia di lusso, insieme ad altre materie prime e merci, viaggiava soprattutto per mari e fiumi, in navigli adeguati ai materiali trasportati. Verosimilmente, lungo i fiumi e i canali, in discesa, navigavano a filo d’acqua e avevano la precedenza per le difficoltà di manovra a pieno carico. I vantaggi del trasporto sull’acqua erano apprezzabili se si tiene conto che il trasporto terrestre antico era lentissimo e si avvaleva per lo più di buoi e asini, quindi il carico delle merci su carri era esposto al rischio di assalti di briganti. Inoltre, gli animali dovevano bere decine di litri di acqua al giorno ed erano comunque costretti a seguire vie carovaniere che costeggiavano corsi d’acqua. Fra le attività più importanti c’era quella della manutenzione delle opere idrauliche, della costruzione di argini, della pulizia dei canali e della realizzazione di reti fluviali in grado di soddisfare le esigenze delle comunità. La stessa presenza di insediamenti deve essere posta in relazione con questi sistemi di canalizzazione che funzionavano a sostegno dell’agricoltura e come via carovaniera alternativa.

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