mercoledì 16 ottobre 2013
In Grecia ritrovati campioni di vino risalenti a 6200 anni fa.
Vino del 4200 a.C.
I più antichi campioni di vino mai registrati in Europa sono stati ritrovati a Dikili Tash, in Grecia. I campioni risalgono al 4200 a.C.. Dikili Tash si trova a sudest di Drama, nella Macedonia Orientale, a circa 2 chilometri dalle rovine dell'antica città di Filippi.
Gli scavi e la successiva scoperta sono stati effettuati all'interno di una casa antica, chiamata Casa 1, dove sono stati ritrovati acini d'uva carbonizzati e pressati all'interno di un vaso. Il processo di vinificazione, dunque, sembra essere stato conosciuto ben prima di quanto si era finora pensato.
Fonte: Le nebbie del tempo
I più antichi campioni di vino mai registrati in Europa sono stati ritrovati a Dikili Tash, in Grecia. I campioni risalgono al 4200 a.C.. Dikili Tash si trova a sudest di Drama, nella Macedonia Orientale, a circa 2 chilometri dalle rovine dell'antica città di Filippi.
Gli scavi e la successiva scoperta sono stati effettuati all'interno di una casa antica, chiamata Casa 1, dove sono stati ritrovati acini d'uva carbonizzati e pressati all'interno di un vaso. Il processo di vinificazione, dunque, sembra essere stato conosciuto ben prima di quanto si era finora pensato.
Fonte: Le nebbie del tempo
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La produzione del vino in natura è più semplice più di quanto sembra.
RispondiEliminaInfatti l'uva durante la fase di maturazione si ricopre di una patina cerosa che protegge l'acino dai parassiti, oltremodo trattiene anche il microscopico fungo saccaromicete, che agisce come lievito, trasformando lo zucchero in alcoole.
Basta mettere dell'uva in un contenitore e trasportarla anche per pochi minuti per accorgersi che sul fondo si è prodotto del mosto, che potrebbe evolvere in vino nel giro di 4 - 5 giorni -
Girando per la RETE:
RispondiEliminaGENETICA PREISTORICA DIECIMILA ANNI FA
di Joseph Robert Jochmans
Piante e animali geneticamente modificati in modo deliberato
Nelle origini di diverse piante attuali si può ipotizzare una ricerca genetica, svolta in periodi molto antichi. Il frumento, per esempio, apparve misteriosamente nello stesso periodo dell’esplosione agricola in Armenia e in Anatolia (moderna Turchia) verso l'8000 a.C. Prima, il frumento era soltanto un’erba selvatica, ma come risultato non di uno, ma tre “accidenti genetici” – come li definiscono gli storici tradizionalisti – la pianta fu improvvisamente trasformata in una ricca e nutriente fonte di cibo.
Innanzitutto, il frumento selvatico fu incrociato con un’erba da pascolo naturale, e i quattordici cromosomi dell’uno si combinarono con i quattordici dell’altra a produrre una nuova pianta, più robusta, chiamata emmer, con ventotto cromosomi. Poi, in breve tempo, l’ibrido emmer fu nuovamente incrociato con un’altra “erba da pascolo” per creare una pianta con spighe molto più grandi, con quarantatue cromosomi.
Infine, si ebbe una terza mutazione. Uno dei quarantadue cromosomi subì una mutazione. Se ciò non fosse accaduto, il frumento che oggi conosciamo, che nutrì i primi contadini armeni e tutti i loro successori, non sarebbbe mai esistito. Il fatto che queste combinazioni e alterazioni genetiche siano avvenute tutte casualmente, in un periodo piuttosto breve, è in contrasto con tutte le leggi della probabilità.
Se poi ciò non bastasse, entra nel quadro un altro elemento favorevole. A differenza delle altre erbe selvatiche che l’avevano preceduto, il singolo grano di frumento è troppo pesante per essere trasportato dal vento e provvedere così alla riproduzione spontanea. La riproduzione della pianta deve essere praticata artificialmente, altrimenti la pianta non sopravvivrebbe e si estinguerebbe in breve tempo.
Come ha sostenuto lo storico della scienza Jacob Bronowski, “attraverso una felice concomitanza di eventi naturali ed umani” (e si suppone che il genere umano stesse apparendo proprio allora sulla scena del mondo), fu scoperta “accidentalmente” la pianta ibrida del frumento, e si scoprì che, tra le circa 195000 specie di piante esistenti nel Medio Oriente, proprio questa era meritevole di coltivazione, e l’uomo provvide alla sua diffusione in un momento critico, raccogliendo e seminando personalmente i semi per coltivarla.
Si tratta proprio di fortuna pura, all’ennesima potenza! Appare molto più probabile sostenere che il frumento fosse invece il prodotto di uno sviluppo mirato del periodo preistorico, sin dal principio della sua creazione genetica. Ciò presupporrebbe ovviamente che i primi coltivatori del neolitico, nel Medio Oriente, possedessero una conoscenza della genetica e degli incroci di Mendel comparabile a quella che noi possediamo oggi. Se il frumento fosse stato la sola pianta a subire improvvise mutazioni generiche, sarebbe stato già abbastanza miracoloso. Tuttavia, in quello stesso periodo si verificarono in tutto il mondo altre improvvise e importanti mutazioni botaniche. I cromosomi delle banane e delle mele furono moltiplicati per fattori di due e di tre, mentre le arachidi, le patate, il tabacco e altre piante si espandevano con un fattore di quattro volte. La canna da zucchero fu inesplicabilmente alterata da un antenato di 10 cromosomi alla pianta complessa odierna, che possiede 80 cromosomi. Ogni indicazione punta a far supporre che importanti sperimentazioni genetiche avessero luogo in tutto il mondo in un momento specifico dei tempi preistorici.
Etc etc……
Questo commento meriterebbe di essere un articolo di tutto rispetto.
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