sabato 18 maggio 2013
Teseo, Minosse, Dedalo e altri miti greci
Teseo, Minosse, Dedalo e altri miti greci
In un'epoca molto lontana della quale quasi si è persa la memoria, si racconta che mentre Europa, figlia di Fenice e di Telefassa era intenta a giocare con le sue ancelle le apparve un torello candido come la neve che altri non era che Zeus. Questo, dopo averla fatta montare sulla sua groppa, la portò a Creta dove si unì a lei e poco dopo da questa unione nacquero Minosse, Radamanto e Sarpedone.
Quando Zeus lasciò Europa, quest'ultima sposò Asterione, re di Creta e poichè le loro nozze si rivelarono sterili, Asterione adottò i tre figli di Europa e li nominò suoi eredi legittimi. Alla morte di Asterione, Minosse rivendicò per se il trono di Creta dichiarando che quello era il volere degli dei e per essere certo di riuscire nell'impresa, pregò Poseidone di fare uscire qualcosa dalle acque del mare con la promessa di offrirlo poi in sacrificio al dio a testimonianza del volere degli dei. Poseidone accolse le preghiere di Minosse e fece uscire dalle onde del mare un magnifico toro bianco che valse a Minosse il regno di Creta. Quest'ultimo però, tanta era la bellezza del toro, non ebbe coraggio ad ucciderlo ed in sua vece sacrificò un altro toro.
Il re del mare, offeso per l'affronto subito, si vendicò in modo tanto crudele da restare come monito per le generazioni future: fece nascere in Pasifae, moglie di Minosse, una passione morbosa per il toro bianco tanto che, non sapendo come fare per accoppiarsi con lui, confidò la sua insana passione a Dedalo, il più famoso architetto ateniese in esilio a Creta, che per lei costruì una vacca di legno montata su quattro ruote dove la donna poteva introdursi per poter soddisfare il suo desiderio. E così fu. Dall'unione di Pasifae ed il toro nacque il Minotauro, una creatura dal corpo di uomo e la testa di toro che si nutriva solo di carne umana.
In questo modo il dio del mare volle per sempre ricordare a Minosse quanto folle sia l'azione di un uomo che si ribella al potere degli dei.
Minosse, quando vide la creatura, diede incarico a Dedalo di costruire un labirinto talmente intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire per rinchiudervi il Minotauro, in modo che non avesse alcuna possibilità di fuga. Dedalo, nella speranza di guadagnarsi la fiducia del sovrano, costruì quello che è noto alla storia come il labirinto di Cnosso.
Vuole così la leggenda che il Minotauro venisse rinchiuso nel labirinto e che ogni anno sette giovani e sette fanciulle ateniesi (che erano stati vinti dal re di Creta) venissero sacrificati al Minotauro per saziare la sua fame di carne umana.
Per due volte fu ripetuto il sacrificio fino a quando, alla terza spedizione, giunse a Creta Teseo, figlio di Etra ed Egeo, sovrano di Atene, che si finse parte del gruppo dei sacrificandi perchè voleva porre fine a quelle morti. L'impresa era molto difficile non solo perchè doveva uccidere il Minotauro, ma perchè una volta entrato nel labirinto, era impossibile uscirne. Il giovane chiese allora aiuto ad Arianna figlia di Minosse e sorellastra del Minotauro, alla quale dichiarò il suo amore e questa a sua volta, innamoratasi perdutamente di Teseo, si consigliò con Dedalo che gli suggerì di legare all'ingresso del labirinto un filo che sarebbe stato dipanato mano a mano che si procedeva. In questo modo sulla via del ritorno, riavvolgendolo, si sarebbe trovata l'uscita.
Sul perchè Teseo abbandonò Arianna esistono diversi racconti. Alcuni affermano che fu a causa di una nuova amante, Egle figlia di Panopeo; altri affermano che decise di abbandonarla in quanto tornare ad Atene con lei sarebbe stato uno scandalo; altri affermano che Dioniso, apparso in sogno a Teseo, gli ordinò di abbandonarla perchè la voleva per se. Quale che fosse il motivo è certo che al suo risveglio Arianna cercò disperatamente il suo amato e pianse lacrime amare quando si rese conto di essere sola. Visto il pianto straziante della fanciulla che urlava di dolore, arrivò in suo soccorso Dioniso che la sposò e gli donò una bellissima corona d'oro, tempestata di rubini, forgiata da Efesto che venne alla sua morte mutata in costellazione: la costellazione di Arianna. Dioniso ed Arianna ebbero numerosi figli tra i quali Toante, Enopione. Teseo, dopo l'abbandono di Arianna fece ritorno in patria ad Atene dove, dopo breve tempo, divenne re al posto del padre e governò con saggezza ed il suo popolo conobbe un lungo periodo di pace e prosperità.
Analisi genetiche sui resti ritrovati in alcune tombe di epoca minoica hanno permesso di dissolvere il mistero che circondava l'origine di quell'antica cultura. I fondatori della prima civiltà di Creta non provenivano dalle coste dell'Africa settentrionale, come si è a lungo pensato, ma erano un drappello di quei gruppi di agricoltori indoeuropei che, attraversando l'Anatolia, andarono a popolare l'Europa.
La civiltà minoica era autoctona e fu fondata dai discendenti dei primi coloni europei dell'isola di Creta, che vi approdarono durante il Neolitico, circa 9000 anni fa. A questa conclusione, che contraddice la lunga convinzione che quella cultura avesse origine da una più recente immigrazione dalle coste del Nord Africa, probabilmente dall'Egitto, è giunto un approfondito studio genetico condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Crera a Heraklion e dell'Università di Washington a Seattle, che firmano un articolo pubblicato su “Nature Communications”.
La convinzione che la prima grande civiltà sorta sul suolo europeo avesse origine africane risale agli inizi del secolo scorso, quando sir Arthur Evans scoprì le rovine del tempio di Cnosso. Evans aveva osservato diverse somiglianze l'arte tra minoica e quella egizia, rilevando che le tombe circolari dei primi abitanti della parte meridionale di Creta erano simili alle tombe costruite dagli abitanti delle coste libiche.
Particolare del tempio di Cnosso. (© Funkystock/ /age fotostock Spain S.L./Corbis)Successivi ritrovamenti archeologici avevano indotto altri studiosi ad avanzare varie altre ipotesi, come una provenienza dalle Cicladi, dall'Anatolia, dalla Siria, dalla Palestina, o anche uno sviluppo autoctono della civiltà minoica.
Tentativi più recenti di stabilire l'antica ascendenza dei Cretesi dell'età del bronzo usando DNA mitocondriale (mtDNA) e il cromosoma Y delle popolazioni moderne non erano finora riusciti a chiarire la questione, dando risultati contrastanti.
George Stamatoyannopoulos e colleghi hanno ora confrontato il DNA mitocondriale di 135 popolazioni moderne e antiche, analizzando in particolare i resti di scheletri ottimamente conservati ritrovati in due insediamenti di epoca minoica: uno (con 39 scheletri) di epoca “prepalaziale”, situato in prossimità del monastero di Odigitria, vicino a Festo, l'altro (con 37 scheletri) sull'altopiano di Lassithi, abitato ininterrottamente dal Neolitico e che raggiunse la sua massima espansione circa 3800 anni fa.
L'analisi dei polimorfismi del mt DNA condotta ricorrendo a due metodi diversi, applicati inoltre in due distinti laboratori, e il conseguente calcolo delle distanze genetiche, hanno permesso di concludere che gli attuali abitanti dell'isola sono discendenti diretti degli antichi Minoici e di escludere che questi avessero un'origine nordafricana.
Data la loro elevata affinità genetica con le popolazioni europee neolitiche e moderne, specialmente con i greci delle isole di Chio ed Eubea e del Peloponneso (e in particolare delle regioni storiche dell'Argolide e della Laconia), i fondatori della civiltà minoica sarebbero dunque stati i discendenti dei primi agricoltori neolitici indoeuropei, approdati a Creta durante la migrazione che, attraverso l'Anatolia, li portò a diffondersi in Europa.
In un'epoca molto lontana della quale quasi si è persa la memoria, si racconta che mentre Europa, figlia di Fenice e di Telefassa era intenta a giocare con le sue ancelle le apparve un torello candido come la neve che altri non era che Zeus. Questo, dopo averla fatta montare sulla sua groppa, la portò a Creta dove si unì a lei e poco dopo da questa unione nacquero Minosse, Radamanto e Sarpedone.
Quando Zeus lasciò Europa, quest'ultima sposò Asterione, re di Creta e poichè le loro nozze si rivelarono sterili, Asterione adottò i tre figli di Europa e li nominò suoi eredi legittimi. Alla morte di Asterione, Minosse rivendicò per se il trono di Creta dichiarando che quello era il volere degli dei e per essere certo di riuscire nell'impresa, pregò Poseidone di fare uscire qualcosa dalle acque del mare con la promessa di offrirlo poi in sacrificio al dio a testimonianza del volere degli dei. Poseidone accolse le preghiere di Minosse e fece uscire dalle onde del mare un magnifico toro bianco che valse a Minosse il regno di Creta. Quest'ultimo però, tanta era la bellezza del toro, non ebbe coraggio ad ucciderlo ed in sua vece sacrificò un altro toro.
Il re del mare, offeso per l'affronto subito, si vendicò in modo tanto crudele da restare come monito per le generazioni future: fece nascere in Pasifae, moglie di Minosse, una passione morbosa per il toro bianco tanto che, non sapendo come fare per accoppiarsi con lui, confidò la sua insana passione a Dedalo, il più famoso architetto ateniese in esilio a Creta, che per lei costruì una vacca di legno montata su quattro ruote dove la donna poteva introdursi per poter soddisfare il suo desiderio. E così fu. Dall'unione di Pasifae ed il toro nacque il Minotauro, una creatura dal corpo di uomo e la testa di toro che si nutriva solo di carne umana.
In questo modo il dio del mare volle per sempre ricordare a Minosse quanto folle sia l'azione di un uomo che si ribella al potere degli dei.
Minosse, quando vide la creatura, diede incarico a Dedalo di costruire un labirinto talmente intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire per rinchiudervi il Minotauro, in modo che non avesse alcuna possibilità di fuga. Dedalo, nella speranza di guadagnarsi la fiducia del sovrano, costruì quello che è noto alla storia come il labirinto di Cnosso.
Vuole così la leggenda che il Minotauro venisse rinchiuso nel labirinto e che ogni anno sette giovani e sette fanciulle ateniesi (che erano stati vinti dal re di Creta) venissero sacrificati al Minotauro per saziare la sua fame di carne umana.
Per due volte fu ripetuto il sacrificio fino a quando, alla terza spedizione, giunse a Creta Teseo, figlio di Etra ed Egeo, sovrano di Atene, che si finse parte del gruppo dei sacrificandi perchè voleva porre fine a quelle morti. L'impresa era molto difficile non solo perchè doveva uccidere il Minotauro, ma perchè una volta entrato nel labirinto, era impossibile uscirne. Il giovane chiese allora aiuto ad Arianna figlia di Minosse e sorellastra del Minotauro, alla quale dichiarò il suo amore e questa a sua volta, innamoratasi perdutamente di Teseo, si consigliò con Dedalo che gli suggerì di legare all'ingresso del labirinto un filo che sarebbe stato dipanato mano a mano che si procedeva. In questo modo sulla via del ritorno, riavvolgendolo, si sarebbe trovata l'uscita.
Sul perchè Teseo abbandonò Arianna esistono diversi racconti. Alcuni affermano che fu a causa di una nuova amante, Egle figlia di Panopeo; altri affermano che decise di abbandonarla in quanto tornare ad Atene con lei sarebbe stato uno scandalo; altri affermano che Dioniso, apparso in sogno a Teseo, gli ordinò di abbandonarla perchè la voleva per se. Quale che fosse il motivo è certo che al suo risveglio Arianna cercò disperatamente il suo amato e pianse lacrime amare quando si rese conto di essere sola. Visto il pianto straziante della fanciulla che urlava di dolore, arrivò in suo soccorso Dioniso che la sposò e gli donò una bellissima corona d'oro, tempestata di rubini, forgiata da Efesto che venne alla sua morte mutata in costellazione: la costellazione di Arianna. Dioniso ed Arianna ebbero numerosi figli tra i quali Toante, Enopione. Teseo, dopo l'abbandono di Arianna fece ritorno in patria ad Atene dove, dopo breve tempo, divenne re al posto del padre e governò con saggezza ed il suo popolo conobbe un lungo periodo di pace e prosperità.
Analisi genetiche sui resti ritrovati in alcune tombe di epoca minoica hanno permesso di dissolvere il mistero che circondava l'origine di quell'antica cultura. I fondatori della prima civiltà di Creta non provenivano dalle coste dell'Africa settentrionale, come si è a lungo pensato, ma erano un drappello di quei gruppi di agricoltori indoeuropei che, attraversando l'Anatolia, andarono a popolare l'Europa.
La civiltà minoica era autoctona e fu fondata dai discendenti dei primi coloni europei dell'isola di Creta, che vi approdarono durante il Neolitico, circa 9000 anni fa. A questa conclusione, che contraddice la lunga convinzione che quella cultura avesse origine da una più recente immigrazione dalle coste del Nord Africa, probabilmente dall'Egitto, è giunto un approfondito studio genetico condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Crera a Heraklion e dell'Università di Washington a Seattle, che firmano un articolo pubblicato su “Nature Communications”.
La convinzione che la prima grande civiltà sorta sul suolo europeo avesse origine africane risale agli inizi del secolo scorso, quando sir Arthur Evans scoprì le rovine del tempio di Cnosso. Evans aveva osservato diverse somiglianze l'arte tra minoica e quella egizia, rilevando che le tombe circolari dei primi abitanti della parte meridionale di Creta erano simili alle tombe costruite dagli abitanti delle coste libiche.
Particolare del tempio di Cnosso. (© Funkystock/ /age fotostock Spain S.L./Corbis)Successivi ritrovamenti archeologici avevano indotto altri studiosi ad avanzare varie altre ipotesi, come una provenienza dalle Cicladi, dall'Anatolia, dalla Siria, dalla Palestina, o anche uno sviluppo autoctono della civiltà minoica.
Tentativi più recenti di stabilire l'antica ascendenza dei Cretesi dell'età del bronzo usando DNA mitocondriale (mtDNA) e il cromosoma Y delle popolazioni moderne non erano finora riusciti a chiarire la questione, dando risultati contrastanti.
George Stamatoyannopoulos e colleghi hanno ora confrontato il DNA mitocondriale di 135 popolazioni moderne e antiche, analizzando in particolare i resti di scheletri ottimamente conservati ritrovati in due insediamenti di epoca minoica: uno (con 39 scheletri) di epoca “prepalaziale”, situato in prossimità del monastero di Odigitria, vicino a Festo, l'altro (con 37 scheletri) sull'altopiano di Lassithi, abitato ininterrottamente dal Neolitico e che raggiunse la sua massima espansione circa 3800 anni fa.
L'analisi dei polimorfismi del mt DNA condotta ricorrendo a due metodi diversi, applicati inoltre in due distinti laboratori, e il conseguente calcolo delle distanze genetiche, hanno permesso di concludere che gli attuali abitanti dell'isola sono discendenti diretti degli antichi Minoici e di escludere che questi avessero un'origine nordafricana.
Data la loro elevata affinità genetica con le popolazioni europee neolitiche e moderne, specialmente con i greci delle isole di Chio ed Eubea e del Peloponneso (e in particolare delle regioni storiche dell'Argolide e della Laconia), i fondatori della civiltà minoica sarebbero dunque stati i discendenti dei primi agricoltori neolitici indoeuropei, approdati a Creta durante la migrazione che, attraverso l'Anatolia, li portò a diffondersi in Europa.
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Europa era figlia di Agenore ,re di Tiro ,antica città fenicia .Zeus se ne innamorò ,vedendola insieme ad altre coetanee raccogliere dei fiori nei pressi della spiaggia : ordinò a Ermes di guidare i buoi del padre di Europa verso quella spiaggia . Zeus prese quindi le sembianze di un toro bianco ,le si avvicinò e si stese ai suoi piedi .Europa sali sul dorso del toro , e questi la portò attraverso il mare fino all'isola di Creta .Agenore mandò i suoi figli in cerca della sorella . Il fratello Fenice ,dopo varie peregrinazioni ,divenne il capostipite dei fenici . Un altro fratello ,Cilice ,si instaurò in un'area sulla costa sudorientale dell'asia minore a nord di Cipro e divenne il capostipite dei cilici .Cadmo ,il fratello più famoso ,arrivò fino in Grecia dove fondò la città di Tebe .
RispondiEliminaStrano ...Agenore re di Tiro,antica citta fenicia.Se il capostipite dei fenici fu Fenice figlio di Agenore...o il racconto mitologico e'confuso o la Tiro di Agenore non era quella dell'odierno Libano.
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