Equinozio di Primavera.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
L'equinozio di primavera è il momento in cui il cosmo raggiunge l'equilibrio fra luce e tenebre. Sui due piatti della bilancia sono posti pesi uguali, simmetrici, e la somma delle forze lascia i corpi in quiete. I pianeti ruotano rispettando una precisa orbita ellittica, equilibrati dalle forze gravitazionali opposte di attrazione e repulsione. Aristotele definisce la virtù umana come punto di equilibro tra due opposti errori, l’uno dei quali pecca per difetto e l’altro per eccesso. Orazio afferma che la scelta di vita aurea, quella del giusto mezzo, in quanto al saggio non giova né l’estrema povertà né l’estrema ricchezza. L’equilibrio individuale non è una condizione permanente, ma nasce da una
ricerca che si muove tra positivo e negativo, fra dentro e fuori, fra anima e corpo, fra dolore e sofferenza. Avviene per noi e per l'universo, che per i filosofi greci è nato dal caos e diventato ordine. Per Platone la creazione era come l'atto di un artista, che prende una materia preesistente e gli imprime una forma. Per noi cristiani, invece, Dio crea dal nulla, dato che nulla gli preesiste, non ha una materia caotica che lo precede, si presenta già fatto, non si conquista faticosamente come il cosmo greco. Secondo il pensiero greco, il caos continua a esistere come fondo su cui si regge il cosmo, non è mai superato del tutto, ma va tenuto in equilibrio costantemente.
Il concetto di armonia, come delicato gioco di opposti, si esprime con l'ordine in cui l'uomo vive tra la felicità dell’infinito e la barriera della sua fragilità, tra il desiderio di conoscere e l’ignoranza, tra il volere tutto e il volere nulla.
Fra pochi giorni sarà tempo di equilibrio perché si avvicina l’Equinozio di Primavera, un momento di transizione in cui possiamo allinearci al ritmo delle stagioni. Questo giorno veniva celebrato anticamente con feste e riti propiziatori legati alla rinascita della natura ed alla fertilità. Il nostro organismo ed il relativo benessere, l’umore, il metabolismo e persino l’alimentazione subiscono l’influenza della stagionalità. È quindi il momento di disintossicare il nostro organismo e la nostra anima, per canalizzare l’energia e portare a termine i nostri obiettivi e sviluppare nuove relazioni e progetti.
L’Equinozio è una festa in onore della dea della nascita e della fertilità che si presenta due volte durante l’anno, a marzo e settembre, ed è il momento in cui le ore del giorno sono uguali alle ore della notte. Successivamente le ore di luce prevarranno sulle ore di buio e la forza del sole crescerà. In questa giornata si celebra il ritorno della primavera ed il trionfo della natura e della vita. L’inverno lascia spazio alla primavera: la natura si risveglia, i fiori sbocciano, gli animali escono dal letargo e la terra diventa fertile segnando il passaggio ad una nuova vita. Dinamicità, azione e movimento dovranno bilanciare le polarità contrapposte che vivono dentro di noi, come la luce e l’ombra. L’Equinozio di primavera ha un significato energicamente intenso anche per l’universo poiché giunge ad un suo punto di equilibrio fra giorno e notte, sole e la luna, terra ed cielo, forze femminili e maschili. Una forte energia positiva viene alla luce e spazza via l’energia negativa accumulata durante l’oscurità dell’inverno. Energia per piantare, per crescere e per rinnovare le nostre vite, è il momento di aprirsi ai sentimenti, di vivere in piena totalità ogni emozione. La primavera è la stagione della creatività e della danza gioiosa degli esseri viventi. Per le popolazioni antiche, la cui sopravvivenza dipendeva dalla vita dei campi, la festa dell'equinozio era un modo per tenere traccia delle stagioni ed il momento di rinascita dell’attività agricola. Anticamente, i festeggiamenti legati all’arrivo della primavera erano rituali propiziatori che celebravano il passaggio dalla morte (inverno) alla vita (primavera). Si accendevano fuochi sacri per distruggere le forze ostili e purificare l’aria. Seguivano danze propiziatorie intorno ai falò per ottenere delle grazie. La Sfinge di Giza, simbolo della resurrezione in Egitto, è orientata verso il punto in cui sorge il sole nel giorno dell’equinozio di primavera. Con la diffusione del Cristianesimo la festa di primavera viene assimilata dalla Pasqua, la cui data cade il giorno della prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Gli elementi delle tradizioni antiche furono inglobati dalle festività attuali: il coniglio pasquale, l'uovo, il cero simbolo di luce. La Pasqua segna il momento della resurrezione di Gesù. Anche nei rituali pagani l’Equinozio di Primavera segnava una risurrezione: quella dei semi che, dopo essere stati seppelliti sarebbero sbocciati a nuova vita.
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