Bronzetti sardi, un popolo rappresentato con piccole sculture realizzate 3000 anni fa.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Eccoli i nostri avi, fieri e decisi sembrano osservarci, convinti di aver lasciato una traccia indelebile nel tempo, un forte segnale che, attraversando i millenni, sarebbe arrivato forte e chiaro a illuminare la nostra ricerca, e noi li studiamo, li esponiamo nei musei, sappiamo che sono preziosi ma abbiamo perduto la memoria storica e non riusciamo più a capirli. Sono lì, a dimostrare con tutte le loro forze che parteciparono attivamente ad una società complessa e meravigliosa, in grado di produrre le più maestose architetture occidentali dell’epoca, e in grado di navigare in tutto il Mediterraneo per relazionarsi alle altre grandi civiltà del passato.Osserviamo con attenzione i copricapo, gli occhi, la morfologia dei visi, sono tutti differenti, forse appartengono a popoli diversi, lontani fra loro. Devoti nell’atto dell'offerta o impavidi guerrieri rappresentati nell’istante della sfilata dopo il trionfo. La Sardegna era un luogo dove le genti arrivavano in segno di devozione, una terra nella quale le comunità si mescolavano fino a perdere l’identità originaria per diventare sardi.
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