Archeologia della Sardegna. Le tombe di giganti.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Le tombe di giganti sono monumenti in pietra costruiti nell'età del Bronzo, oltre 3500 anni fa. Contemporanei ai nuraghi, luoghi dei vivi, sono caratterizzati da forme che evocano la testa del toro, già divinizzato nelle domus de janas, e il ventre materno, generatore della vita e, in questo caso, custode del defunto. L'unione fra la forza generatrice del toro e la fertilità della Dea Madre avrebbe propiziato la rinascita dei defunti o il loro viaggio verso la vita nell'aldilà. Per tutta l'età del bronzo, il mondo dei nuragici pare non mostrare particolare attenzione alla rappresentazione di simboli, come avveniva in precedenza nel Neolitico con spirali, cerchi concentrici, zig-zag, triangoli, onde e altri. A un esame più attento, invece, sono proprio i monumenti a rivelare simboli potenti che evocano la
vita, il ciclo agricolo, la rinascita, gli astri, il mondo femmineo, tutti manifestati in edifici dove la luce, il buio, la maestosità e l'acqua sono elementi tenuti in grande considerazione: nuraghi, tombe, pozzi, fonti, templi a megaron, capanne particolari.
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