Archeologia della Sardegna. Romanzesu di Bitti.
Articolo di Pierluigi Montalbano
A Bitti, al confine nord della Barbagia, là dove nasce il fiume Tirso, immerso in un fitto bosco di sugherete che dona un'aura magica al luogo, sorge l'incantevole parco archeologico Romanzesu, interamente costruito in granito locale. Il villaggio comprende un centinaio di capanne, un tempio a pozzo che alimenta una piscina a gradoni, due templi a megaron in cui è stata trovata ambra proveniente dal Mar Baltico e un affascinante labirinto realizzato con una spirale di pietre. Dalle fenditure del pozzo sgorga l’acqua sorgiva che percorre un corridoio con spalti a gradoni lungo 40 metri e riempie una vasca ovoidale lastricata e conformata ad anfiteatro. È il luogo ideale dove svolgere funzioni sciamanico-religiose legate alla purificazione. La quantità di materiali pregiati trovati dagli archeologi suggerisce la frequentazione di genti che arrivavano anche da lontano per celebrare rituali iniziatici e cerimonie. Il parco è in leggera discesa e i monumenti si susseguono con un ordine che fa
pensare a una serie di prove da superare prima di giungere al grande bacino salvifico. Attraversare i 7 ettari del parco è un'esperienza che coinvolge tutti i sensi: le essenze profumate che si alternano, il silenzio che proietta fuori dalla realtà quotidiana, i monumenti che sfuggono al colpo d'occhio, la roccia granitica che si sposa con l'acqua e la bellezza del contesto sono tutti elementi da assaporare lentamente.
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