Archeologia della Sardegna. Le domus de janas e il ciclo della vita.
Articolo di Pierluigi Montalbano
I monumenti funebri più antichi in Sardegna, e in molte parti del mondo, sono costituiti da camere ovoidali scavate nella roccia. La forma dell'uovo evoca il grembo materno a cui ogni essere ritorna, facendo così coincidere la vita con la morte, e creando come frutto una rinascita. Le pareti sono decorate con simboli come spirali, mezzelune, corna, cerchi, serpenti e altri simboli. In varie culture, l'uovo è donato come offerta ai defunti per stimolare una nuova vita, ad esempio nel sito di Monte d'Accoddi c'è un uovo (omphalos) riccamente decorato con coppelle, anch'esse legate alla rinascita. Inoltre, ci sono culture in cui la forma ovoidale è connessa ad alcuni animali sacri alla Dea Madre, come il toro, con cerchi e ovali incisi sulle natiche nell’arte magdaleiana, e l’uccello, che trasporta nel proprio ventre un uovo, sui vasi minoici, cicladici ed ellenici. L'uovo racchiude una serie di vicende che avvengono prima della schiusa e della venuta al mondo, un lungo periodo di buio e di processi in cui l'embrione si evolve. che permettono lo sviluppo dell’embrione.
Questa fase corrisponde a livello simbolico alla morte dell'individuo, e la deposizione nella domus de janas gli consente di sperimentare delle sensazioni simili. Al contempo, la sepoltura favorisce la rigenerazione suggerendo un parallelo con le stagioni: la primavera è la stagione più florida della vita ma il ciclo deve iniziare con l’Inverno, rappresentante la morte apparente della natura. La schiusa dell'uovo, così come il germogliare del seme e il parto, sono solo l'ultimo atto di una serie di processi biologici, chimici e fisici. Nei cicli iniziatici di rinascita si sperimentano varie fasi evolutive della questione.
Una pratica diffusa è l’incubazione: l’iniziato trascorre una notte in un luogo sacro buio dove sperimenta visioni e sogni, ed entra in contatto con molte paure come il timore del buio, dell’ignoto e della morte. È un rituale di guarigione e purificazione su più piani, poichè aiuta anche i resti umani nell’ipogeo a rigenerarsi. La pratica dell’incubazione richiede che l'iniziato compia bagni rituali e intraprenda dei digiuni prima di accedere all'ipogeo. Per rinascere è necessario intraprendere una discesa lenta e a volte dolorosa, una morte apparente perché dobbiamo ricordare che i frutti si ottengono da una lunga e lenta sperimentazione di buio, caos e morte, ossia ciò che nelle stagioni è l'inverno.
Nelle immagini: Necropoli di Montessu, Villaperuccio.
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