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giovedì 7 ottobre 2021

Archeologia. Si conferma la leggenda del Regno di Agamennone: tre spade danno ragione a Omero. A Micene ritrovate armi di 3.400 anni fa.

 Archeologia. Si conferma la leggenda del Regno di Agamennone: tre spade danno ragione a Omero

A Micene ritrovate armi di 3.400 anni fa


Una scoperta che potrebbe contribuire a  disegnare i confini del regno di Agamennone a Micene nel  Peloponneso della tarda età del bronzo, che risulterebbero parzialmente coincidenti proprio con quelli suggeriti da Omero nell'Iliade. Si tratta del rinvenimento di tre spade, di fogge caratteristiche delle produzioni micenee palaziali, databili nell'ambito del XIV secolo a.C., ovvero nel periodo di pieno fulgore  dei palazzi micenei di Micene, Tirinto e Pilo. I manufatti sono stati messi in luce dagli archeologi dell'Università di Udine, coordinati da Elisabetta Borgna, nello scorso mese di agosto, durante la decima campagna annuale di scavo della necropoli della Trapezà di Eghion in  Acaia, nel Peloponneso occidentale, dove il gruppo udinese collabora  dal 2010 a un più ampio progetto del Ministero greco della cultura. Rinvenute durante l'indagine di una delle tombe apparentemente più semplici e modeste, le spade molto probabilmente erano appartenute ad  altrettanti guerrieri residenti in

una comunità situata sulle  propaggini montane dell'Acaia orientale, da cui si controllavano il centro di Eghion, la pianura costiera e il mar di Corinto. Le scoperte di quest'anno si aggiungono a quella delle scorse  campagne, quando l'indagine di un'altra tomba - la tomba 6, assai più  ampia e profonda - ha portato alla luce ricchi corredi di ceramica e  gioielli, nonché di un deposito di oggetti in bronzo che comprendeva  una monumentale cuspide di lancia da parata, preliminarmente  interpretata come dotazione di una figura particolare - un ufficiale,  sovrintendente o governatore locale - legato all'autorità centrale di  Micene. Lo scorso agosto gli archeologi hanno condotto inoltre indagini  nell'antico villaggio individuato nel 2015 qualche centinaia di metri  più a sud della necropoli. Fondato in età pre-micenea, verso l'inizio  del II millennio a.C., l'abitato ebbe lunga durata. Quest'anno è stato riportato alla luce un imponente edificio con focolare centrale del  tipo a "megaron", caratteristico dell'architettura micenea. All'indagine sul campo presso la Trapezà, il gruppo di ricerca  dell'Ateneo di Udine è invitato a collaborare dal direttore del museo  di Eghion, Andreas Vordos, nell'ambito di un ampio progetto del  Servizio Archeologico greco per il Ministero greco della cultura  nell'area archeologica dell'antica città di Rhypes. Le campagne  avviate nel 2010 e concentrate dal 2012 sui contesti funerari - un  nucleo di tombe a camera scavate nella sabbia coesa del substrato di  un pendio collinare - sono supportate, oltre che dall'Ateneo di Udine, dal Ministero italiano degli Affari esteri e dall'Institute for Aegean Prehistory di Philadelphia. 



Il sistema politico-sociale ed economico dei regni micenei era  rigidamente centralizzato e dunque certi beni strategici come le armi  avevano circolazione controllata e accesso limitato. "Prodotte nelle  officine centrali - spiega Elisabetta Borgna - esse erano conservate  nei magazzini palaziali ed erano per lo più distribuite all'occorrenza agli uomini chiamati alle armi o erano detenute da guerrieri e  ufficiali con ruoli specifici nell'ambito dell'amministrazione  palatina. È dunque raro che durante la piena età palaziale, ossia  quando era più efficiente e rigoroso il sistema di controllo dei  palazzi, nelle tombe, e in particolare in quelle appartenenti a  necropoli periferiche, venissero deposte delle armi; quando avveniva,  queste ultime erano certamente incaricate di esprimere indicazioni  rilevanti sullo status e sul ruolo dei defunti". L'individuazione, dunque, di un gruppo di guerrieri micenei nella  necropoli achea in corso di indagine è un fatto molto significativo  per la ricostruzione storica dei confini politici del regno miceneo  nella tarda età del bronzo. "Questa presenza - evidenzia Borgna -  sembra costituire una conferma a quanto racconta Omero nel secondo  libro dell'Iliade, quando, nel celebre Catalogo delle Navi, quantifica la potenza militare degli Achei impegnati nella spedizione a Troia  elencando i comandanti e la provenienza dei contingenti. Il poeta  greco riferisce che Agamennone in persona, re di Micene, avrebbe  guidato da condottiero cento navi di guerrieri, reclutati, oltre che  nei territori immediatamente circostanti al palazzo di Micene, in  Argolide e Corinzia, anche nella periferica Eghialia, ossia la  porzione orientale dell'Acaia intorno ad Eghion, sede di vari  insediamenti di cui più tardi ci avrebbe parlato Pausania". In particolare, accennando a "coloro che abitavano intorno ad Eghion", "le parole di Omero - conclude Borgna - fanno riferimento a comunità  in grado di fornire risorse in termini di seguito e forza militare per grandi iniziative come quella della leggendaria guerra di Troia che il poeta si apprestava a celebrare. Le tracce ora rinvenute di quei  guerrieri micenei che nel vasto Peloponneso servirono la potente  organizzazione militare dei palazzi rappresentano dunque forse il  nucleo storico di una realtà trasposta in leggenda ed evocata dal  racconto epico". Il "megaron", a pianta rettangolare regolare, generalmente tripartito  e con portico antistante, era un modello planimetrico-strutturale  caratteristico dell'architettura micenea, e in particolare del nucleo  dei palazzi in cui si svolgeva la vita di corte, che ospitava la sala  del trono. Era caratterizzato dalla presenza di un grande focolare  centrale, che, interpretando il passaggio dall'autorità familiare in  sede domestica a quella pubblica nella sede cerimoniale e  istituzionale, rappresentava, in veste monumentale, il simbolo del  potere miceneo. L'edificio con impianto a "megaron" della Trapezà di Eghion -  risalente agli inizi della civiltà micenea (XVII secolo a.C.), e  dunque precedente alla fondazione dei palazzi - può essere confrontato con alcune strutture coeve, interpretate in altri insediamenti come  dimore di gruppi emergenti a livello locale. Il focolare era costruito su imponenti fondazioni in grosse pietre, era delimitato da grandi  ciottoli e allestito con un'articolata serie di stesure di ghiaia e  ciottoli su cui poggiavano piastre di argilla da cottura. "Una complessità - sottolinea Borgna - che sembra la premessa del  fiorente sviluppo dei secoli successivi, così ben documentato dalla  necropoli. Le dinamiche di crescita, evoluzione ed estensione  dell'abitato e il rapporto tra questo e la vicina necropoli sono tra  gli affascinanti aspetti ancora da chiarire".

 

Fonte:  Rai News

https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/archeologia-scoperta-di-tre-spade-Regno-di-Agamennone-Omero-56441248-cf0f-481f-8e52-92010fee92ab.html?fbclid=IwAR2CLmz8j0GJE38rnl4upm3-L3iB4dHigFX8ZrS-H0WjE7QqmLjb7mtk6lc

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