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giovedì 27 maggio 2021

Cartografia nautica. Vespucci, Colombo, Caboto e... Michele da Cuneo. Articolo di Rolando Berretta

 Cartografia nautica. Vespucci, Colombo, Caboto e... Michele da Cuneo.

Articolo di Rolando Berretta

 


Questa volta cercherò di dare uno sguardo “diverso” alla carta che Vesconte Maggiolo realizzò a Napoli nel 1516.


L’ho fatto misurandolo sulla mia carta da 80 x 34.

Se andate sulla Wikipedia la trovate in alta definizione.

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Vesconte_Maggiolo._World_chart,_from_eastern_coasts_of_America_to_India._PORTOLAN_CHART._Naples,_1516.A.jpg

Salta subito all’occhio l’influenza di Ptolomeo se osserviamo il Nilo. Altro elemento è il meridiano 0 (sempre di Ptolomeo)  posto sull’isola del Ferro: l’isola più occidentale delle Canarie. Inoltre si è

dimenticato di tirare la linea del Circolo Polare Artico. Fortunatamente, per me, su quest’ultimo meridiano ha segnato una scala graduata. Scala che arriva a 68 gradi nord. La verifica con i miei Tropici e C.Polari è perfetta. Il parallelo centrale, del suo lavoro, è quello di Capo Verde mentre il meridiano centrale passa sopra Genova.  (Ricordo che Maggiolo è genovese.) Usa il classico giro di compasso da 26 unità su uno schema da 34 unità. Ho rimarcato il profilo della Terra de Cuba (grazie Colombo!) e gli isolotti che formano il gomito: in latino Cubitus da quale prese il nome di Cuba. L’isola di Hispagnolia è diventata ISABELLA.

A 30° sud ha messo una scala graduata. Immediato il confronto con i miei settori da 4,5 gradi.


Sembra che i miei settori da 9° gradi coincidano con la sua scala.

Solo i settori!  Peccato!  Però: io uso settori da 4,5 gradi che, per loro, sono da 5 gradi. Quindi in 10 gradi ci sarebbero 14 …

Nella carta trovate, anche, l’ Organum Latitudinis: lo strumento per ricavare quante miglia romane ci sono in uno degli 80 settori a qualsiasi latitudine (una mia scoperta!) Se i Romani hanno diviso l’Equatore in 80 parti da 338 miglia basta inserire una scala che misuri 338 come misura del raggio dell’Equatore. (Potete fare tutti i calcoli che volete e vi renderete conto che l’unico valore che cambia è la misura del Raggio.) Basta una semplice squadretta, da usure sul goniometro, per trovare il valore che ci interessa. Esempio: per sapere su quale parallelo, diviso in 80 parti, trovo il valore di 250 miglia romane? Usate la squadretta e lo trovate subito. Andate sulla scala da 338 posta sul raggio. Fatela scorrere fino al valore di 250 e controllate cosa segna il goniometro.

Ma passiamo alle cose serie!


Che ci fa una minuscola bandiera genovese in questa carta?

Noi abbiamo due Lettere Rarissime, scritte da Colombo, stampate immediatamente, che riguardano il suo  primo e terzo viaggio. Quella del III viaggio vorrebbe  dimostrare che Colombo ha toccato il continente americano (il Parias) prima di Caboto e Vespucci. I suoi contemporanei hanno riconosciuto il merito al Vespucci e il Nuovo Mondo fu chiamato America. (curioso che non l’abbiano chiamato Ameriga … da Amerigo). Per il secondo viaggio dell’Ammiraglio abbiamo la relazione di Michele da Cuneo. E siamo arrivati alla bandierina genovese.

https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_da_Cuneo

Io ho conosciuto Michele da Cuneo attraverso il libro di Pino Cimò.

Il Nuovo Mondo – La scoperta dell’America nel racconto dei grandi navigatori italiani del cinquecento- editoriale Giorgio Mondadori.

Dalla relazione di Michele da Cuneo emerge un Colombo completamente diverso da quello delle Lettere Rarissime. Niente Sargassi! Vi mostro un passaggio della sua Relazione:

 …. Avevamo costeggiato quasi tutta l’isola di Iamahich (Giamaica) e non avevamo trovato  in essa nulla di meglio che nelle altre isole. Navigando, dunque, verso Hispaniola, io fui il primo a vedere terra. Per questo il signor Ammiraglio ordinò di approdare in quel luogo, all’altezza di un promontorio dove  c’era un ottimo porto. In mio onore il signor Ammiraglio battezzò il promontorio Capo San Michele Savonese e così lo segnò nella sua agenda. E, navigando sempre lungo la costa, trovammo spiagge e porti buoni e scendemmo spesso a terra. Dappertutto c’era molta gente con le stesse caratteristiche (delle popolazioni indigene già conosciute). E, seguendo la costa in direzione  del nostro villaggio, ci imbattemmo in un’isola bellissima, situata davanti ad un promontorio,  non molto lontana, che fui io a scoprire per primo e che ha un perimetro di circa 100 miglia. Anche in questo caso, in mio onore il nostro Ammiraglio battezzò l’isola con il nome di Bella Savonese e me la regalò. E di essa nei modi e con le regole dovute io presi possesso in nome della Maestà del Re, come faceva il signor Ammiraglio con le altre isole. Alla presenza, cioè, di un notaio pubblico, incaricato di redigere l’apposito atto, io su quell’isola strappai erba e alberi, piantai la croce e anche la forca e in nome di Dio la battezzai  La bella Savonese.  E certamente la si può chiamare bella perché vi sono in essa 37 villaggi con almeno 30.000 abitanti. E questo nome fu anche esso annotato dal signor Ammiraglio nella sua agenda. L’ultimo giorno di settembre, nel nome di Dio, approdammo incolumi a Isabella, il nostro villaggio, dove trovammo tutti i nostri. Erano terrorizzati pensando che fossimo morti e, inoltre, tra di loro molti erano malati e a corto di provviste. …

E questa è l’origine della bandiera genovese nella carta di Vesconte Maggiolo.



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