Cartografia nautica. Vespucci, Colombo, Caboto e... Michele da Cuneo.
Articolo di Rolando Berretta
L’ho fatto misurandolo sulla mia carta da 80 x 34.
Se andate sulla
Wikipedia la trovate in alta definizione.
Salta subito all’occhio l’influenza di Ptolomeo se osserviamo il Nilo. Altro elemento è il meridiano 0 (sempre di Ptolomeo) posto sull’isola del Ferro: l’isola più occidentale delle Canarie. Inoltre si è
dimenticato di tirare la linea del Circolo Polare Artico. Fortunatamente, per me, su quest’ultimo meridiano ha segnato una scala graduata. Scala che arriva a 68 gradi nord. La verifica con i miei Tropici e C.Polari è perfetta. Il parallelo centrale, del suo lavoro, è quello di Capo Verde mentre il meridiano centrale passa sopra Genova. (Ricordo che Maggiolo è genovese.) Usa il classico giro di compasso da 26 unità su uno schema da 34 unità. Ho rimarcato il profilo della Terra de Cuba (grazie Colombo!) e gli isolotti che formano il gomito: in latino Cubitus da quale prese il nome di Cuba. L’isola di Hispagnolia è diventata ISABELLA.A 30° sud ha messo una scala graduata. Immediato il
confronto con i miei settori da 4,5 gradi.
Sembra che i miei settori da 9° gradi coincidano con la sua scala.
Solo i settori!
Peccato! Però: io uso settori da
4,5 gradi che, per loro, sono da 5 gradi. Quindi in 10 gradi ci sarebbero 14 …
Nella carta trovate, anche, l’ Organum Latitudinis: lo strumento per ricavare quante miglia romane
ci sono in uno degli 80 settori a qualsiasi latitudine (una mia scoperta!) Se i
Romani hanno diviso l’Equatore in 80
parti da 338 miglia basta inserire una scala che misuri 338 come misura del
raggio dell’Equatore. (Potete fare tutti i calcoli che volete e vi renderete
conto che l’unico valore che cambia è la misura del Raggio.) Basta una
semplice squadretta, da usure sul goniometro, per trovare il valore che ci
interessa. Esempio: per sapere su quale parallelo, diviso in 80 parti, trovo il
valore di 250 miglia romane? Usate la squadretta e lo trovate subito. Andate
sulla scala da 338 posta sul raggio. Fatela scorrere fino al valore di 250 e
controllate cosa segna il goniometro.
Ma passiamo alle cose serie!
Che ci fa una minuscola bandiera genovese in questa carta?
Noi abbiamo due Lettere Rarissime, scritte da Colombo,
stampate immediatamente, che riguardano il suo
primo e terzo viaggio. Quella del III viaggio vorrebbe dimostrare che Colombo ha toccato il
continente americano (il Parias) prima di Caboto e Vespucci. I suoi
contemporanei hanno riconosciuto il merito al Vespucci e il Nuovo Mondo fu
chiamato America. (curioso che non
l’abbiano chiamato Ameriga … da Amerigo). Per il secondo viaggio
dell’Ammiraglio abbiamo la relazione di Michele
da Cuneo. E siamo arrivati alla bandierina genovese.
https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_da_Cuneo
Io ho conosciuto Michele da Cuneo attraverso il libro di Pino Cimò.
Il Nuovo Mondo – La
scoperta dell’America nel racconto dei grandi navigatori italiani del
cinquecento- editoriale Giorgio
Mondadori.
Dalla relazione di Michele da Cuneo emerge un Colombo
completamente diverso da quello delle Lettere Rarissime. Niente Sargassi! Vi mostro un passaggio della sua Relazione:
…. Avevamo costeggiato quasi tutta l’isola di
Iamahich (Giamaica) e non avevamo trovato
in essa nulla di meglio che nelle altre isole. Navigando, dunque, verso
Hispaniola, io fui il primo a vedere terra. Per questo il signor Ammiraglio
ordinò di approdare in quel luogo, all’altezza di un promontorio dove c’era un ottimo porto. In mio onore il signor
Ammiraglio battezzò il promontorio Capo
San Michele Savonese e così lo segnò nella sua agenda. E, navigando sempre
lungo la costa, trovammo spiagge e porti buoni e scendemmo spesso a terra.
Dappertutto c’era molta gente con le stesse caratteristiche (delle popolazioni
indigene già conosciute). E, seguendo la costa in direzione del nostro villaggio, ci imbattemmo in
un’isola bellissima, situata davanti ad un promontorio, non molto lontana, che fui io a scoprire per
primo e che ha un perimetro di circa 100 miglia. Anche in questo caso, in mio
onore il nostro Ammiraglio battezzò l’isola con il nome di Bella Savonese e me la regalò. E di essa nei modi e con le regole
dovute io presi possesso in nome della Maestà del Re, come faceva il signor
Ammiraglio con le altre isole. Alla presenza, cioè, di un notaio pubblico,
incaricato di redigere l’apposito atto, io su quell’isola strappai erba e
alberi, piantai la croce e anche la forca e in nome di Dio la battezzai La
bella Savonese. E certamente la si
può chiamare bella perché vi sono in essa 37 villaggi con almeno 30.000
abitanti. E questo nome fu anche esso annotato dal signor Ammiraglio nella sua
agenda. L’ultimo giorno di settembre, nel nome di Dio, approdammo incolumi a Isabella, il nostro villaggio, dove
trovammo tutti i nostri. Erano terrorizzati pensando che fossimo morti e,
inoltre, tra di loro molti erano malati e a corto di provviste. …
E questa è l’origine della bandiera genovese nella carta di
Vesconte Maggiolo.
Nessun commento:
Posta un commento