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giovedì 18 marzo 2021

Archeologia della Sardegna. La barca di pietra di Seth. Articolo di Gustavo Bernardino

 Archeologia della Sardegna. La barca di pietra di Seth

Articolo di Gustavo Bernardino

 


In un vecchio articolo del febbraio 2018, tra i vari argomenti trattati, in una postilla a pag. 2, avanzavo l'ipotesi che la stele centrale dell'esedra delle domus de janas per esempio quella di “Coddu Vecchiu” di Arzachena, poteva intendersi come una barca. La mia interpretazione si basava sulla conoscenza delle usanze in materia funeraria in capo agli egizi e a noi pervenute attraverso i vari documenti ritrovati. Per esempio, nei “Testi religiosi egizi “ curati da Sergio Donadoni e pubblicati da Garzanti nel 1997 su licenza della UTET, ho trovato una possibile  conferma della mia tesi, in un racconto intitolato “Il giudizio di Horo e Seth” a pag. 246, di cui ho trattato nell'ultimo articolo del 8 marzo. Ad un certo

punto del racconto, si dice “....Ma Seth si adirò assai, e levò un grande grido, quando dissero: ”Ha ragione Horo, ha torto Seth”. E Seth fece un grande giuramento a dio dicendo:” Non gli si darà l'ufficio, prima che non sia stato messo fuori con me”, e che ci costruiamo qualche barca di pietra e facciamo una gara di corsa tutti e due. Quegli che vincerà sul suo compagno, a lui si darà l'ufficio di Principe,”.

Allora Horo si costruì una sua barca di cedro, la stuccò di gesso, e la varò in acqua al momento della sera, senza che la vedesse nessun uomo che sia sulla terra intera.

Quando Seth vide la barca di Horo, e si disse che era di pietra, andò sulla montagna e tagliò un cocuzzolo di roccia, e si costruì una barca di pietra di 138 cubiti. Quindi essi scesero nelle loro barche in cospetto dell'Enneade. Ed ecco, la barca di Seth sprofondò nell'acqua. Ma Seth si trasformò in un ippopotamo, e danneggiò la barca di Horo...”

La mia interpretazione, supportata da questo documento, potrebbe pertanto essere corretta posto che vi sono anche altre ragioni per far ritenere valida la tesi.

Una di queste riguarda l'arco temporale in cui si può inserire il cambiamento tipologico realizzativo dei sepolcri nuragici. Il passaggio cioè dalle prime versioni di “Tomba di Giganti” (vedi per esempio “Is Concias” di Quartucciu) che non avevano nell'esedra la stele centrale, a quella successiva con la stele centrale (a forma di barca?) come quella di “Coddu Vecchiu” di Arzachena. Tale elemento decorativo entra in uso in un periodo che ritengo compatibile con il documento egizio che risale alla XX dinastia (1185 a.C-1078 a.C.).



A questo riguardo c'è da aggiungere una ulteriore considerazione che ritengo utile per la validazione della tesi.

Il nuraghe di Ilbono ha lo stesso nome di un “Gran Sacerdote” egiziano della IV dinastia, Shery.

Nella tomba di Shery a Saqqara, sono state trovate delle iscrizioni in cui viene detto che il personaggio è stato Soprintendente dei Sacerdoti del faraone Peribsen fondatore del culto di Seth ad Abido. Non è improbabile pertanto che il sacerdote o capo spirituale che soprintendeva al culto che si svolgeva nel nuraghe di Ilbono, possa essere stato un seguace di tale corrente religiosa ed anche l'iniziatore del nuovo corso teologico che imponeva la costruzione delle tombe collettive con la caratteristica della stele centrale a forma di barca, come quella costruita da Seth con una pietra di 138 cubiti, come riportato nel racconto. 


Nelle immagini (da internet):

Tomba di giganti Coddu Vecchiu di Arzachena

Tomba di Giganti Is Concias di Quartucciu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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