Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

lunedì 15 luglio 2019

Archeologia. In Sardegna, 4000 anni fa, coibentavano le capanne dei villaggi e conficcavano spade nella roccia. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia. In Sardegna, 4000 anni fa, coibentavano le capanne dei villaggi e conficcavano spade nella roccia. 
Articolo di Pierluigi Montalbano


Nel territorio di Teti, un piccolo centro della Barbagia, oltre ai tanti bronzetti d’inestimabile valore trovati verso la metà dell’Ottocento e oggi esposti al Museo di Cagliari, sono stati individuati diversi menhir protoantropomorfi in granito, asce in pietra, cuspidi di freccia in ossidiana, grattatoi, raschiatoi e schegge di lavorazione del Neolitico. Un reperto particolare è una statuetta femminile rossiccia ben levigata, in roccia vulcanica, con forma di Dea Madre obesa, probabile rappresentazione di donna in gravidanza avanzata. Molti oggetti provengono dai
grandi santuari nuragici Abini e S’Urbale.

Da Abini giungono le spade e gli oggetti votivi, mentre nel secondo, composto da 50 capanne dell’età del Bronzo Recente e Finale, arrivano oggetti domestici. Nel museo locale si può ammirare una splendida ricostruzione del vano F del villaggio nuragico di S’Urbale, quello nell’immagine sopra, dove gli oggetti sono autentici e sistemati nell’esatta posizione del loro ritrovamento. Un elemento straordinario trovato a Teti è uno strato di coibentazione posizionato nel pavimento di una capanna. Mostra le tecniche usate dai sardi nuragici per difendersi dall’umidità e dalle rigide temperature invernali del luogo. E’ composto da strati di materiali naturali come argilla, sughero e stuoie.

Altra particolarità del Santuario Abini è la enorme quantità di spade integre rinvenute, oltre 130, lunghe da 90 cm fino a 130 cm, spezzate con violenza nell’impugnatura per sradicarle dalla pietra in cui stavano infisse (immagine sopra). Hanno una nervatura centrale che termina in due sottili sfoglie laterali ripiegate in dentro, nei punti in cui furono tenute strette dalle fasce di rame che le legavano. Erano legate a fasci, e 22 di loro conservano la piombatura con cui erano state fissate con la punta sull’altare in pietra.

Nessun commento:

Posta un commento