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lunedì 28 agosto 2017

Archeologia. Le iniziazioni e gli Dei: Demetra, Persefone, Dioniso e i Misteri. Riflessioni di Pierluigi Montalbano

Archeologia. Le iniziazioni e gli Dei: Demetra, Persefone, Dioniso e i Misteri.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano


L’inno omerico a Demetra canta come la Dea istituì i Misteri di Eleusi in occasione del soggiorno in questa città, svelando ai sovrani amministratori della giustizia, a Trittolemo, a Diocle e a Keleo, la perfetta celebrazione dei riti sacri. Associata a Demetra è Persefone, o Core, sua figlia, e ovunque, insieme  a lei, sono onorate le ninfe come cooperatrici in tutte le sue opere. Esse presiedono alla generazione e abitano in vicinanza delle acque, a causa dell’umidità necessaria alla nascita. Core fu allevata dalle Ninfe e a lei si innalzano statue nei pressi delle sorgenti. I Misteri racontano anche l’unione di Zeus con Demetra, dalla quale nasce Persefone, e di quella di Zeus con Persefone che genera Dioniso. Demetra, oltre ai Grandi Misteri, istituì anche i riti per la purificazione degli omicidi, chiamati Piccoli Misteri e dedicati a Eracle, commemorati per l’uccisione dei Centauri. Demetra sancisce la dignità di re e regine, e in quanto corrisponde alla Terra, è colei che costituisce il principio della città, la concordia nel vivere civile, ed è la custode della costituzione, ad Atene come altrove. Ella presiede ai giochi, alle gare e ai concorsi teatrali. Secondo Aristide, gli uomini, che un tempo camminavano carponi, assunsero la posizione eretta una volta che il frutto di Demetra fu scoperto e, per dimostrare la loro gagliardia, partecipavano alle gare di corsa. Demetra dona la perfezione della
vita e, insieme all’agricoltura, ha donato agli uomini i Misteri. Gli antichi autori greci raccontano che dopo aver peregrinato per tutta la Terra e il mare in cerca di Core rapita, Demetra giunge a Eleusi e si ferma perché trova ciò che cerca. In segno di ringraziamento dona agli uomini di Eleusi i prodotti dell’agricoltura e i Misteri, gli uni atti a rendere più gradevole il nutrirsi, gli altri fatti per rendere più accetta la disposizione dell’animo. Platone racconta di feste agricole in suo onore, e di Dioniso, nelle quali si consumano le primizie dell’aia. Per Varrone, Proserpina/Core è il simbolo della fecondità dei semi poiché era scomparsa per un certo tempo rapita dall’orco (Plutone). Ora, in autunno, che giunge la pioggia (Giove), Proserpina /Cere, finalmente ritrovata, può essere affidata alla terra (è il seme) in attesa della rinascita. E’ chiarissimo che i Misteri Eleusini sono legati all’agricoltura. Gli uomini, disponendo della conoscenza del ciclo agricolo, possono vivere agiatamente, senza più combattersi e uccidersi. I Misteri, insegnando l’agricoltura, promuovono la civiltà. Platone riallaccia ai Misteri non soltanto la scoperta del vino e dei cereali, grazie ai quali ogni forma di cannibalismo fu scongiurata, ma anche l’istituzione dei sacrifici, che resero all’uomo lecito il nutrirsi della carne delle vittime. In un passo delle Leggi, in un dialogo Platone scrive: “Ateniese: possiamo credere che le viti siano comparse sulla Terra solo a un certo momento? E così gli olivi e i frutti di Demetra e di Core? E non possiamo supporre che quando tutto questo non c’era gli esseri viventi di divoravano fra loro come vediamo che fanno ora? – Clinia risponde: Certamente. – Ateniese: conosciamo il costume dei sacrifici umani ma sentiamo dire di altri popoli presso i quali non si osa mangiare la carne di bove, né si sacrificano animali agli Dei. Si cibano di focacce e frutti cosparsi di miele perché non ritengono pio mangiarne e macchiare di sangue gli altari degli Dei. Essi si nutrono di cibi inanimati e si astengono da tutto ciò che ha vita animale”. Platone conclude dicendo che la misura del grano (choinix) è il simbolo della giustizia, e aggiunge che Demetra dona la salute e i mezzi di guarigione. Essa è salvatrice, virtù che condivide puntualmente con l’Iside Egizia. La Dea ha istituito il matrimonio e in questo atto non ha compiuto un’opera disgiunta dalla sua principale perché il matrimonio è un’iniziazione ed è simile all’agricoltura. Persefone coopera con Demetra perché mediante i Misteri l’uomo riceve una nuova vita iniziatica e una nuova anima. Persefone dal seme affidato alla terra fa nascere una pianta novella, fa discendere sulla Terra un’anima destinata a dar forma e vita a un corpo umano, fa morire gli uomini e regna sui morti, riconduce le anime verso l’alto donando una vita nuova. Essa è il potere che fa morire il seme e poi da esso fa nascere una pianta. Dioniso partecipa al principio dell’iniziazione perché colloca l’anima sul trono di Zeus prima della discesa sulla Terra. Le iniziazioni hanno lo scopo di ristabilirla su quel trono sia nel corso della vita sia dopo la morte. Dioniso è l’energia che fa salire negli alberi il principio umido e generatore, ha la facoltà di purificare ed è il Dio del vino attraverso il quale infonde, come dice Platone, un delirio foriero di sapienza. I Misteri ci rimettono in rapporto con il cosmo e con gli Dei. Il fine è di ristabilire un legame cosciente fra uomo e divinità tramite un rito sacramentale.  Si può dire che, grazie ai Misteri, l’anima umana si eleva verso gli Dei. L’iniziato si ritiene un membro della famiglia degli Dei, e poiché rapporti profondi legano l’uomo, la città e il cosmo, l’azione rituale dà la possibilità di agire non soltanto sull’uomo ma anche sulla città e sul cosmo. I sovrani non governano solo gli uomini, ma anche la natura e i suoi fenomeni, influendo sulla fertilità dei campi e sulla fecondità delle greggi. I sacerdoti e i dignitari, nell’esercitare le loro funzioni sacrali, concorrono alla formazione e alla direzione del cosmo.

L’anima preesiste alla vita umana, abitando dapprima libera, felice e perfetta nel mondo intellegibile, annessa all’intelligenza eterna. Poi scende nella zona superiore del mondo visibile traversando le fere astrali e penetrando nell’atmosfera terrestre umida e oscura e giungendo sulla Terra. Nella regione eterea ha ricevuto una potenza luminosa (il soffio del logos o dell’anima), ossia quel veicolo che trasmetterà dal cervello, mediante i nervi, gli ordini del pensiero in ogni parte del corpo. Sulla Terra, l’anima penetra in un corpo nato dalla terra. In altre parole, l’uomo che vive in questo mondo è concepito come atto intellettuale che si avvolge di vesti sempre più materiali. L’uomo terrestre è dotato di un Nous (intelletto), un’anima e un corpo. Finché l’anima rimane chiusa nel corpo, l’uomo è soggetto alle passioni e alla sofferenza, e risulta soggetto all’ignoranza poiché l’influsso dello spirito può essere turbato o ostacolato. La morte (anche solo simbolica) sarà la sua liberazione perché lo farà salire verso gli strati superiori cancellando le influenze malefiche e le impurità contratte nella vita inferiore, e tornerà all’unità armonica con l’intelletto divino ed eterno. Le anime, pur derivando tutte dallo stesso principio originario, non sono partite dallo stesso grado: alcune sembrano discese per illuminare e perfezionare il mondo, altre sembrano esservi precipitate a seguito di una colpa.  Le anime non si incarnano in corpi uguali perché alcuni possiedono già qualcosa di divino, sono già passate attraverso gradi di iniziazione. E anche il ritorno, quello che si compie dopo la morte, non è il medesimo per ogni anima, e può essere più lungo e costellato di vicissitudini. L’iniziazione è paragonabile alla morte, che è il ritorno alle origini. L’apprendimento iniziatico è un imparare a morire e risalire verso la luce abbandonando ciò che è imperfetto.

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