giovedì 23 febbraio 2012
Atlantide in Spagna? Continuano le bufale...
Ricercatori scoprono i resti di Atlantide nel sud della Spagna
di Pietro Vernizzi
Prima di iniziare la lettura di questo articolo, prego tutti gli amici del quotidiano di riflettere attentamente sul fatto che ancora oggi, dopo 2500 anni, studiosi e ricercatori riescono a farsi finanziare progetti sconclusionati e, incredibilmente, forniscono prove "inconfutabili" sulle favole di Platone.
Un gruppo di ricercatori internazionali ha annunciato di avere scoperto il punto in cui sorgeva la leggendaria città di Atlantide, identificandolo nelle remote paludi della Spagna sud-occidentale.
SONDE SOTTERRANEE - Paul Bauman, geofisico canadese dell’Alberta, insieme a due colleghi di WorleyParsons Canada, una società con sede a Galgary, hanno realizzato ispezioni sotterranee con alcune sonde come parte di un’indagine guidata dagli Stati Uniti, il cui scopo era risolvere uno dei misteri archeologici più antichi al mondo. Come scrive Randy Boswell, dell’agenzia di stampa Postmedia News, dopo aver assistito in diretta al devastante impatto del colossale tsunami in Giappone, arriva la notizia dell’identificazione di Atlantide sulla terraferma del continente europeo.
DESCRIZIONE DI PLATONE - A diffonderla per primo è stato uno speciale della televisione del National Geographic, a 2.400 anni dalla descrizione del filosofo greco Platone, che ha tramandato la memoria della grande civiltà distrutta dalle inondazioni seguite a un poderoso terremoto sottomarino. Per secoli ci si è chiesto se Atlantide sia realmente esistita o se sia stata semplicemente un’invenzione di Platone, che ha parlato di un mitico regno «inghiottito dal mare». E in tempi moderni sono state avanzate numerose teorie sul luogo in cui doveva sorgere la città sommersa, sia da parte di ricercatori autorevoli che da un manipolo di pseudo esperti.
LE «COLONNE D’ERCOLE» - Il più recente tentativo di scoprire la città scomparsa è iniziato nel 2004, quando il fisico tedesco Rainer Kuhne ha individuato delle caratteristiche anomale nelle foto scattate dal satellite della piana acquitrinosa vicino alla foce del fiume spagnolo Guadalquivir, a nord-ovest dell’attuale città di Cadice. L’area si trova vicino allo stretto di Gibilterra, che gli studiosi hanno generalmente identificato come le «Colonne di Ercole», citate da Platone nella sua descrizione del punto in cui sorgeva Atlantide. Le prove sul terreno nella località spagnola, condotte dall’archeologo dell’University of Hartford, Richard Freund, si sono svolte negli ultimi anni e sono state filmate dalla troupe dei documentari del National Geographic.
CITTA’ INONDATA - L’area iberica è «il miglior candidato possibile mai scoperto con una quantità di prove così grande», ha dichiarato Freund al quotidiano americano Hartford Courant. L’archeologo ha anche indicato alcuni curiosi oggetti d’artigianato scoperti più lontano a nord nella Spagna, dove potrebbero essersi trasferiti i rifugiati da un insediamento costiero inondato. E alcuni manufatti dal valore «memoriale», forse per commemorare una città andata distrutta, sono stati dissotterrati. Bauman ha raccontato a Postmedia News di avere lavorato con Freund a circa 20 siti storici nel Medio Oriente e altrove, ma finora non aveva mai individuato nulla così «di alto profilo nell’assomigliare alla città scomparsa di Atlantide».
FORNO ANTICHISSIMO - Il lavoro del gruppo di Bauman è avvenuto con radar in grado di penetrare nel terreno, oltre che con magnetometri e scanner elettrici utilizzati per rintracciare le «firme» termiche o chimiche di oggetti costruiti dall’uomo e rimasti sepolti nei sedimenti. Gli antichi manufatti sono stati riportati alla luce nel delta del fiume infestato dalle zanzare, in condizioni estremamente calde e umide. I ricercatori canadesi inoltre, grazie a un sensore, hanno individuato un forno comunale ora sepolto nei sedimenti paludosi, lontano da ogni insediamento antico attualmente conosciuto.
ETA’ DEL BRONZO - C’erano inoltre delle strutture estensive che potevano rappresentare canali, ha osservato sempre Bauman. Per l’archeologo, «il momento più eccitante è stato quello in cui hanno scoperto una statuetta che era evidentemente molto diversa dagli altri manufatti dell’area, ma simile agli altri stili di intaglio e di arte rappresentativa dell’Età del Bronzo. E’ stata quindi trovata una seconda statuetta. Si possono avere tutte le prove indirette e le trace geofisiche, ma non c’è nulla come scoprire un manufatto che si può datare anche solo approssimativamente, e non ci sono dubbi sul fatto che la statuetta sia stata realizzata da mani umane».
fonte: http://www.ilsussidiario.net/News/Curiosit...pagna/1/158442/
Nell'immagine: un lacerto di intonaco di Avaris, capitale degli Hyksos, conservato al British Museum
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contenti loro, contenti tutti.
RispondiEliminaAntonio
Si sa già da tempo che quella è la zona della antica Tartesso, quindi sicuramente gli scavi porteranno a qualcosa di interessante.
RispondiEliminaDispiace l'espressione 'favole di Platone', dato che Platone era un uomo serio.
Le prove intellettuali dell'esistenza di Atlantide c'è chi non riesce a vederle.
Forse ha cercato male, e sarebbe in parte, ma solo in parte, scusabile considerata la quantità oggettivamente 'importante' di spazzatura, forse ha una formazione (che può essere più propriamente una de-formazione) che gli impedisce di accettare la complessità e la ricchezza culturale dell'uomo antico... Chissà.
Mi pare che in quella zona (Siviglia) gli scavi non abbiamo portato mai nulla di riferibile a Tartesso. Forse dovrebbero cercare la mitica città da qualche altra parte e lasciar perdere quell'unica fonte che pose la città alla foce del Guadalquivir.
EliminaPer quanto riguarda le "Favole" di Platone...sono proprio favole, ossia costruzione di una storia che contiene invenzioni. Platone era serissimo, tant'è che oggi continuano a credergli. Peccato che i suoi contemporanei abbiano dimostrato che Atlantide non era una realtà ma solo un racconto che Platone utilizzò per spiegare la sua visione di società ideale.