Archeologia. L’economia e i commerci al
tempo dei greci di Alessandro Magno. (Parte quinta)
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Prima parte: dono e baratto, i traffici economici primitivi. (clicca sul titolo per aprire)
Seconda parte: Il sistema dei traffici commerciali in Europa, Mediterraneo e Vicino Oriente. (Clicca sul titolo per aprire)
Terza parte: Economia e traffici commerciali nell'antichità: la questione greca. (clicca sul titolo per aprire)
Quarta parte: Vie commerciali e strumenti di scambio in Europa nel Neolitico e nelle età dei metalli. (clicca sul titolo per aprire)
Le conquiste in Oriente di
Alessandro Magno rivoluzionarono l'economia del mondo antico. I Greci, prima
intermediarî nei commerci, riordinano economicamente i grandi regni orientali
creando nuove città per opera di Alessandro e poi dei Seleucidi e dei Tolomei,
e spostando verso Oriente il baricentro della civiltà e dei commerci greci.
Alessandria d'Egitto, Antiochia di Siria, Seleucia sul Tigri, diventano le
capitali della cultura e dei traffici. Alessandro apre ai Greci lo sfruttamento
diretto dei bacini del Nilo, del Tigri e dell'Eufrate, della Siria e dell'Asia
Minore. Si schiusero le vie delle Indie, sia quelle che attraverso l'Armenia e
l'altipiano dell'Iran per la Battriana e la Sogdiana giungono all'India del
nord-est, sia quelle che traversano l'Asia Minore e il Ponto Eusino e quella
che
transita in Siria. Le comunicazioni con l'Oceano Indiano sono garantite
dalla conquista dell'Egitto. L’impulso determinante arrivò dall’abbondante mano
d’opera e dalle grandi quantità di metalli preziosi dei tesori del re di Persia
poste in circolazione da Alessandro che mise in valore i paesi conquistati. La
Grecia, dilaniata da guerre intestine e danneggiata dall'invasione dei Galli,
mandò i suoi migliori elementi in Egitto e in Siria a colonizzare le regioni
conquistate. I paesi dell'Oriente, rinati dopo l'invasione greca, portarono le
loro materie prime sul bacino del Mediterraneo; il Ponto e la Cirenaica
cereali, i paesi dell'Asia Minore, del Ponto, della Cilicia, del Caucaso e
quelli del Libano i legnami. I paesi dell'Asia e dell'Egitto fornirono il sale
delle loro saline; il nitro giunse dalla Lidia, dal lago Arsene o Thopites
nell'Armenia, dall'Egitto, dal Delta e dal nomo Nitriota. L'asfalto fu
esportato dal lago Asfaltide (Mar Morto), il petrolio, chiamato dai greci
asfalto liquido o nafta, dall'Assiria, dalla Babilonia e Susiana. I minerali di
ferro provengono dal paese dei Calibi a sud di Trapezunte, a sud di Sinope nel
distretto che Strabone chiama Sandarangio; il rame specialmente da Cipro; il
minio, o terra di Sinope, dalla Cappadocia e dalla Carmania; l'oro dalla
Colchide e Armenia; l'argento dalla Carmania; lo stagno dalla Drangiana. La
filiera industriale del pesce salato fiorisce nel Ponto Eusino, nelle antiche
colonie greche della Palude Meotide, in varie città della costa settentrionale
dell'Asia Minore, a Calcedonia sul Bosforo, a Dioscuriade nella Colchide. Anche
in Egitto i pesci salati danno luogo ad un importante commercio di
esportazione. Lo sviluppo industriale dei paesi ellenistici si manifesta nelle
industrie tessili. Centri dell'industria del lino sono Laodicea di Siria,
Biblo, Berito e Tiro in Fenicia, Scitopoli nella valle del Giordano, Borsippa
presso Babilonia, Amorgo, la Cilicia, l'Egitto, dove si tesse il lino ovunque
per il massimo centro di esportazione, Alessandria. Per la lavorazione della
lana i maggiori centri sono Patre in Acaia, Mileto, Sardi nella Lidia, la
Frigia, la Galazia, e la Cilicia, Cipro e varie città costiere, Damasco, dove
si fabbricano anche tappeti, l'Egitto. Il cotone è tessuto in Egitto e nella
costa libanese. L'industria della seta, la cui materia prima sembra importata
dall'Estremo Oriente, fiorisce a Cos e nelle città del Libano. La produzione
della porpora e l'industria tintoria si sviluppano in tutto il Vicino Oriente,
in Palestina, a Sarepta, a Dora e a Cesarea, a Neapoli, a Lidda nell'interno
della Palestina; le industrie tintorie fioriscono anche in Egitto e a
Hierapolis sul Meandro. Le industrie metallurgiche sono in pieno rigoglio a
Corinto, a Delo, a Chio, a Samo, dove si lavora specialmente il bronzo, a
Pergamo, a Cizico e a Rodi, dove si fabbricano armi. Ad Abido si lavora
specialmente il ferro, prodotto nel paese dei Calibi, donde proviene anche
l'acciaio, esportato da Sinope. Le ceramiche rimangono un'industria
prevalentemente greca, le industrie vetrarie, invece, hanno per centri
principali il Vicino Oriente e l'Egitto. Anche per l'industria dei profumi i
centri principali, fatta eccezione per Cizico e Cirene, sono nell'Oriente:
Tarso, Soli, Corico in Cilicia, Cipro, il Libano, la Siria, la Palestina, la
Babilonia, l'Egitto. Le materie prime a volte erano raccolte sul luogo, a volte
importate dall'Etiopia, dall'Arabia, dall'India. Industrie speciali
dell'Oriente sono quelle della pergamena, a Pergamo, e del papiro, in Egitto.
Il sorgere delle grandi
monarchie greche consente la formazione di grandi unità economiche collegate
fra loro per via di mare e attraverso le grandi vie commerciali che riuniscono
il bacino del Mediterraneo a regioni lontane, ad esempio quella che passa per
l'istmo caucasico, riunendo il bacino del Ciro e dell'Arasse a quello del Fasi
per terminare all'estremità del Ponto Eusino. Un'altra metteva in comunicazione
la Siria e la Mesopotamia con la Sogdiana, la Battriana e l'alta valle dell'Indo
toccando le città di Efeso, Magnesia, Tralle, Nisa, Antiochia e Laodicea sul
Meandro, Apamea Kibotos, Laodicea, Katakekaumene, Koropissos, Mazaca, Samosata,
Babilonia, Seleucia del Tigri e attraverso la Media e le Porte Caspie giungendo
ad Alessandria d'Asia (Herāt). Di lì un ramo, attraverso la Battriana,
raggiungeva la valle del Cofene, affluente dell'Indo; un altro andava rerso il
sud e raggiungeva la valle dell'Indo attraverso la Drangiana. Un'altra via da
Ortospana per la Battriana e la Sogdiana raggiungeva le vie carovaniere
dell'Asia centrale e del paese della Serica. Numerose vie mettevano in
comunicazione la Siria e le città del Vicino Oriente con la Palestina e
l'Arabia. Nella Grecia, dove la viabilità era scarsa, le comunicazioni avvenivano
per mare. Nei paesi della Mesopotamia il Tigri e l'Eufrate costituiscono
importanti arterie di comunicazione, specie tra Opis sul Tigri e il Golfo
Persico, e fra Babilonia e il Golfo Persico. In Egitto l'arteria principale di
comunicazione era il Nilo, e le carovaniere più importanti erano proprio fra il
Nilo e il Mar Rosso. I Tolomei migliorarono la navigabilità del Nilo aprendo
molti canali. Tolomeo II scavò il canale che unendo il Nilo all'estremità
settentrionale del golfo Heroopolitico metteva in comunicazione diretta il
Mediterraneo col Mar Rosso.
Per tutta l'età ellenistica le
vie di comunicazione principali restano quelle marittime, nonostante la
pirateria. Le maggiori città del Mediterraneo erano collegate da rotte
marittime che funzionavano bene anche fuori dal Mediterraneo, ad esempio il
traffico dell'Oceano Indiano seguiva due vie litorali: dall'Egitto all'Arabia e
dalle bocche del Tigri e dell'Eufrate al Deccan, mentre l’Africa orientale era
frequentata da navi egiziane.
Le principali città commerciali
greche erano: Corinto, che riprende i traffici dopo la sua distruzione nel 146,
Delo, importante centro marinaro e commerciale dopo la caduta di Corinto,
Efeso, Siracusa, Rodi, che perde importanza dopo che Delo nel 166
diventa porto franco, Bisanzio, Pessinunte in Galazia, Apamea sul Meandro in
Frigia, Tanais, all'imboccatura del Don, Dioscuriade all'estremità orientale
del Ponto Eusino, Seleucia di Pieria, porto di Antiochia, centro del commercio
della Siria e della Mesopotamia nel Mediterraneo. In Caldea sono grandi città
commerciali Babilonia e Seleucia sul Tigri; in Nabatea, Petra; in Egitto,
Alessandria. Nell'età ellenistica i sovrani degli stati attraverso i quali si
effettuava il transito delle merci dell'Oriente e dell'Africa dirette in stati
stranieri ne traevano profitto con un sistema di dogane, fra le quali le meglio
note sono quelle dell'Egitto. Le merci pagavano diritti d'ingresso e
l'eventuale uso dei canali e delle strade. Presso i Tolomei, la vendita e la
produzione di merci, quali il sale, il nitro, l'olio, il papiro, le stoffe, le
pietre preziose, l'avorio, i profumi, le spezie, era esercitata in condizioni
di monopolio, con dazi dal 25 al 50%. C’erano dazi alle porte delle città e
diritti di porto. I mercanti erano soggetti al pagamento di tasse d'esercizio e
per molte merci a tasse di circolazione. Il re era il grande agricoltore,
industriale e commerciante che gestiva il paese come avrebbe amministrato un
bene privato. A principî economici analoghi a quelli greco-egizi s’ispirano
anche la Siria, Pergamo, la Bitinia, la Cappadocia e la Macedonia. I principi
della politica commerciale della città greca e quelli dei monarchi, si fusero
per dar luogo alla politica economica del sovrano ellenistico. tuttavia, lo
svilupparsi dei grandi stati lasciò libere una serie di città marinare che
guadagnavano dai loro porti, come Rodi e Bisanzio, che esigevano tributi per il
passaggio delle navi.
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