Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

lunedì 30 luglio 2018

Archeologia. L’economia e i commerci al tempo dei greci di Alessandro Magno. (Parte quinta). Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Archeologia. L’economia e i commerci al tempo dei greci di Alessandro Magno. (Parte quinta)
Riflessioni di Pierluigi Montalbano


Prima parte: dono e baratto, i traffici economici primitivi.  (clicca sul titolo per aprire)
Seconda parte: Il sistema dei traffici commerciali in Europa, Mediterraneo e Vicino Oriente. (Clicca sul titolo per aprire)
Terza parte: Economia e traffici commerciali nell'antichità: la questione greca. (clicca sul titolo per aprire)
Quarta parte: Vie commerciali e strumenti di scambio in Europa nel Neolitico e nelle età dei metalli. (clicca sul titolo per aprire)
Le conquiste in Oriente di Alessandro Magno rivoluzionarono l'economia del mondo antico. I Greci, prima intermediarî nei commerci, riordinano economicamente i grandi regni orientali creando nuove città per opera di Alessandro e poi dei Seleucidi e dei Tolomei, e spostando verso Oriente il baricentro della civiltà e dei commerci greci. Alessandria d'Egitto, Antiochia di Siria, Seleucia sul Tigri, diventano le capitali della cultura e dei traffici. Alessandro apre ai Greci lo sfruttamento diretto dei bacini del Nilo, del Tigri e dell'Eufrate, della Siria e dell'Asia Minore. Si schiusero le vie delle Indie, sia quelle che attraverso l'Armenia e l'altipiano dell'Iran per la Battriana e la Sogdiana giungono all'India del nord-est, sia quelle che traversano l'Asia Minore e il Ponto Eusino e quella che
transita in Siria. Le comunicazioni con l'Oceano Indiano sono garantite dalla conquista dell'Egitto. L’impulso determinante arrivò dall’abbondante mano d’opera e dalle grandi quantità di metalli preziosi dei tesori del re di Persia poste in circolazione da Alessandro che mise in valore i paesi conquistati. La Grecia, dilaniata da guerre intestine e danneggiata dall'invasione dei Galli, mandò i suoi migliori elementi in Egitto e in Siria a colonizzare le regioni conquistate. I paesi dell'Oriente, rinati dopo l'invasione greca, portarono le loro materie prime sul bacino del Mediterraneo; il Ponto e la Cirenaica cereali, i paesi dell'Asia Minore, del Ponto, della Cilicia, del Caucaso e quelli del Libano i legnami. I paesi dell'Asia e dell'Egitto fornirono il sale delle loro saline; il nitro giunse dalla Lidia, dal lago Arsene o Thopites nell'Armenia, dall'Egitto, dal Delta e dal nomo Nitriota. L'asfalto fu esportato dal lago Asfaltide (Mar Morto), il petrolio, chiamato dai greci asfalto liquido o nafta, dall'Assiria, dalla Babilonia e Susiana. I minerali di ferro provengono dal paese dei Calibi a sud di Trapezunte, a sud di Sinope nel distretto che Strabone chiama Sandarangio; il rame specialmente da Cipro; il minio, o terra di Sinope, dalla Cappadocia e dalla Carmania; l'oro dalla Colchide e Armenia; l'argento dalla Carmania; lo stagno dalla Drangiana. La filiera industriale del pesce salato fiorisce nel Ponto Eusino, nelle antiche colonie greche della Palude Meotide, in varie città della costa settentrionale dell'Asia Minore, a Calcedonia sul Bosforo, a Dioscuriade nella Colchide. Anche in Egitto i pesci salati danno luogo ad un importante commercio di esportazione. Lo sviluppo industriale dei paesi ellenistici si manifesta nelle industrie tessili. Centri dell'industria del lino sono Laodicea di Siria, Biblo, Berito e Tiro in Fenicia, Scitopoli nella valle del Giordano, Borsippa presso Babilonia, Amorgo, la Cilicia, l'Egitto, dove si tesse il lino ovunque per il massimo centro di esportazione, Alessandria. Per la lavorazione della lana i maggiori centri sono Patre in Acaia, Mileto, Sardi nella Lidia, la Frigia, la Galazia, e la Cilicia, Cipro e varie città costiere, Damasco, dove si fabbricano anche tappeti, l'Egitto. Il cotone è tessuto in Egitto e nella costa libanese. L'industria della seta, la cui materia prima sembra importata dall'Estremo Oriente, fiorisce a Cos e nelle città del Libano. La produzione della porpora e l'industria tintoria si sviluppano in tutto il Vicino Oriente, in Palestina, a Sarepta, a Dora e a Cesarea, a Neapoli, a Lidda nell'interno della Palestina; le industrie tintorie fioriscono anche in Egitto e a Hierapolis sul Meandro. Le industrie metallurgiche sono in pieno rigoglio a Corinto, a Delo, a Chio, a Samo, dove si lavora specialmente il bronzo, a Pergamo, a Cizico e a Rodi, dove si fabbricano armi. Ad Abido si lavora specialmente il ferro, prodotto nel paese dei Calibi, donde proviene anche l'acciaio, esportato da Sinope. Le ceramiche rimangono un'industria prevalentemente greca, le industrie vetrarie, invece, hanno per centri principali il Vicino Oriente e l'Egitto. Anche per l'industria dei profumi i centri principali, fatta eccezione per Cizico e Cirene, sono nell'Oriente: Tarso, Soli, Corico in Cilicia, Cipro, il Libano, la Siria, la Palestina, la Babilonia, l'Egitto. Le materie prime a volte erano raccolte sul luogo, a volte importate dall'Etiopia, dall'Arabia, dall'India. Industrie speciali dell'Oriente sono quelle della pergamena, a Pergamo, e del papiro, in Egitto.
Il sorgere delle grandi monarchie greche consente la formazione di grandi unità economiche collegate fra loro per via di mare e attraverso le grandi vie commerciali che riuniscono il bacino del Mediterraneo a regioni lontane, ad esempio quella che passa per l'istmo caucasico, riunendo il bacino del Ciro e dell'Arasse a quello del Fasi per terminare all'estremità del Ponto Eusino. Un'altra metteva in comunicazione la Siria e la Mesopotamia con la Sogdiana, la Battriana e l'alta valle dell'Indo toccando le città di Efeso, Magnesia, Tralle, Nisa, Antiochia e Laodicea sul Meandro, Apamea Kibotos, Laodicea, Katakekaumene, Koropissos, Mazaca, Samosata, Babilonia, Seleucia del Tigri e attraverso la Media e le Porte Caspie giungendo ad Alessandria d'Asia (Herāt). Di lì un ramo, attraverso la Battriana, raggiungeva la valle del Cofene, affluente dell'Indo; un altro andava rerso il sud e raggiungeva la valle dell'Indo attraverso la Drangiana. Un'altra via da Ortospana per la Battriana e la Sogdiana raggiungeva le vie carovaniere dell'Asia centrale e del paese della Serica. Numerose vie mettevano in comunicazione la Siria e le città del Vicino Oriente con la Palestina e l'Arabia. Nella Grecia, dove la viabilità era scarsa, le comunicazioni avvenivano per mare. Nei paesi della Mesopotamia il Tigri e l'Eufrate costituiscono importanti arterie di comunicazione, specie tra Opis sul Tigri e il Golfo Persico, e fra Babilonia e il Golfo Persico. In Egitto l'arteria principale di comunicazione era il Nilo, e le carovaniere più importanti erano proprio fra il Nilo e il Mar Rosso. I Tolomei migliorarono la navigabilità del Nilo aprendo molti canali. Tolomeo II scavò il canale che unendo il Nilo all'estremità settentrionale del golfo Heroopolitico metteva in comunicazione diretta il Mediterraneo col Mar Rosso.
Per tutta l'età ellenistica le vie di comunicazione principali restano quelle marittime, nonostante la pirateria. Le maggiori città del Mediterraneo erano collegate da rotte marittime che funzionavano bene anche fuori dal Mediterraneo, ad esempio il traffico dell'Oceano Indiano seguiva due vie litorali: dall'Egitto all'Arabia e dalle bocche del Tigri e dell'Eufrate al Deccan, mentre l’Africa orientale era frequentata da navi egiziane.
Le principali città commerciali greche erano: Corinto, che riprende i traffici dopo la sua distruzione nel 146, Delo, importante centro marinaro e commerciale dopo la caduta di Corinto, Efeso, Siracusa, Rodi, che  perde importanza dopo che Delo nel 166 diventa porto franco, Bisanzio, Pessinunte in Galazia, Apamea sul Meandro in Frigia, Tanais, all'imboccatura del Don, Dioscuriade all'estremità orientale del Ponto Eusino, Seleucia di Pieria, porto di Antiochia, centro del commercio della Siria e della Mesopotamia nel Mediterraneo. In Caldea sono grandi città commerciali Babilonia e Seleucia sul Tigri; in Nabatea, Petra; in Egitto, Alessandria. Nell'età ellenistica i sovrani degli stati attraverso i quali si effettuava il transito delle merci dell'Oriente e dell'Africa dirette in stati stranieri ne traevano profitto con un sistema di dogane, fra le quali le meglio note sono quelle dell'Egitto. Le merci pagavano diritti d'ingresso e l'eventuale uso dei canali e delle strade. Presso i Tolomei, la vendita e la produzione di merci, quali il sale, il nitro, l'olio, il papiro, le stoffe, le pietre preziose, l'avorio, i profumi, le spezie, era esercitata in condizioni di monopolio, con dazi dal 25 al 50%. C’erano dazi alle porte delle città e diritti di porto. I mercanti erano soggetti al pagamento di tasse d'esercizio e per molte merci a tasse di circolazione. Il re era il grande agricoltore, industriale e commerciante che gestiva il paese come avrebbe amministrato un bene privato. A principî economici analoghi a quelli greco-egizi s’ispirano anche la Siria, Pergamo, la Bitinia, la Cappadocia e la Macedonia. I principi della politica commerciale della città greca e quelli dei monarchi, si fusero per dar luogo alla politica economica del sovrano ellenistico. tuttavia, lo svilupparsi dei grandi stati lasciò libere una serie di città marinare che guadagnavano dai loro porti, come Rodi e Bisanzio, che esigevano tributi per il passaggio delle navi.



Nessun commento:

Posta un commento