A pochi km da Alghero, nella baia di Porto Conte, lungo il percorso che porta a Capo Caccia, sorge una cittadella che tanto ha dato alla ricerca per la comprensione degli antichi sardi: Sant'Imbenia.
Intorno al 1000 a.C. in Sardegna si assiste a un deciso cambiamento del modo di vivere delle comunità sarde: non si costruiscono più nuraghi, per i defunti non si utilizzano più le tombe di
giganti, nasce il fenomeno artistico dei bronzetti e quello della statuaria in pietra.Cosa è accaduto?
È un periodo in cui si intensificano i rapporti commerciali e le relazioni fra popoli costieri e Sant’Imbenia è un esempio straordinario di integrazione fra locali e mercanti internazionali. L’abitato sorge nell'insenatura di Porto Conte e possiede caratteristiche naturali che consentono facilità di accesso anche in condizioni climatiche avverse. In epoca nuragica la zona è densamente abitata e il sito è caratterizzato da un nuraghe a tre torri circondato da isolati composti da più ambienti, con stradine e piazze lastricate che vengono profondamente ristrutturate per fare spazio ad un mercato ampio circa 150 mq e a una serie di botteghe e ambienti di lavoro. Questo modello architettonico protourbano è stato riproposto anche in altri contesti, ad esempio a Sa Sedda ’e Sos Carros di Oliena, a S'arcu e is forros di Villagrande Strisaili, a Serra Orrios di Dorgali e nella cittadella del nuraghe Seruci di Gonnesa.
È un periodo in cui si definiscono importanti rapporti commerciali con diverse aree del Mediterraneo, da Oriente a Occidente, e il villaggio diventa uno dei centri più rappresentativi dell'organizzazione sociale ed economica del Mediterraneo. Una delle capanne più interessanti presenta due pavimenti sovrapposti al di sotto dei quali sono state individuate due anfore da trasporto che contenevano mezzo quintale di panelle di rame e vari oggetti in bronzo. Questi vasi hanno una forma ben definita e sono adatti al trasporto navale del vino prodotto a Sant'Imbenia. Non dimentichiamo che siamo assai vicini alle attuali cantine Sella e Mosca. All’interno della piazza sono stati identificati anche dei forni che testimoniano la produzione delle anfore e, vista la presenza di tuyéres in ceramica (erano la parte finale dei soffiatori usati per aumentare la temperatura dei forni), sappiamo che si lavoravano anche i metalli.
Nessun commento:
Posta un commento