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sabato 24 agosto 2024

Il rilancio della lingua latina oggi. Articolo di Felice di Maro

Il rilancio della lingua latina oggi

Recensione di Felice di Maro

"Chi ha studiato il latino sa bene quanto sia importante aggiornarsi con pubblicazioni recenti ma anche di gestire al meglio le proprie conoscenze acquisite della sintassi, della grammatica, e del lessico anche se non si è fatta nessuna scelta professionale di essere un latinista".

Aggiornarsi è una necessità anche per coloro che hanno una conoscenza minima del latino e questo è in sé, un valore progressivo soprattutto oggi che è necessario analizzare in profondità e con metodo filologico quelle che sono le pubblicazioni della letteratura contemporanea sui fenomeni sociali, culturali e anche politici. Il latino aiuta molto a ragionare in modi diversi anche per chi lo conosce soltanto a livello delle strutture di base della grammatica e della sintassi. Le conoscenze del latino, minime anche, aiutano a fare un’analisi di un testo più in profondità e quindi a produrre complessivamente una critica testuale maggiormente analitica su determinati argomenti che spesso

determinano il nostro vivere quotidiano.

Chi conosce il latino in modo leggero sarà di certo informato delle pubblicazioni correnti della lingua latina di grammatica e sintassi e sulle altre tematiche anche di letteratura latina, però chi ha studiato il latino nel secolo scorso e non si è specializzato con studi universitari e di dottorando penso che forse le opere di quella parte della storiografia latina sulle esercitazioni di traduzione di testi dei temi dall’italiano al latino forse gli manchino e probabilmente non ne conosce l’esistenza. Enrico Renna ha coperto questo potenziale vuoto d’informazione bibliografica pubblicando un libro che ha per titolo: Linguae Latinae Exercitationes. Raccoglie 96 testi che sono 96 temi continui, ossia completi e alquanto esaustivi su un determinato argomento letterario e storico-culturale che sono stati scritti in italiano con traduzione in latino nei tre volumi della Sintassi latina di Adolfo Gandiglio pubblicati a Bologna dalla Zanichelli nel 1919, 1920 e 1921 e in seguito ristampati. Enrico Renna, il curatore dell’opera, già dottore di ricerca in filologia greca e latina e docente di lettere latine e greche nei licei, si è interessato di papirologia ercolanese, di stilistica greca, di poesia neolatina, di storia degli studi classici, di sintassi comparata greco-latina, di scienza antica, di numismatica ed antichità romane, ma è anche studioso di editoria scolastica e nell’ambito della letteratura italiana ha pubblicato traduzioni in latino dei capolavori in prosa e in poesia di Leopardi e di Manzoni, e in occasione del settimo centenario della morte di Dante ha allestito un’Antologia latina della Divina Commedia.

Giosuè Bevilacqua (Arezzo 1883 – Fano 1968) che è stato nipote di Giosuè Carducci nonché collega di Gandiglio nel liceo Nolfi di Fano, liceo ancora oggi attivo, pubblicò nel 1932 a Bologna, in tre volumetti, l’anno dopo la morte del grande latinista, concependoli come una mano tesa ai professori impegnati all’epoca nell’insegnare a tradurre dall’italiano in latino secondo una prassi invalsa a scuola e nella formazione dei docenti e, al contempo è stato come un ineludibile tributo al grande amico scomparso, che è stato apprezzato universalmente come uno dei migliori latinisti del suo tempo. I temi sono preceduti da una puntuale introduzione bio-bibliografica sempre di Enrico Renna sui due autori e sono muniti di tutti i riferimenti morfo-sintattici raccolti in una sezione del libro trascritti per esteso che sono indispensabili per una migliore comprensione dei testi e anche delle modalità della loro resa in latino. Tradurre dall’italiano in latino non è più una caratteristica scolastica prioritaria però è stato un modo di apprendimento del latino che ha permesso una formazione, secondo me, più complessiva e le esercitazioni in sé, fanno parte della storia della didattica del latino.

Il volume presenta nella copertina un affresco ritrattistico romano di un giovane con un rotolo di papiro proveniente da Ercolano del I secolo d. C., come è noto i papiri di Ercolano scoperti nel 700, oltre a testi greci che facevano parte di quella che è stata la Biblioteca della magnifica Villa che la conteneva (comunemente conosciuta come Villa dei Papiri di Ercolano della quale alla fine del secolo scorso sono riprese le ricerche ed è parzialmente visibile all’interno del Parco archeologico di Ercolano) c’erano anche papiri con testi in latino e citarli qui è stato per me un obbligo. La visione di quest’immagine in copertina mi ha offerto con immediatezza prima di immergermi nella lettura di questo libro un retro pensiero non veloce e passeggero ma intensivo per quelli che sono stati i lettori e anche gli scribi di Ercolano prima che l’eruzione del Vesuvio del 79 distruggesse questa città insieme a quelle di Pompei, Stabiae, Oplonti e nell’insieme buona parte della popolazione dell’area vesuviana.

L’opera che si presenta in questa recensione certo è per specialisti, ma è stata anche ponderata e pensata per chi vuole conoscere meglio la lingua latina e la traduzione dei temi dall’italiano al latino aiuta molto. Mi ha colpito che nella Prefazione che apre il libro come è stata presentata un’informazione, come dire, di servizio alla lettura, eccola:

«Per facilitare, altresì, al lettore il reperimento dei numerosi paragrafi di rimando alla Grammatica latina e alla Sintassi latina, che appaiono citati in entrambi i casi -sia quelli in italiano sia quelli in latino- si è deciso di riportarne per esteso il dettato in un’apposita sezione: “Elenco e trascrizione dei riferimenti morfo-sintattici”».

Con 252 pagine, formato 17x24 cm., in tempi come quelli attuali della fase in corso, diciamolo, sempre più ostici per la sopravvivenza delle lingue classiche quest’opera contribuisce a rilanciare lo studio ma anche il gusto della lingua latina che si acquisisce certo con la conoscenza progressiva della grammatica e della sintassi che sono legate anche a quella vocazione che sempre è sempre nascosta dentro di noi di fare ricerca, che però si accende ed è tale se non si ferma mai a patto però che sia alimentata e non basta soltanto l’archeologia che primariamente rilancia gli aspetti della cultura materiale del mondo antico occorre anche conoscere le evoluzioni del pensiero nel mondo antico e quindi la filosofia e la letteratura, quella greca e latina, e non è vero che le giovani generazioni rifiutano la cultura classica, certo l’insieme del nostro passato classico deve essere fruibile e spesso è precluso al riguardo le biblioteche pubbliche possono svolgere un ruolo importante. Quindi, trovare anche nelle biblioteche opere come questa è importante perché che ci mostrano al di là del prodotto finito di una traduzione la storia degli Autori delle opere di riferimento e delle scelte che hanno fatto compreso i lineamenti dell’ambiente di studio entro il quale hanno operato.

Nell’introduzione, pp.9-22, Enrico Renna, il curatore dell’opera, presenta le notizie biografiche essenziali dei due latinisti, Adolfo Gandiglio e Giosuè Bevilacqua e, molto importante, un’esposizione sintetica e schematica delle opere grammaticali di Gandiglio con la scansione della grammatica nelle sue parti, teorica e pratica. Il sodalizio tra Bevilacqua e Gandiglio, pp.17-19, ci offre un quadro con fonti richiamate nelle note l’insieme dell’ambiente nel quale maturarono le loro amicizie che andavano oltre le attività di docenti. L’introduzione si chiude con il capitolo 5, La traduzione in latino dei Temi continui dall’italiano, nel quale si presenta l’attività di traduzione di Bevilacqua, i temi proposti da Gandiglio vennero pubblicati in tre opuscoletti concepiti come un omaggio alla memoria dell’amico appena scomparso, che, come si è detto prima, uscirono nel 1932, l’anno dopo la morte di Gandiglio, e sono per come si legge, p.21, una rarità bibliografica e sono l’unica pubblicazione del Bevilacqua dopo la sua tesi di laurea, La teoria Ciceroniana sul ridicolo (saggio del Dott- Giosuè Bevilacqua, Bologna 1910).

I temi in italiano con testo a fronte tradotto in latino, pp-24-159 sono: the main core of Enrico Renna's research. La sezione si divide in 48 categorie sintattiche-grammaticali, mentre nel testo in italiano vengono segnalati con un asterisco i dati di pubblicazione nell’opera del Gandiglio per il testo tradotto in latino con note si segnalano le caratteristiche della categoria sintattica o grammaticale nel quale il tema è stato classificato. I temi in italiano sono stati prodotti da Gandiglio e si richiamano anche ad opere di autori latini, con la traduzione in latino che viene focalizzata nella categoria indicata è chiaro che con la lettura, libera o mirata sull’evidenza della categoria si determina un valore aggiunto: aiuta il lettore ad acquisire una conoscenza intensiva del latino. Ecco un tema che è stato pubblicato a p.66 e 67 nella categoria I Generi del Verbo:

25. (3) La discordia tra (§ 92,2°) le classi sociali (ordo)* 

Le lunghe e gravi inimicizie, che naturalmente (= per natura) la plebe ha con patrizi, riescono spessissimo a grande danno delle città; poiché da tale diversità di umori (studium) e di volontà sogliono nascere tutte le altre cose che perturbano gli Stati. Questo appunto suscitò in Roma la disunione (seditio) e la discordia; questo, se si possono paragonare le cose piccole alle grandi, divise i Fiorentini in due partiti; quantunque altri in Roma, altri in Firenze furono gli eventi delle cose. Ché in Roma le contese politiche si solevan definire con dispute di parole e proposte di leggi (rogatio); in Firenze gli odi, le discordie, le rivalità, che in quella città si cominciarono [ben] presto (celeriter) a esercitare, si solevan decidere con le guerre intestine, con gli sbandamenti (exilium) e con le uccisioni di moltissimi cittadini.

25. (3) De ordinum discodia

Diuturnae gravesque inimicitiae quae natura plebi cum  patriciis intercedunt (§ 112), saepissime civitatibus magno detrimento sum; nam ab ea studiorum et voluntatum diversitate proficisci solent reliqua omnia, quae rem publicam perturbant. Id ipsum Romae seditionem et discordiam concitavit; id si parva magnis conferre licet (conferri possunt) (1) Florentinos duas in partes divist: quamquam alii Romae, alii Florentiae rerum fuerunt. Nam Romae civium disceptationes contentionesque transigi altercationibus ac rogationibus solebant; Florentiae odia, discordiae, simultates, quae in ea urbe celeriter exerceri coeptae sunt (§ 134), bellis intestinis, exsiliis, caedibus plurinorum civium componi (2) solebant.

*Vol. II [1927 2 ], p. 14, t. IV.

(1) Cic., orat. 4: parva magnis saepe rectissime

conferunt.

(2) diiudicari, discepyari.

come si vede, nel titolo in italiano i paragrafi (simbolo: §) tra parentesi rimandano alla Grammatica e ai tre volumi della Sintassi del Gandiglio, nel testo in italiano in parentesi tonde si segnalano i significati in latino mentre nel testo in latino i dati dell’opera di riferimento degli autori latini.

Ho pensato a lungo se segnalare in questa recensione un’opera non pubblicata del Gandiglio dedicata al lessico della lingua latina e penso che ai lettori sarà d’interesse quanto meno sapere che, pp.21-22, Enrico Renna dà notizia di quest’opera, al riguardo ha pubblicato un tratto di un ricordo, pp. 21-22 nota 32. Questo libro stimola il lettore a gestire le conoscenze del latino che ha acquisito in passato ma stimola anche chi non lo conosce per niente, ciò è possibile perché è anche uno strumento, come dire, di servizio per approfondire la lingua latina per tutti. Alle pagine 161-239 si presenta un elenco e trascrizione dei riferimenti morfo-sintattici dei riferimenti ai paragrafi e alle note della Grammatica latina nei temi tradotti in latino: è come una guida all’interno dell’opera. Diciamo però che non è un testo per coloro che non hanno mai studiato il latino, al riguardo esistono altre opere e oggi potrà forse sembrare banale, ci sono giovani che non si fermano di fronte ad ostacoli di non conoscenza del latino e anche di altro s’intende, perché c’è la Rete che aiuta perché offre pagine web delle basi della grammatica e della sintassi latina. Quindi la Rete aiuta le lingue classiche e aiuta molto chi vuole acquisire almeno le nozioni base, certo poi tutto è affidato alla volontà personale di conoscere. Assicuro che i temi in italiano sono stati scelti al di là per le esercitazioni scolastiche di tradurre dall’italiano al latino, proprio per rilanciare per i lettori dell’epoca il piacere della conoscenza di fatti storici e il pensiero degli autori latini.

Il libro è dedicato a Mario Capasso (1951-2023) papirologo ercolanese e professore ordinario di Papirologia nell’Università del Salento nella quale ha insegnato anche Papirologia Ercolanese, Egittologia, Paleografia Greca e ha gestito un Laboratorio di restauro del Papiro costituendo anche un museo di papiri. L’ho conosciuto a Napoli quando era impegnato per il congresso internazionale di papirologia del 1983 che fu un evento importante in quella fase perché propose con argomenti non soltanto di opinione accademica ma di ricerca scientifica complessiva d’iniziare le ricerche archeologiche sull’area della Villa dei Papiri di Ercolano che qualche anno dopo vennero avviate ed era molto impegnato insieme a Marcello Gigante. Ha pubblicato circa 450 lavori scientifici nell’àmbito della Papirologia, fra cui molte edizioni di papiri greci letterari inediti e opere come Cosa è la Papirologia (Roma 2009), Introduzione alla Papirologia. Dalla pianta di papiro all’informatica papirologica (Bologna 2005) e Manuale di Papirologia Ercolanese (Lecce 1991) Il Ritorno di Cornelio Gallo e Il papiro di Qasr Ibrîm venticinque anni dopo (Napoli 2003).

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