Elisabetta Montaldo - Donatella Pandolfi
«Procida ispira - Un'isola crocevia di culture » pp. 112 ISBN: 9788865948712 € 15,20.
Due donne, le immagini in fig. 2 (uno scatto durante un incontro di lavoro) tra i vari studiosi davvero impegnati sull’isola di Procida e su Vivara, un isolotto che è collegato all’isola con un ponte, hanno presentato venerdì 17 giugno 20221 presso “Villa Eldorado Giardini di Elsa Morante” il loro libro dal titolo:
Le autrici, ringraziano, per la collaborazione: Domenico ‘Chiodo’ Ambrosino, Phil Bray, Aldo Capasso, Giancarlo e Andrea Cosenza, Libero De Cunzo, Giovanna De Feo, Francesco Di Donato, Amedeo Feniello, Antonio Ferrajoli, Luciano Ferrara, Fondazione Biblioteca Europea di Informazione e Cultura
e Civico Archivio Fotografico dei Musei del Castello Sforzesco, Stefano Francia Di Celle, Roberto Gabriele, Mimmo e Angela Jodice, Mario Laporta, Paolo Monti, Vittorio Pandolfi, Pepe Russo, Vittorio Rubiu Brandi, Sezione Fotografia del CSAC dell’Università di Parma/Fondazione Bruno Stefani, Gabriella Sica, Luigi Spina e Massimo Velo.L’opera presenta un quadro ben articolato di dati storiografici e informazioni culturali dell’isola ma raccoglie gli studi e le ricerche delle Autrici sull’archeologia dell’isola, il museo civico è stato istituito il 23 luglio del 2017 ed è dedicato a Sebastiano Tusa, e su una maglia di relazioni tra storia, arte, e tradizioni locali presenti sull’isola che fa di Procida un caso di studio un po’ particolare perché chi si avvicina al quadro storico-artistico di quest’isola che in questo libro si presenta obiettivamente aperto e con un linguaggio accessibile ma rigoroso diventa senza accorgersene un ricercatore attivo inseguendo le pieghe della storiografia dell’isola e le presenze archeologiche che sono d’importanza internazionale.Chi sono queste Autrici?
Elisabetta Montaldo, costumista per il cinema, il teatro e le opere liriche, nota scrittrice e pittrice, vive a Procida, e da anni si batte per la sua valorizzazione e contro tutti i tentativi di speculazione nell’isola.
Donatella Pandolfi, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha lavorato per anni nel campo del restauro ed è docente di Design del Libro e utilizza la fotografia come mezzo espressivo, vive da anni nell’isola di Procida dove si è trasferita negli anni Novanta.
Il libro, non proprio leggero da leggere, in alcune parti è anche un po’ complesso soprattutto per delineare nel corso della lettura i vari itinerari storici-artistici-archeologici per arrivare poi al cuore dell’isola, che, come io penso, per Procida è l’archeologia e non soltanto ovviamente, ma l’archeologia, si voglia o no, rappresenta anche una risorsa innovativa rispetto alle tradizionale attività di pesca e agricoltura, quindi è importante per il rilancio dell’economia locale: in finale di questa recensione presento un piccolo quadro e in estrema sintesi dell’archeologia di Vivara. Il libro si è posizionato tra gli eventi del 2022 che è stato un anno importante perché quest’isola è stata dichiarata:Procida Capitale italiana della
Cultura 2022,
gli eventi, 150, sono iniziati il 9 aprile e non sono mancati rilievi critici2.
Lettura facile?
Diciamo lettura con attenzione mirata perché assicuro, obiettivamente, chi non risiede sull’isola ma conosce i significati storici-archeologici dell’isola non può non mettersi in ricerca leggendo questo libro, ed è bello, e proprio a questi lettori che le due studiose hanno avuto secondo me a riferimento durante la redazione del loro libro che è molto curato con belle foto con 36 capitoli molto mirati tra cui quello dell’archeologia, La passione degli archeologi (pp. 16-21) ma anche, Una lotta tra giganti, pp. 10-11: presenta un lungo racconto illustrato con presenze che vanno da Strabone, a Boccaccio, all’Ariosto fino ai grandi archeologi, architetti, fotografi e ambientalisti. Ogni capitolo è un pezzo di storia che si rivela di essere davvero parte di un insieme di sequenze come se fosse un film sull’isola. Al riguardo della storia di quest’isola ecco cosa scrive nella prefazione Elisabetta Montaldo, una delle due Autrici:
«La storia che vi raccontiamo continua anche oggi fitta di innamoramenti, di studio, di viaggi e di fughe, si snoda e si evolve in una spirale continua fin dai tempi degli antichi greci in questo luogo dove il destino è determinato dalla geografia e non ha mai cambiato rotta: porto di marinai, di viaggiatori, di accoglienza e di scambi, di donne al comando, riparo dalle burrasche di navi e di anime, casa tranquilla per chi la abita quasi inalberasse un cartello “si prega di non disturbare”».
Sia chiaro. L’archeologia non è esplicitata come si vede, ma è presente in quanto, proprio da questa sintesi, che chiude la prefazione del libro, secondo me, si colgono le chiavi per approfondire la cronologia generale delle vicende e anche del popolamento dell’isola con le note presenze archeologiche dell’isolotto di Vivara, e si tenga conto che su quest'isolotto sono state scoperte testimonianze micenee (gli scavi archeologici sono stati curati dall'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) che sono le presenze più antiche della Campania insieme a quelle di Ischia (Castiglione).
Vivara, e piace presentare qui, rappresenta la parte finale di quell’itinerario idealizzato dal titolo Le vie del cinema3 come era denominato un po’ di anni fa che iniziando dalla Marina Grande attraversando tutta l’isola ripercorreva i luoghi dell’isola dove sono state girate le scene di noti film tra cui: Morgan il Pirata, 1960, Amore vuol dire gelosia, 1975, Il talento Mr. Ripley, 2000, Tornando a casa, 2001, Francesca e Nunziata, (film televisivo, 2002, con Sofia Loren, Giancarlo Giannini e Raoul Bova, e, Il Postino, 1994, ultima interpretazione di Massimo Troisi prima della morte.
Vivara è il residuo più occidentale di un cratere che fa parte del complesso sistema di edifici vulcanici tra i più antichi dei Campi Flegrei, circa 70mila anni, che costituiscono l'isola di Procida. Oggi, a seguito di una Sentenza della Cassazione del 19 settembre 2019, n. 23384 della seconda sezione civile (presidente Felice Manna, relatore Antonio Oricchio) che ha chiuso un iter con 7 gradi di giudizio e 3 passaggi in Cassazione, è una proprietà privata ma continua ad essere, e dal 24 giugno 2000, anno del decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio: Riserva naturale statale Isola di Vivara. Il decreto di istituzione è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 225 del 25 settembre 2002. La gestione della Riserva è affidata a un Comitato permanente: art. 17, comma 1, legge 6 dicembre 1991, n. 394 dell'atto di istituzione della Riserva.
Oggi, chi visita il sito della Riserva in ben evidenza, legge:
Ecco il link: (https://www.vivarariservanaturalestatale.it/)
Le visite sono quindi temporaneamente sospese per il mancato rinnovo del protocollo tra la nuova proprietà e il comitato di gestione della riserva?
Al momento quest’interrogativo non ha avuto risposte adeguate anche se vari articoli4 hanno trattato il tema, ma chi è oggi il proprietario di Vivara?
L'isolotto di Vivara ha cambiato proprietario e non appartiene più alla fondazione procidana «Albano Francescano» e ritorna, insieme ad altri beni immobili e terreni, agli eredi, Francesca e Antonio Diana, discendenti di Domenico Scotto Lachianca, il medico filantropo che nel 1940 aveva donato il suo patrimonio all'Opera Pia isolana.
Oltre all’archeologia, Vivara ha un grande valore naturalistico nonché architettonico e paesaggistico ed è importante anche per il suo habitat floro-faunistico, da tempo è un'oasi di protezione naturale per motivi geologici e archeologici e per le particolarità della flora e della fauna. Sull'isola è presente un “Casino di Caccia” costruito verso la fine del Seicento ed è contiguo alla più recente “Casa colonica” (fine Ottocento), vi è anche un complesso sistema difensivo napoleonico di fine Settecento inizio Ottocento, e si coglie anche l’architettura di inizio Novecento come la “Casa girevole”.
Questa recensione non può chiudersi e mi scuseranno la Autrici senza delineare un quadro, piccolo piccolo, degli scavi archeologici di Vivara5 realizzati da Massimiliano Marazzi e Carla Pepe. Come è noto questi scavi sono stati condotti ininterrottamente nell'isola di Vivara dalla metà degli anni '70 del secolo scorso ed hanno dato reperti importanti per lo studio delle relazioni transmarine del Mediterraneo in età del bronzo, in fig. 3 una mappa generale per il periodo tra il XVII e il XV secolo a.C.
Con gli scavi sono stati rinvenuti oggetti vari e ceramiche di tipo egeo-miceneo presenti in numerose capanne di grandi dimensioni messe in luce sull'isola, unitamente alle testimonianze di intense attività metallurgiche che testimoniano che l'isola di Vivara doveva essere in questo periodo al centro di una rete di relazioni commerciali marittime che collegavano l'area tirrenica centro-meridionale con il Canale di Sicilia e con le regioni del Peloponneso. Oltre ai reperti della Grecia micenea e in generale del Levante dell’Egeo sono state fatte scoperte che testimoniano quanto siano state importanti le applicazioni dell'informatica all’archeologia e, gli studi sono ancora in corso, sui dispositivi di computo e di scrittura presenti su alcuni reperti (s.v., Dal Token alla “Tavoletta” op.cit. nota 5 pp. 29-34).
Gli scavi di terra e le ricerche subacquee a Vivara hanno aperto un nuovo orizzonte per la comprensione dei traffici marittimi che, nel corso del II millennio a.C., dovevano collegare le aree costiere e insulari italiane con le regioni del Peloponneso e con gli ambienti insulari dell’Egeo ed hanno accertato la presenza stabile sull’isola di un insediamento capannicolo, fig. 4, già dagli inizi del XVII secolo a.C.: in fig. 6 un momento dello scavo in Punta d’Alaca: archeologi al lavoro con Massimiliano Marazzi.
L’area sommitale dell’isola e parte delle sue terrazze naturali a
strapiombo sul mare erano occupate da abitazioni rettangolari, costruite su
terrazzamenti artificiali dove i pendii si facevano più scoscesi, mentre un
sistema di scale intagliate nel tufo, oggi in parte sommerse, metteva in
collegamento l’abitato con l’area di porto-approdo che sorgeva dove oggi si
trova il golfo di Genito, fig. 5: s.
v. la ricostruzione virtuale a fig. 4.
Archeologia. Sempre trasversale a tutte le manifestazioni dei fenomeni umani, se il nostro passato classico ci offre delle ricostruzioni non solo materiali quella che è stata l’età del bronzo a Vivara oltre alla cultura materiale ci fa conoscere evoluzioni importanti come i sistemi di computo e l’inizio della scrittura. Piace ringraziare Elisabetta Montaldo e Donatella Pandolfi per aver pubblicato questo libro che avendo l’obiettivo di raccontare l’isola di Procida ci offre anche nelle pieghe del racconto illustrato di Procida l’archeologia e quella di Vivara oggi presenta un triste quadro per le note vicende della Riserva naturale statale Isola di Vivara che al momento è chiusa al pubblico e non si sa quando riaprirà.
Felice
Di Maro
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1 Guglielmo
Taliercio, Presentazione del libro PROCIDA ISPIRA 17 giugno
2022, link:
(https://www.ilprocidano.it/presentazione-del-libro-procida-ispira-17-giugno-2022/);
locandina
della presentazione del libo, link:
(https://www.facebook.com/Nutrimentilibreria/photos/a.1475591195991306/3214158158801259/?type=3);
lo sfoglio del libro, simpatica operazione, per la Fondazione Premio Napoli, link:
(https://www.youtube.com/watch?v=YOnoJc1121M).
2 Il Rievocatore, Anno LXVIII n. 4 ott./dic. 2022: Editoriale, ...di quelle altrui - Un consuntivo, p. 3; A. Grieco, Procida capitale italiana della cultura 2022 - L'occasione sprecata, pp.55-56.
3 Guida D'Italia - Napoli e dintorni Touring Club Italiano, Milano 2 luglio 2008 p. 431.
4 Domenico Ambrosino - Patrizia Capuano, Procida, l'isolotto di Vivara torna ai privati: «Le ridaremo dignità», ecco il link:
(https://www.ilmattino.it/napoli/citta/procida_isolotto_vivara_torna_privati-4757868.html?refresh_ce); Fabrizio Geremicca, Mattarella
inaugura Procida 2022, ma a Vivara si dimette il presidente della riserva
naturale, in Corriere del Mezzogiorno, 30 marzo 2022, ecco il link:
(https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/22_marzo_30/mattarella-inaugura-procida-2022-ma-vivara-si-dimette-presidente-riserva-naturale-2408d020-afef-11ec-941f-7b5e176f673b.shtml);
di Redazione Stylo24,
id. anche Fabrizio Geremicca in “Associazione Vivara APS - amici delle piccole
isole”, Procida,
la Capitale (della cultura) più triste: «Vivara momentaneamente non è
visitabile», ecco i link:
(https://www.vivara.it/notizie-da-vivara.html).
5 Ministero per i beni e le attività culturali, Bollettino di archeologia on line direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio 25 luglio 2019 - IX, 2018/2-3, M. Marazzi, C. Pepe, Vivara e il Mediterraneo: dai sistemi di computo alle prime manifestazioni scrittorie, pp. 5-37), ecco il link: (https://bollettinodiarcheologiaonline.beniculturali.it/wpcontent/uploads/2019/07/2018_23_Marazzi_Pepe.pdf).
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