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giovedì 9 aprile 2020

Attualità. Nuovo Decameron, l'epidemia di peste nera raccontata dal Boccaccio è oggi sostituita dalla pandemia di Coronavirus, Covid 19. Articolo di Riccardo Laria


Attualità. Nuovo  Decamerone, l'epidemia di peste nera raccontata dal Boccaccio è oggi sostituita dalla pandemia di Coronavirus, Covid 19
Articolo  di  Riccardo  Laria

E se stessimo assistendo in diretta alla “fine del mondo”? Certamente stiamo tutti
partecipando ad un evento epocale che, in diversa misura, con conseguenze diverse
per ciascuno di noi, ci coinvolge senza possibilità di sottrarci. Potremmo considerarlo
un privilegio, al netto di tutti i disagi grandi e piccoli che ce ne potranno derivare,
esclusa ovviamente la nostra fine individuale: in questo caso infatti non avremmo la
possibilità di conoscere la conclusione della tragedia che si va rappresentando sul
grande palco, costituito dall’intero pianeta! Rivolgiamo per un attimo il nostro
pensiero a quanti, tra i nostri amici ed affetti più cari, ci siano eventualmente venuti
a mancare nei mesi precedenti, lasciandoci un vuoto incolmabile ed un profondo
dolore. Possiamo a tal riguardo esprimere una riflessione dicotomica, a seconda
della nostra visione della vita: potremmo consolarci pensando che nella disgrazia si

sono almeno risparmiati la triste esperienza ed i patemi che stiamo affrontando noi
sopravvissuti, oppure commiserarli doppiamente perché hanno vissuto fino all’inizio
dell’anno 2020, mancando solo per un pelo l’appuntamento con la Storia. L’Umanità
ha avuto modo di conoscere, durante il suo lungo cammino, molte vicissitudini che
ne hanno condizionato l’evoluzione, manifestandosi sotto forma di cataclismi
naturali climatici o tellurici, oppure legate al mondo dell’infinitamente piccolo,
rappresentato da batteri e da virus, che ne ha falcidiato la popolazione a più riprese.
Epidemie e pestilenze hanno infierito in tutte le epoche, distribuite nel corso dei
secoli, riequilibrando rapporti demografici che hanno determinato la storia
dell’uomo sulla Terra. Ogni volta che ciò è accaduto, l’uomo ha avuto sempre la
capacità di risollevarsi e di riprendere il suo incessante procedere, trovando nuovo
impulso e nuovi stimoli alla realizzazione del suo progresso. Nel 1348 durante
l’epidemia di Peste Nera che divampò in Europa, Giovanni Boccaccio immagina che
sette fanciulle e tre ragazzi si fossero allontanati da Firenze per sfuggire alla
pestilenza e che trascorressero dieci giorni raccontando ciascuno ogni giorno una
novella secondo il tema convenuto, per un totale di cento. Boccaccio utilizza il
racconto di quelle cento novelle come espediente per poterci rappresentare l’intera
società del suo tempo: ispirandosi all’Exameron in cui, in versi, Sant’Ambrogio
descrive la Genesi e dunque la Creazione, auspica la ri-Creazione di una umanità
migliore che possa nascere sulle ceneri di quella devastata dalla peste. Che anche ai
giorni nostri l’umanità avrebbe un urgente bisogno di una radicale opera di
ristrutturazione, credo che sussistano pochi dubbi. Le troppe scelleratezze compiute
dall’homo “sapiens” nell’ultimo mezzo secolo, giusto per volerci limitare, con il
sempre crescente assalto alle risorse del pianeta, al suo depauperamento ed
inquinamento predicato ed attuato dalla logica del barbaro neo-liberismo, stanno
per superare il punto di non ritorno. La pandemia che si va diffondendo a ritmo
esponenziale ormai in tutti i continenti ha già imposto una brusca frenata ai consumi
ed un drastico cambiamento delle nostre abitudini quotidiane, fattori questi che
dovrebbero tradursi in un’occasione di ristoro per l’intero pianeta, cominciando col  
miglioramento della qualità dell’aria nelle grandi aree urbanizzate ed i conseguenti
benefici effetti sul clima, con un rapido abbassamento del riscaldamento globale.
Parallelamente la forzata interruzione della maggior parte delle nostre attività
lavorative e delle consuetudini collaterali ci offre l’opportunità di un confronto con
la nostra coscienza, favorendo il recupero di valori casomai trascurati ed il risveglio
di capacità sopite, a rischio di estinzione, compresa la riscoperta di rapporti magari
affievoliti anche nel contesto delle nostre stesse famiglie. La tecnologia attuale, assai
più facilmente che nel ‘300, ci consente di tenerci in relazione costante con una
quantità di interlocutori ben più ampia dei dieci ragazzi fiorentini – praticamente
con tutto il mondo – e senza necessità di uscire di casa: tramite internet possiamo
comodamente dialogare con tutti, scambiando opinioni e narrazioni personali, una
sorta di simposio sconfinato con l’intera umanità. Potremmo cimentarci a scrivere le
nostre riflessioni sulla pandemia che ci sta coinvolgendo, resa ancor più drammatica
dall’assoluta novità del virus che l’ha provocata, per cui non esiste alcuna certezza
né sulla sua aggressività e diffusibilità né sulla sua possibile durata. In realtà, già da
prima che esplodesse la diffusione del corona-virus, i telefoni cellulari mediante i
vari sistemi social (face book, whatsApp, Instagram ) diffondevano instancabilmente
ogni genere di messaggi audio e video, comprese le fake-news, spesso destinati a
diventare “virali” a seconda dei contenuti, favoriti dall’anonimato dietro cui si
celano tanti cosiddetti “leoni da tastiera”. Molti si sono sbizzarriti a proporre le più
fantasiose teorie circa l’origine del virus, da quelle di strategia politica economica
internazionale (virus sfuggito accidentalmente in fase di allestimento in laboratorio,
progettato dai cinesi contro gli USA per dare la spallata decisiva all’economia del
mondo occidentale, o viceversa dagli Stati Uniti per arginare la debordante crescita
economica della Cina) a quelle complottiste (virus diffuso intenzionalmente da
centri di potere occulti come monito dimostrativo) a quelle fantascientifiche ( virus
costruito geneticamente per infiltrarsi più velocemente sotto l’effetto delle onde
elettromagnetiche nelle zone con più alta densità di antenne per il sistema 5G, con
epicentro a Whuan, per ostacolare il simbolo della Nuova Via della Seta). Non manca
poi, come anche nel passato in occasione di tutte le pestilenze, l’interpretazione di
matrice religiosa che attribuisce la virosi ad una precisa volontà di punizione divina
per i peccati dell’umanità corrotta e dissoluta… Infine trovano spazio anche le tesi
superstiziose che individuano le cause di tutto il disastro in una “cugurrata” (termine
tecnico analogo a “mazzina” e “macumba”) di Greta Thumberg, finalmente felice per
il blocco quasi completo del traffico aero-navale. Per adesso, l’unico dato certo è che
tutto il pianeta è stato messo in ginocchio da un microrganismo acellulare troppo
piccolo per poter essere visibile con un microscopio ottico, capace di farsi beffa delle
più sofisticate armi da guerra delle superpotenze, che se la ride per le tracotanti
sbruffonate del mondo anglosassone e l’immancabile orgoglio sciovinista francese,
dinanzi al suo esordio europeo in Italia. Esso è talmente scaltro che, per essere più
agile nei suoi spostamenti di invasione, viaggia con metà equipaggiamento rispetto a 
tutti gli altri esseri viventi: o solo RNA, o solo DNA, mai entrambi! Quindi ha bisogno
di un organismo ospite per replicarsi, ma non si perde d’animo. Chi ha partecipato al
’68 e dintorni ricorda certamente la tecnologia avanzata di quei tempi, costituita dal
ciclostile: un attrezzo nel quale si introduceva una matrice contenente un testo
dattiloscritto che veniva inchiostrata e riprodotta nel numero di copie desiderate, ad
ogni giro di manovella. Ogni virus si comporta come un anarchico che irrompa in una
copisteria di quei tempi, ne usurpi il ciclostile sostituendo la matrice del proprietario
con la propria, e la riproduca diffondendo il suo programma personale, non essendo
in grado di farlo autonomamente: agisce insomma come un parassita obbligato, fin
quando non viene ristabilito l’ordine eliminando la matrice clandestina e rimettendo
al suo posto quella originaria. Quando l’onda lunga della virosi sarà passata si
potranno tirare le somme, contare le vittime e leccarsi le ferite, ma sarà anche il
momento della verità: l’Uomo nuovo che uscirà da questa terribile prova epocale
dimostrerà di essere “sapiens” soltanto se sarà in grado di cogliere l’irripetibile
opportunità offerta dal nemico virus, quella di saper modificare i suoi pregressi
costumi, riconoscendone i difetti, e di modificare drasticamente le gerarchie dei
propri valori.

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