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martedì 30 aprile 2024

Per il rilancio del greco antico una ricerca è in corso. Articolo di Felice di Maro

Per il rilancio del greco antico una ricerca è in corso.

Articolo di Felice di Maro 



Le gare di traduzione dal greco antico su testi noti di autori greci, realizzate nei licei classici con premi in denaro, non rilanciano la cultura classica nel nostro Paese. Sono presentati i lineamenti di una ricerca in corso sulle prospettive della didattica del greco antico.

Il liceo classico, che potrebbe, mediante il rilancio della cultura classica, essere una leva per alzare il livello culturale del Paese, non solo non ha un’adeguata promozione, con un calo ogni anno delle iscrizioni, ma viene di fatto ridimensionato e messo in concorrenza con la

recente istituzione del liceo del Made in Italy. 

In questa fase stiamo assistendo al fenomeno non nuovo delle gare di traduzione di un brano di un autore greco antico. Queste competizioni sono riservate, come si legge negli annunci, agli studenti dei licei classici del penultimo anno e agli studenti degli istituti degli stati esteri che prevedano nel loro curriculum formativo lo studio del greco antico. La prova consiste nella traduzione dal greco antico all’italiano o alla madre lingua di un brano tratto da un’opera di un autore greco. Ogni concorrente deve presentare insieme alla traduzione un commento che valorizzi gli aspetti linguistici e storico-culturali del brano che è stato proposto. I premi per i vincitori sono in denaro. Quest’ultima scelta è la cosa peggiore che si poteva fare, ma ben s’intona con la fase in corso. Una fase liberista per eccellenza in cui tutto è merce e, quindi, tutto è denaro. Non è apparso nell’anticamera del cervello di coloro che stanno promuovendo queste gare che sarebbe stato maggiormente gratificante per gli studenti che la loro traduzione, con il relativo commento, poteva essere pubblicata da una rivista scientifica, invece di vincere questi premi in denaro. No, non poteva essere una loro scelta. Nel capitalismo d’ordine corrente oggi in Italia è sufficiente pagare e tutto è risolto.

Fare gare di traduzione dal greco antico farà aumentare gli iscritti ai licei classici? Vedremo! C’è da osservare che la formazione scolastica non è istituzionalmente finalizzata allo svolgimento di gare di traduzione, le quali sono processi non certo illegali, ma non proprio previsti dai programmi di didattica, anche se tollerati dal nostro ordinamento giuridico. Producono emarginazione, perché non tutti gli studenti partecipano in quanto non ne hanno i requisiti. Siamo nel 2024, e dobbiamo prendere atto che l’obiettivo della formazione scolastica non è più quello di innalzare il livello di formazione, almeno a un livello medio, di tutti gli studenti che scelgono il liceo classico. Questo al di là delle eccellenze che è naturale che ci siano, e che ci sono sempre state e sempre ci saranno.

L’istituzione scolastica prevede che ogni studente riceva in continuazione giudizi con voti. Impegnare gli studenti, anche se a livello volontario, in gare produce gratificazioni soltanto per alcuni di essi. Non è il fatto in sé delle gare che è sbagliato, ma sono i premi in denaro che sono in contrasto con la didattica. 

Il greco antico rappresenta una leva per cogliere l’insieme degli aspetti più reconditi della cultura classica, che in Italia è sempre più ombreggiata e resa spesso effimera. Le traduzioni dei brani di autori greci sono fatte circolare in Rete, ma ciò non favorisce l’acquisizione della lingua da parte di chi non la conosce, poiché i passaggi per arrivare alla traduzione finale sono sostanzialmente assenti; infatti è come se ci fosse una specie di traduttore automatico mentre il tradurre è, invece, un'attività umana. Così non viene sollecitato nessun desiderio di conoscere come realizzare una traduzione, cosa che è fondamentale per il rilancio della cultura classica. Tradurre è comunque un’attività che si dovrebbe svolgere in un laboratorio di traduzioni che, per i licei classici, è parte non secondaria della didattica. Di questo laboratorio però non se ne parla mai, neanche nei convegni sulla didattica, mentre sarebbe importante conoscere come è organizzato.

Siamo in una fase di crisi economica molto seria e le famiglie hanno problemi di ogni natura. Assicurare il minimo ai ragazzi che devono studiare è molto difficile e gli abbandoni scolastici sono notevoli; tuttavia i dati per il liceo classico non sono negativi rispetto agli altri istituti. Nei licei, quello artistico registra il tasso di abbandono più alto (4,0%) seguito dal liceo delle scienze umane (2,3%), dal liceo musicale (1,7%), dal liceo linguistico (1,7%) e dal liceo scientifico, opzione scienze applicate (1,3%). Il liceo classico ha invece la percentuale più bassa in assoluto (0,7%). Questo significa che nei licei classici è più agevole raggiungere un livello di formazione soddisfacente. Il basso dato di abbandoni contrasta con la scelta delle gare, che sono inutili. Essendo basso il livello di abbandoni, significa che gli studenti frequentano con soddisfazione, e le gare per alzare il livello di formazione, come spesso viene dichiarato, non sono necessarie. 

L'abbandono scolastico in Europa è un fenomeno che, sebbene in calo, ha valori elevati. Il tasso di abbandono scolastico in Italia, stando ai dati forniti dall’ultimo rapporto Eurostat sull’abbandono scolastico per il 2020, è il 13,8%. L’Italia è quasi agli ultimi posti della classifica europea, superata da Islanda (14,8%), Romania (15,6%), Spagna (16%), Malta (16,7%) e Turchia (26,7%). Considerando che nel 2006 il tasso di dispersione scolastica in Italia era pari al 20,8%, la situazione italiana è migliorata notevolmente, ma non è ancora in linea con il traguardo europeo. L'obiettivo fissato da “Europa 2030” prevede che il tasso di abbandono scolastico sia inferiore al 9%, ed è stato quindi abbassato di un ulteriore punto percentuale rispetto a quanto previsto per il 2020; infatti nell’ambito dell’agenda 2020, l’Unione europea aveva fissato come obiettivo che, entro quell’anno, i giovani europei tra 18 e 24 anni senza diploma superiore o qualifica professionale fossero meno del 10% del totale. L’obiettivo è stato raggiunto, dal momento che nel 2020 la quota si è attestata al 9,9%.. Nel 2022 gli abbandoni precoci hanno riguardato il 9,6% dei giovani europei, con una prevalenza tra i ragazzi (11,1%) rispetto alle ragazze (8%). L’Italia è uno dei paesi in cui il fenomeno si manifesta maggiormente – è la quinta nazione con il tasso maggiore di abbandono – con l’11,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato la scuola con al massimo la licenza media e non sono coinvolti in percorsi di istruzione o formazione. Per cui, purtroppo, si è ancora lontani dall’obiettivo del 9%, previsto in UE per il 2030. 

Come si vede l’Italia è ancora in ritardo rispetto agli altri paesi UE. Le riforme della scuola non hanno favorito un miglioramento, e sono tuttora diffusi alcuni pregiudizi e luoghi comuni come il fatto che il liceo classico sia considerato una scuola inattuale, perché fondata su materie superate, le lingue morte, e perché presenta un programma di studio che non inserisce gli studenti nel mondo del lavoro; inoltre non comunica con gli interessi delle giovani generazioni. Non saranno certo le gare a cambiare questa situazione.

Le svolte non avvengono esclusivamente mediante le riforme scolastiche, ma sono anche l’effetto di quello che facciamo. Al riguardo la ricerca che si presenta è mirata ad alzare il livello della cultura in Italia facendo leva sul rilancio della cultura classica. Un primo articolo è già stato pubblicato dal “Quotidiano di Storia e Archeologia”, per il quale si ringrazia il Direttore Pierluigi Montalbano. Ecco il quadro ancora provvisorio della ricerca in corso.

Didattica del greco antico: quali prospettive?

Il progetto prevede oltre all’analisi della grammatica e della sintassi, quella del lessico e delle relazioni tra la letteratura greca, la storia greca e l’archeologia. Non mancheranno approfondimenti critici, per quanto sarà possibile, sulla base dei documenti disponibili, come anche approfondimenti, sempre per quanto sarà possibile, sulle relazioni tra le polis dell’antica Grecia e l’attualità odierna degli stati moderni.   

Le traduzioni non sono mai verità rivelate ma prodotti di ricerca sempre in evoluzione, la critica testuale non è soltanto un’analisi, ma è un processo aperto per acquisire nuovi elementi. Si rilancia qui il laboratorio delle traduzioni come strumento di ricerca collettiva che si avvale delle nuove tecnologie di comunicazione: tutti i soggetti che si collegano tra di loro hanno pari diritti di interagire, presentando emendamenti, e di partecipare insieme alla traduzione di un testo.

Il greco antico viene acquisito frequentando corsi, ma questi sono accessibili soltanto frequentando i licei classici e le università, che hanno nella loro offerta formativa corsi per principianti. Coloro che vogliono imparare il greco antico debbono fare lezioni private con costi proibitivi: ogni lezione costa tra 30 e 50 € l’ora. Ecco che l’Autodidattica è l’ultima spiaggia, anche grazie a quelle lezioni postate su YouTube, sebbene queste non siano sufficienti in quanto non costituiscano un corso.  Queste lezioni consentono, però, di acquisire le nozioni-base.

L’autodidattica è personale e, sebbene non permetta di imparare completamente il greco antico, è l’unica possibilità concreta per acquisire almeno una conoscenza dei fenomeni di questa lingua. Ciò poco non è. In pratica si consiglia a chi vuole conoscere il greco antico di acquisire per prima cosa l’alfabeto e successivamente iniziare lo studio della fonetica, dopo l’acquisizione della contrazione e dell’apofonia delle vocali passare alla grammatica, partendo dall’articolo e dalle declinazioni, ma insieme, e successivamente gli aggettivi, pronomi e verbi. Fondamentale è acquisire la capacità di riconoscere in una frase semplice gli elementi della grammatica e solo dopo passare alla sintassi con le concordanze e il participio, imparando bene il suo funzionamento.

Epigrafia e letteratura non possono essere separate, e devono essere studiate le relazioni con la storia in generale e con quella dei dialetti del greco antico. La cultura in Italia non può prescindere da quella classica, perché, in parte, l’origine e la  formazione dell’Italia presentano relazioni con l’antica Grecia. Grammatica, sintassi e lessico rappresentano le basi del greco antico e vanno studiate anche in relazione alla loro storia: la lingua parlata e i testi del greco antico hanno relazioni non ricostruibili, ma possono essere delineate con l’aiuto dell’epigrafia e della papirologia.


FONTE:


(https://www.lacittafutura.it/cultura/per-il-rilancio-del-greco-antico-una-ricerca-%c3%a8-in-corso)

    

26/04/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.


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