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domenica 3 dicembre 2017

Archeologia. Scoperto un tesoro dell’Età del Bronzo in Germania

Archeologia. Scoperto un tesoro dell’Età del Bronzo in Germania


La costruzione del gasdotto Nord Stream, che in futuro collegherà Germania e Russia, ha portato al ritrovamento di un tesoro d’oro di 3.300 anni nel nord della Germania. Secondo alcuni esperti, gli oggetti provenivano addirittura dall’Asia centrale, mentre altri archeologi ne sono scettici.
I 117 pezzi d’oro erano stati scoperti dentro un panno di lino lo scorso aprile, ma sono stati resi pubblici solo quest’anno. Risalgono, a quanto sembra, alla Media Età del Bronzo.
Tra gli 1,8 kg di oro ci sono anelli, bracciali e altri gioielli, ma soprattutto delle “spirali” d’oro legate insieme come catenine. E non si tratterebbe di gioielli, ma di un’antica forma di lingotti.
Le analisi dell’Università di Hannover hanno inoltre rivelato che l’oro proveniva da una miniera dell’Asia centrale.


“Utilizzando uno spettrometro di massa, abbiamo esaminato più di 20 elementi chimici, il che ci permette di determinare l’impronta digitale del metallo”, spiega il chimico Robert Lehmann. “La vena d’oro si deve essere creata nel profondo delle montagne di Kazakhistan, Afghanistan o Uzbekistan in un periodo di milioni di anni”.
I mercanti di beni di lusso viaggiavano per tutto il continente, dice l’archeologo Henning Hassmann. “Viaggi di 10.000 km non erano niente per loro”.
Hassmann sospetta che l’oro trovato vicino alla città di Syke fosse stato portato dalle montagne nella vicina Valle dell’Indo, dove una grande civiltà fiorì fino a circa il 1.800 a.C. Da lì la merce venne inviata via nave in Mesopotamia e, dopo, raggiunse in qualche modo le pianure del nord.
Ma è davvero questa la spiegazione corretta?
Ernst Pernicka, esperto di metallurgia antica – noto per i suoi studi sul famoso Disco di Nebra – considera le conclusioni di Lehmann “altamente congetturali”.
Poiché quasi nulla si sa sull’attività mineraria dell’Asia centrale, Lehmann non può confrontare quei reperti che con qualche moneta d’oro sciita. Arrivare a tali ambiziose teorie sulla base di fatti così scarsi è “abbastanza coraggioso”, dice Gregor Borg, esperto di giacimenti d’oro presso l’Università di Halle. Nonostante le critiche, Lehmann rimane della sua opinione, facendo notare il suo uso di attrezzature di prim’ordine. “Qui stiamo contando i singoli atomi”, dice.


Per quanto audace possa sembrare, il collegamento con l’Asia potrebbe essere vero. La tipica sedia pieghevole egizia avrebbe raggiunto nell’antichità la Svezia , mentre magnifici conchiglie di Spondylus provenienti dal Mediterraneo sono state trovate lontano in Bavaria. Metalli preziosi come stagno, rame, oro e argento erano inoltre tra i favoriti per i commerci a lunga distanza.
Ora: le reti commerciali dei mercanti raggiunsero anche le remote miniere dell’Asia centrale nel lontano II Millennio a.C.? Certamente ne sarebbe valsa la pena. Una grande cintura di oro e stagno si estende dai monti Altai fino al lago di Aral. Una miniera d’oro preistorica, la più grande del Caucaso centrale, è stata recentemente scoperta in Armenia.
Questa è già la seconda scoperta che viene fatta grazie ai lavori per il gasdotto Nord Stream: lo scorso agosto erano stati ritrovati altri manufatti preistorici e, al momento, si stanno studiando altri siti.

Fonte: http://ilfattostorico.com

1 commento:

  1. Mi trovo daccordo sull'ipotesi del Centro Asia per quei pochi oggetti chiaramente visibili.L'anello e quelle specie di omega con spirali piatte a rappresentare arieti mi parlano di nord dell'Afghanistan sud del Turkestan e Uzbekistan (detesto i confini tracciati dall'uomo senza alcun riguardoper le etnie ) e li troviamo anche nel periodo successivo nei gioielli della Battriana sia pre che post Alessandro Magno.Complimenti per la divulgazione , mio marito fa di cognome Aru e sono molto interessata alla Sardegnadal punto di vista culturale. Vi ho appena scoperto ma vi seguirò. Grazie.

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