Altare rupestre di Santo Stefano.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Nelle campagne di Oschiri, fra Logudoro e Gallura, c'è una misteriosa roccia granitica lunga 10 metri, scolpita probabilmente in epoca bizantina con simboli geometrici di difficile interpretazione. Nelle immediate vicinanze c'è una necropoli con una decina di domus de janas che testimoniano una frequentazione antichissima del sito. I motivi incisi sono triangolari, quadrangolari e semicircolari, con attorno numerose coppelle e croci. Tra necropoli e altare ci sono quattro rocce istoriate, cristianizzate da croci incise funzionali a cancellare la presenza di antichi riti pagani. Santo Stefano è un’area dove si respira sacralità, si suppone che vi partorissero le sciamane e si praticasse il rito della scarnificazione prima di deporre il cadavere dentro le domus. L'interpretazione dei simboli geometrici suggerisce la descrizione del passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti. I quadrati sarebbero le false porte, punto di contatto tra terra e aldilà; i cerchi sono simboli di continuità, di divinità solari dell'acqua dispensatore di vita; i triangoli forse sono rappresentazione di templi pagani. Il mistero arricchisce il fascino di questo straordinario parco archeologico.
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