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martedì 15 settembre 2020

Archeologia della Sardegna. Il Nuraghe Majori di Tempio Pausania. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Il Nuraghe Majori di Tempio Pausania.

Articolo di Pierluigi Montalbano

Con gli amici di Honebu, oggi visitiamo il maestoso Nuraghe Majori di Tempio, un edificio eretto dai sardi della Civiltà Nuragica 3500 anni fa. Svetta fra la fitta vegetazione della Gallura, posizionato su un basamento naturale in granito a 500 metri s.l.m. L'incantevole scenario che si gode dalla sua vetta è arricchito dai profumi delle piante e dalla profondità visiva che attraversa decine di km dalla vetta del Monte Limbara fino alle guglie granitiche di Aggius, passando fra le vallate circostanti con un affaccio incantevole su Tempio Pausania. All'interno di una delle torri vive una colonia di piccoli pipistrelli. Intorno al nuraghe c'è un lussureggiante bosco di querce da sughero, frassini, lecci, roverelle, essenze mediterranee e in alcuni periodi dell'anno sboccia un manto di ciclamini e orchidee. L’architettura in granito presenta caratteristiche tipiche dei nuraghi a corridoio e dei nuraghi a cupola. Il nome deriva dalle grandi dimensioni dei massi, appena sbozzati. Fra i filari bassi

interni si notano gli affioramenti rocciosi inglobati su cui poggia la muratura.

Si accede da un ingresso architravato con sezione a dolmen, tipico dei nuraghi arcaici, costruito con massi più piccoli rispetto al resto del complesso. La finestrella sopra la porta è orientata a sud-est, per catturare più luce possibile. Il corridoio d’ingresso, lungo quasi dieci metri e largo uno e mezzo, è inizialmente coperto da lastre orizzontali, poi diventa a sezione ogivale, ossia a doppio spiovente.

L’andito attraversa tutta l’area interna e giunge su un ampio cortile semicircolare. A metà percorso, nelle pareti, si aprono gli ingressi a due vani a pianta ellittica coperti a tholos, segno dell’evoluzione architettonica in atto che passa dalla forma rettangolare (a dolmen) a quella ogivale. Tutto il pavimento del pianterreno è lastricato. All’interno del vano minore, quello in cui vivono i piccoli pipistrelli, c’è un primo silos per la conservazione di granaglie.

Dalla elegante scala nel cortile si sale al piano superiore dove le strutture residue fanno ipotizzare l’esistenza di una camera circolare e di un ambiente sul lato opposto, ossia due torri nel secondo piano, con lo stesso schema del piano di sotto. Quella in buono stato di conservazione ha l'ingresso orientato a sud-est e presenta una grande nicchia e un silos per il contenimento di derrate alimentari o altro .

Gli scavi archeologici hanno portato alla luce ceramiche, ciotole, tazze, olle, teglie, tegami, cristallo di rocca e una moneta romana dell'epoca di Antonino Pio.



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