Gli Shardana furono scelti per diventare la guardia scelta del faraone Ramesse II, invogliati con concessione di privilegi, terre fertili lungo le sponde del Nilo, diritto di matrimonio, successione ereditaria dei campi. Già dal XV a.C., all’epoca della regina Hatshepsut e di Tuthmosis III, l’esercito egizio si ampliò con l’immissione di truppe formate da guerrieri professionisti, con corpi d’armata, divisioni di fanteria, carristi e ufficiali, con la conseguente specializzazione delle tecniche di combattimento. A tutto ciò, si univa l’apparato di supporto costituito da personale di servizio, flotta e carri di supporto per i viveri e vettovaglie, carpentieri, cuochi, addestratori di cavalli e maestri d’armamenti che insegnavano le tecniche con la spada, l’arco, la lancia e le
giovedì 12 dicembre 2019
Archeologia. Shardana, guardia reale del faraone Ramesse II. Tratto dal libro Popoli del Mare, di Pierluigi Montalbano, Capone Editore, Novembre 2019
Archeologia. Shardana, guardia reale del faraone Ramesse II
(Tratto dal libro Popoli del Mare, di Pierluigi Montalbano, Capone Editore, Novembre 2019) ©
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Gli Shardana furono scelti per diventare la guardia scelta del faraone Ramesse II, invogliati con concessione di privilegi, terre fertili lungo le sponde del Nilo, diritto di matrimonio, successione ereditaria dei campi. Già dal XV a.C., all’epoca della regina Hatshepsut e di Tuthmosis III, l’esercito egizio si ampliò con l’immissione di truppe formate da guerrieri professionisti, con corpi d’armata, divisioni di fanteria, carristi e ufficiali, con la conseguente specializzazione delle tecniche di combattimento. A tutto ciò, si univa l’apparato di supporto costituito da personale di servizio, flotta e carri di supporto per i viveri e vettovaglie, carpentieri, cuochi, addestratori di cavalli e maestri d’armamenti che insegnavano le tecniche con la spada, l’arco, la lancia e le
altre tipologie di armi. Nei
testi documentari egizi, scolpiti nelle pareti dei templi, compaiono spesso le
raffigurazioni di personaggi armati che compiono missioni di guerra. Attraverso
lo studio di queste iconografie, Ugas riesce a stabilire l’etnia di
appartenenza di ogni singolo individuo. Ogni guerriero è rappresentato con
caratteri distintivi, nel vestiario, nelle armi, nel copricapo e
nell’atteggiamento. I militari Shardana hanno un fisico agile, con viso
regolare, collo stretto, hanno spesso lo scudo che protegge le spalle e la
testa, portano un elmo munito di corna sormontato dal disco solare, il
gonnellino ha falde sovrapposte frontalmente e tenute da cordoncini, gli scudi
sono tondi e le spade hanno una lama triangolare e l’elsa con pomello a
calotta. Nelle illustrazioni che celebrano la guerra di Qadesh, è dato ampio
spazio ai guerrieri Shardana, rappresentati in posizione di preminenza proprio
sotto il faraone Ramesse II, indicati come la guardia personale del re. In una
schiera di 16 soldati disposti frontalmente in due file di otto, si nota che i
primi due incrociano le spade, come in una posizione schermistica. Il gruppo
alla destra porta anche una lancia. C’è da osservare che anche le rappresentazioni
di Abido mostrano Shardana con il giavellotto, testimonianza assai utile per
capire le loro strategie di combattimento. Sono affiancati su entrambi i lati
dai soldati del corpo di fanteria egizio, muniti di grande scudo e lancia. In
un’altra rappresentazione, sfilano in parata nel tempio di Abu Simbel, proprio
nel registro sottostante al re seduto sul trono. Imbracciano uno scudo tondo,
un elmo con corna e disco solare, una spada triangolare, e indossano una tunica
scollata a V, con una placca pettorale a borchie sostenuta da bretelle.Gli Shardana furono scelti per diventare la guardia scelta del faraone Ramesse II, invogliati con concessione di privilegi, terre fertili lungo le sponde del Nilo, diritto di matrimonio, successione ereditaria dei campi. Già dal XV a.C., all’epoca della regina Hatshepsut e di Tuthmosis III, l’esercito egizio si ampliò con l’immissione di truppe formate da guerrieri professionisti, con corpi d’armata, divisioni di fanteria, carristi e ufficiali, con la conseguente specializzazione delle tecniche di combattimento. A tutto ciò, si univa l’apparato di supporto costituito da personale di servizio, flotta e carri di supporto per i viveri e vettovaglie, carpentieri, cuochi, addestratori di cavalli e maestri d’armamenti che insegnavano le tecniche con la spada, l’arco, la lancia e le
Il libro sarà presentato a Cagliari il 27 Dicembre 2019, nella sala conferenze Honebu, in Via Fratelli Bandiera 100. Ingresso libero.
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