lunedì 9 gennaio 2017
Archeologia e linguistica. I costruttori dei nuraghi citati dalle fonti classiche, di Massimo Pittau
Archeologia e linguistica. I costruttori dei nuraghi citati dalle fonti classiche
di Massimo Pittau
Qualche tempo fa il mio collega e amico Mauro Maxia mi aveva
fatto una osservazione, per la quale io avevo espresso il mio assenso, ma alla
quale non avevo dedicato la necessaria attenzione. Il Maxia mi diceva che era
illegittimo chiamare “Nuragici” gli antichi Sardi, costruttori dei nuraghi e
creatori della corrispondente grande civiltà. Egli mi diceva che in realtà il
vocabolo “Nuragico-a” era un neologismo creato di recente dagli studiosi moderni,
mentre i nostri progenitori chiamavano se stessi solamente Sardi.
L'amico Maxia aveva piena ragione ed io oggi riprendo la questione con
l'intento di chiarirla meglio (d'altronde lo stesso Maxia mi ha
comunicato di
avere ripreso l'argomento in una sua nuova opera di prossima pubblicazione).
Comincio col far notare che effettivamente le fonti
classiche, greche e latine, non chiamano mai “Nuragici” i costruttori dei
nuraghi. Invece le fonti classiche li chiamano sempre e spesso Sardi, Sardṓi, Sardianói, Sardaniói, ecc.
Però li chiamano anche Tyrrēnói, Tyrsēnói, col significato
originario di «costruttori di torri, torrigiani», dal sostantivo etrusco-greco týrris,
týrsis «torre» (e tali erano effettivamente i Sardi molto meglio e più di
qualsiasi altro popolo dell'intero bacino del Mediterraneo).
Infine li chiamavano anche Pelasgi, Pelasgói, etnico che
denominava un popolo che da più di trenta autori antichi, greci e
latini, era segnalato nelle coste di quasi tutta la Penisola italiana e poi di
quella greca e infine in una ventina di isole del Mar Egeo.
Nel mondo antico correva questa etimologia di tale vocabolo
etnico: Pelasgós = pelargós «cicogna» (uccello migratore);
ma in realtà questa non era altro che una paretimologia o “etimologia popolare”
(cioè errata), conseguente al fatto che i Pelasgi
si spostavano spesso dal Mar Tirreno a quelli Ionio, Adriatico ed Egeo. E come
dimostra soprattutto il fatto che i Pelasgi
o Pelasgói sono citati dagli autori
antichi quasi sempre e solamente in questo modo esatto.
A mio avviso, invece, Pelasgus/Pelasgós
significa anch’esso «costruttore di torri, torrigiano», derivando dalla glossa
latino-etrusca fala «torre di legno,
torre d'assedio, torretta» (DELL).
Il suffisso -SC-, -SK- è quello stesso dei Falisci,
abitanti di Falerii, nel Lazio, che Paolo-Festo (81.3) riporta
esplicitamente alla glossa etrusco-latina fala.
Inoltre c'è da segnalare che l'etnico Faliscus
«nativo di Falerii» è da confrontare
con l’antropomimo etr. FELUSKE
(ancora suff. -SC-, -SK-;
LLE, Norme 5).
E in proposito si deve pure precisare che dell’appellativo fala i Glossari latini riportano pure la
variante phala e inoltre che le
alternanze delle vocali A/E e delle
consonanti F/PH/P sono ampiamente
accertate nella lingua etrusca (DICLE
13; LIOE; LLE, Norme).
E termino con questa conclusione che mi sembra molto importante: è
senz'altro vero che le fonti classiche greche e latine non citano mai i
“Nuragici” per la ragione che mai essi si sono chiamati in questo modo, ma li
citano numerosissime volte col nome di Sardi, Tirreni, Tirseni, Pelasgi.
E tali numerosissime citazioni dimostrano che l'antica civiltà dei Sardi era
ampiamente conosciuta dai popoli di tutto il bacino del Mediterraneo.
Tutto al contrario è avvenuto che, siccome l'etnico “Nuragici” non compare
mai nelle fonti classiche, numerosi studiosi moderni siano arrivati a trarne
questa conclusione del tutto errata: i Greci ed i Romani conoscevano pochissimo
la “civiltà dei nuraghi”...!
Bibliografia e sigle
DELL Ernout A. - Meillet A., Dictionnaire
Étymologique de la Langue Latine, IV édit., IV tirage, Paris 1985, Éditions
Klincksieck.
DICLE Pittau M., Dizionario Comparativo Latino-Etrusco, Sassari 2009, EDES (Libreria
Koinè).
LIOE Pittau M., Lessico Italiano di
origine etrusca – 407 appellativi 207 toponimi, Roma, Società Editrice
Romana, 2012.
LLE Pittau M., Lessico della Lingua Etrusca – appellativi antroponimi
toponimi, Roma, Società Editrice Romana, 2012.
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