venerdì 20 gennaio 2017
Archeologia e Geologia. Il mondo durante l'era glaciale, un'epoca di grandi diluvi
Archeologia e Geologia. Il mondo durante l'era glaciale, un'epoca di grandi diluvi
La geologia e la
paleoclimatica sono riuscite a ricostruire lo scenario che ha originato il mito
del diluvio. Con l'aumentare della temperatura le calotte hanno iniziato a
sciogliersi, restituendo al mare l’acqua accumulata come ghiaccio sulle terre
emerse. Durante la deglaciazione il mondo ha perso 25 milioni di chilometri
quadrati di terra.
Il mito del
diluvio è un grande classico della mitologia mondiale. La geologia e la
paleoclimatica sono riuscite a ricostruire lo scenario che ha originato queste
antiche narrazioni. Durante il massimo
glaciale, intorno a 20
mila anni fa, il livello marino staziona circa 120 metri sotto il
livello
attuale. Con il progressivo aumentare della temperatura i ghiacciai del Wurm
iniziano a sciogliersi, alimentando corsi d’acqua che restituiscono al mare
l’acqua accumulata come ghiaccio sulle terre emerse. Di pari passo il livello
degli oceani si innalza, cosicché in tutto il mondo territori sempre più vasti
sono sommersi dall'invasione del mare, che raggiunge il massimo tasso di
sollevamento a partire da 15 mila sino a 11 mila anni fa. Intorno al 12.000
a.C. il lago Livingston si riversa nell’Atlantico facendo salire il livello dei
mari di 13-14 metri in 300 anni. Dopo questo periodo il tasso di risalita
diminuisce progressivamente. Durante la deglaciazione l'aumento della
temperatura viene interrotto da almeno tre episodi di temporaneo
raffreddamento, detti Dryas (Antichissimo da 18 mila a 15 mila anni fa, Antico
da 14 mila a 13.700 anni fa, Recente da 12.900 a 11.500 anni fa). Una prima
fase climatica intermedia post glaciale si registra 11-12 mila anni fa, poi
inizia il periodo interglaciale vero e proprio, quello in cui noi viviamo.
Intorno al 9500 a.C. collassa il lago glaciale del Baltico e il lago Agassiz si
riversa nel Golfo del Messico, con una crescita dei mari di 7,5 metri in 160
anni. Più o meno 8000 anni fa ha inizio un periodo caratterizzato da un nuovo
incremento del riscaldamento globale. Poco dopo il 6000 a.C. crolla la
Laurentide, la calotta glaciale a nord-est del Canada. I livelli marini salgono
di colpo, recenti studi dicono addirittura di 25 metri (generalmente si ritiene
con una media di 7,6 metri) in poche centinaia d’anni. Il continuo
riscaldamento è accompagnato da un conseguente innalzamento del mare, la
cosiddetta Trasgressione Flandriana, che causa un netto aumento del livello
marino sino a
circa 6000 anni fa. In quei due millenni, grandi estensioni di territori
costieri vengono sommersi. Il clima è caldo umido, analogo a quello monsonico
attuale. Intorno al 5000 a.C. crolla la diga del Bosforo e il Mediterraneo si
riversa nel Mar Nero. Per alcuni millenni le temperature risultano più alte di
2-3 gradi rispetto a oggi e il mare arriva a superare il livello attuale. Nel
3500 a.C il Golfo Persico si alza di 3 metri e allaga la piana di Sumer, già
erosa dagli episodi precedenti, penetrando nell’entroterra per circa 70
chilometri (diluvio di Woolley). Le coste ritornano al livello attuale
intorno a 4000 anni fa. Con la deglaciazione il mondo ha perso complessivamente
25 milioni di chilometri quadrati di terra.
Fonte: http://www.preistoriaonline.it/
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