giovedì 30 maggio 2019
I riti con il fuoco nelle tradizioni popolari della Sardegna
I riti con il fuoco nelle tradizioni popolari della Sardegna
Il calendario sardo è disseminato di sagre e feste in tutti i mesi dell’anno. Diminuiscono negli ultimi giorni di carnevale e durante la Quaresima ma con i riti della Settimana Santa riacquistano nuovo impulso.
Le sagre sono ottime occasioni per dare risalto al folclore poiché, oltre a svolgersi nel loro ambiente naturale, assicurano la presenza di gruppi in costume che possono così esibirsi nel modo più autentico, favorendo una affascinante presa di contatto con le tradizioni dell’isola.
L’essenza principale di queste sagre è di natura religiosa e a motivarle sono stati voti di singole persone per grazia ricevuta e voti comunitari per la cessazione di pestilenze, carestie, inondazioni, invasioni di cavallette, ma a volte sono state ispirate dal ritrovamento, spesso leggendario, di simulacri. Il loro svolgimento vede sempre un accavallarsi di riti cristiani e componenti pagane che attestano come la religiosità dei sardi, pur essendo profondamente radicata, non sia aliena da reminiscenze di culti primitivi.
Notevole importanza ha il legame tra i miti e le vicende dell’agricoltura, che hanno sempre condizionato l’isola. Questo spiega anche certi riti propiziatori di un buon raccolto, ottenibile da una
Il calendario sardo è disseminato di sagre e feste in tutti i mesi dell’anno. Diminuiscono negli ultimi giorni di carnevale e durante la Quaresima ma con i riti della Settimana Santa riacquistano nuovo impulso.
Le sagre sono ottime occasioni per dare risalto al folclore poiché, oltre a svolgersi nel loro ambiente naturale, assicurano la presenza di gruppi in costume che possono così esibirsi nel modo più autentico, favorendo una affascinante presa di contatto con le tradizioni dell’isola.
L’essenza principale di queste sagre è di natura religiosa e a motivarle sono stati voti di singole persone per grazia ricevuta e voti comunitari per la cessazione di pestilenze, carestie, inondazioni, invasioni di cavallette, ma a volte sono state ispirate dal ritrovamento, spesso leggendario, di simulacri. Il loro svolgimento vede sempre un accavallarsi di riti cristiani e componenti pagane che attestano come la religiosità dei sardi, pur essendo profondamente radicata, non sia aliena da reminiscenze di culti primitivi.
Notevole importanza ha il legame tra i miti e le vicende dell’agricoltura, che hanno sempre condizionato l’isola. Questo spiega anche certi riti propiziatori di un buon raccolto, ottenibile da una
martedì 28 maggio 2019
Archeologia della Sardegna. Le Triadi Nuragiche. Articolo di Gustavo Bernardino
Archeologia della Sardegna.
Le Triadi Nuragiche
Articolo di Gustavo
Bernardino
La recente riedizione del
volume “La Sardegna nuragica” di Massimo Pittau ( Edizioni Della Torre
2018), mi consente di fare alcune
riflessioni in ordine a diversi argomenti trattati dall'autore:
Il Nuraghe e la sua funzione
cultuale
Credo che ormai anche i più
riottosi accademici accettino la soluzione religioso/cultuale per definire la
primaria funzione dei nostri magnifici monumenti, eretti dai nostri antenati
non già per scopi militari ma per compiere quelle funzioni religiose dirette a
santificare le divinità in nome delle quali si era proceduto ad erigere le
sacre torri. Trattandosi di una costruzione che richiedeva enorme dispendio di
lavoro e di risorse economiche se ne evidenzia anche una sua multifunzionalità
in termini di ulteriore utilizzo per scopi sociali, come luogo di riunione di
persone con ruoli decisionali per la collettività e per la conservazione di
derrate alimentari come peraltro archeologicamente riscontrato.
Resta tuttavia da definire in
maniera credibile e coerente su quali basi si può declinare questa
interpretazione. La prima osservazione va fatta partendo dalla considerazione
che la funzione militare-difensiva, si deve escludere per la mancanza di
elementi probatori proprio nei criteri costruttivi del monumento, che non può
essere considerato militare-difensivo solo per l'aspetto massiccio e
mastodontico. Caratteristiche che,
sabato 25 maggio 2019
Archeologia della Sardegna. I villaggi della Civiltà Nuragica. Articolo di Anna Depalmas
Archeologia della Sardegna. I villaggi della Civiltà
Nuragica.
Articolo di Anna Depalmas
tratto da “Corpora delle antichità della Sardegna, LA SARDEGNA NURAGICA, Storia e monumenti”
Le forme d’insediamento dell’età nuragica sono
caratterizzate, come altre manifestazioni architettoniche e di cultura
materiale, da un’elevata uniformità tipologica. Nonostante questo sono evidenti
aspetti che indicano cambiamenti in senso diacronico di cui non è semplice
cogliere né un generale percorso evolutivo e di sviluppo né caratteri ed
elementi di dettaglio. Se valutiamo in termini ampi il fenomeno insediativo di
età nuragica non possiamo omettere di considerare anche i nuraghi giacché le
torri rappresentano le unità costruttive proprie del popolo nuragico che
dall’età del Bronzo medio all’età del Bronzo recente incentra la propria vita
intorno a questo singolare tipo di edifici. In alcune aree la densità molto
elevata dei nuraghi lascia, infatti, ritenere che la popolazione residente
potesse essere tutta alloggiata entro di essi. Nonostante ciò non è comunque
possibile identificare in senso assoluto i nuraghi con normali “abitati”
protostorici, eccetto quella minima percentuale di torri integrata con un
villaggio di capanne. Sulla base dei dati disponibili – ossia quelli
mercoledì 22 maggio 2019
Archeologia della Sardegna. I nuraghi Articolo di Paolo Melis.
Archeologia
della Sardegna. I nuraghi
Articolo
di Paolo Melis.
tratto da “Corpora delle antichità
della Sardegna, LA SARDEGNA NURAGICA, Storia e monumenti”
Il
nuraghe è la costruzione che caratterizza la civiltà sviluppatasi in Sardegna a
partire dalla
media
età del Bronzo e che da esso prende il nome (Lilliu G. 1962; 1982; 1988; Contu
E.
1981;
1998a). Nella tipologia classica, nota con la denominazione di “nuraghe a tholos”,
si
distingue
sensibilmente dalle strutture nuragiche che lo precedettero: i “protonuraghi”,
recentemente
ridefiniti
come “nuraghi arcaici” (Ugas G. 2005, p. 70). Proprio dall’evoluzione
di
questi ultimi – in una fase del Bronzo medio su cui ancora gli studiosi
discutono (BM2 per
alcuni,
BM3 per altri), fra XVII e XVI secolo a.C. – si giungerà alla definizione del
modulo
di
nuraghe con grande camera circolare centrale.
Nuraghi semplici
Nei
suoi caratteri generali, il nuraghe è un edificio sostanzialmente modulare che
varia in
lunedì 20 maggio 2019
Archeologia. Considerazioni sui protonuraghi. Articolo di Alberto Moravetti
Archeologia. Considerazioni sui protonuraghi.
Articolo di Alberto Moravetti
tratto da “Corpora delle antichità della
Sardegna, LA SARDEGNA NURAGICA, Storia e monumenti”
A partire dal Bronzo medio 1, se non alla fine della
fase precedente, in Sardegna si diffondono
quelle costruzioni che chiamiamo nuraghi –
tipologicamente differenziati in protonuraghi
e nuraghi a tholos o “classici” – che per la
loro grandiosità e per l’alto numero disseminato in
tutta l’isola caratterizzano il paesaggio sardo ed una
“civiltà” protostorica fra le più originali
e complesse del Mediterraneo.
I protonuraghi, come è noto, sono strutture
architettoniche variamente definite nel tempo
“nuraghi
abnormi, falsi nuraghi, pseudonuraghi, nuraghi a galleria,
nuraghi-nascondiglio,
nuraghi anomali o aberranti, nuraghi a corridoio/i,
protonuraghi, nuraghi arcaici” ad
indicare
di volta in volta un rapporto di somiglianza o di
diversità formale, di cronologia o di
sabato 18 maggio 2019
Archeologia della Sardegna. Bronzetti nuragici: sculture votive, oggetti artistici o doni cerimoniali? Articolo di Pierluigi Montalbano
Archeologia della Sardegna. Bronzetti nuragici: sculture votive, oggetti artistici o doni cerimoniali?
Articolo di Pierluigi Montalbano
In Sardegna, nelle fasi finali della Civiltà nuragica, circa 3000 anni fa, i sardi decisero una serie di cambiamenti sociali che sono facilmente distinguibili: non costruirono più nuraghi e adottarono un rituale funerario differente con l'abbandono delle monumentali tombe giganti a favore di piccole tombe a pozzetto singolo nelle quali ogni individuo riceveva il suo corredo. In questa fase appaiono i bronzetti, le celebri statuine in rame (90%) e stagno (10%) che rappresentano personaggi, animali, barche, edifici e oggetti che fanno parte della
Articolo di Pierluigi Montalbano
In Sardegna, nelle fasi finali della Civiltà nuragica, circa 3000 anni fa, i sardi decisero una serie di cambiamenti sociali che sono facilmente distinguibili: non costruirono più nuraghi e adottarono un rituale funerario differente con l'abbandono delle monumentali tombe giganti a favore di piccole tombe a pozzetto singolo nelle quali ogni individuo riceveva il suo corredo. In questa fase appaiono i bronzetti, le celebri statuine in rame (90%) e stagno (10%) che rappresentano personaggi, animali, barche, edifici e oggetti che fanno parte della
martedì 14 maggio 2019
Tradizioni di Sardegna. Sa Ramadura: una cerimonia molto più antica di Efisio, praticata per l'apertura dell'anno nautico.. Articolo di Gustavo Bernardino
Tradizioni di Sardegna. Sa
Ramadura: una cerimonia molto più antica di Efisio, praticata per l'apertura dell'anno nautico.
Articolo di Gustavo
Bernardino
Sono appena terminati i
festeggiamenti in onore di “Efis gloriosu” il santo forse più amato nel
Sud-Sardegna. Su questa figura ormai mitica del panorama celebrativo-liturgico
della nostra isola, è stato detto e scritto di tutto. Io mi limito a proporre
un chiarimento per quanto attiene la datazione di un particolare del rituale
che viene sempre più valorizzato ed evidenziato. E' una componente assurta a
posizioni di primaria importanza nello svolgimento della celebrazione e mi
riferisco a “Sa Ramadura” .
Intorno a questo elemento
rituale, diventato una icona della Sagra, in tanti hanno voluto dare un apporto
di conoscenza contribuendo così ad arricchire il suo valore iconografico.
Salvatore Dedola nel suo “NOU FAEDDARZU ETIMOLÒGICU DESSA LIMBA SARDA” Edizioni Grafica del Parteolla 2018, ritiene
che
venerdì 10 maggio 2019
Archeologia in Sardegna: Dall'età del Bronzo all'età del Ferro. Riflessioni di Franco Campus, Valentina Leonelli, Fulvia Lo Schiavo
Archeologia in Sardegna: Dall'età del Bronzo all'età del Ferro.
Riflessioni di Franco Campus, Valentina Leonelli, Fulvia Lo Schiavo
La transizione culturale dall'età del bronzo all'età del ferro nella Sardegna nuragica in relazione con l'Italia tirrenica.
Il Bronzo finale in particolare è stato suddiviso in tre fasi che sembrano corrispondere alla distinzione che contemporaneamente si è operata sulla base dei ripostigli di bronzi (figg. 1 e 2) . Le tre fasi BF1-BF2 BF3/PF1A sono state identificate e si fondano su diversi contesti sicuri e sulla base di un sistema incrociato di dati relativi a un buon numero di siti.
Il Bronzo finale in particolare è stato suddiviso in tre fasi che sembrano corrispondere alla distinzione che contemporaneamente si è operata sulla base dei ripostigli di bronzi (figg. 1 e 2) . Le tre fasi BF1-BF2 BF3/PF1A sono state identificate e si fondano su diversi contesti sicuri e sulla base di un sistema incrociato di dati relativi a un buon numero di siti.
Allo stato attuale delle conoscenze, è ingiustificato negare che la fine dell’età del Bronzo rappresenti l’epilogo di una crisi di vasta portata nel sistema socio-economico e politico nuragico, le cui ragioni vanno ricercate entro l’età del Bronzo, molto prima dell’inizio dell’età del Ferro . Non potendo in questa sede affrontare in modo esaustivo e sistematico tutte le ultime acquisizioni recenti si è deciso di focalizzare l’attenzione su alcuni siti oggetto di indagini recenti da parte dei relatori e che ci è sembrato possano costituire un’utile trama per affrontare le diverse tematiche oggetto del contributo (fig. 3). Se la seconda fase del BR e gli inizi del BF si caratterizzano per un evidente boom demografico, capanne sempre più ampie e i villaggi sempre più vasti, nell’ultima delle fasi del Bronzo finale moltissimi nuraghi sono abbandonati, in quasi tutto il territorio isolano, probabilmente a causa di cedimenti strutturali delle parti sommitali.
I tre nuraghi complessi presi in considerazione il Santu Antine di Torralba , l’Alvu di Pozzomaggiore e l’Adoni di Villanovatulo , ma si potrebbe aggiungere anche l’Arrubiu di Orroli (fig. 4), mostrano labili tracce della fase BF3/PF1A. Nel caso del nuraghe Santu Antine con l’abbandono avviene anche una sorta di sacralizzazione del pozzo-cisterna all’interno della torre nord messo in luce negli scavi 2005 (figg. 5-6). Sul fondo della struttura, profonda oltre 5 metri, fu deposto un
giovedì 9 maggio 2019
Archeologia. Un bando assai discutibile per l’assunzione di assistenti turistici a Barumini. Una rappresentanza di partecipanti alla selezione ha inviato alla nostra redazione una lettera di denuncia per segnalare l’uso di alcune procedure anomale durante le prove d’esame, come si può leggere nel testo. Pubblichiamo integralmente la lettera mettendoci a disposizione della Fondazione Barumini per eventuali smentite o correzioni o risposte, con impegno a pubblicare integralmente il contenuto.
Archeologia.
Un bando assai discutibile per l’assunzione di assistenti turistici a Barumini.
Una rappresentanza
di partecipanti alla selezione ha inviato alla nostra redazione una lettera di
denuncia per segnalare l’uso di alcune
procedure anomale durante le prove d’esame, come si può leggere nel testo.
Pubblichiamo integralmente la
lettera mettendoci a disposizione della Fondazione Barumini per eventuali smentite o correzioni o risposte,
con impegno a pubblicare integralmente il contenuto.
“Questa lettera ha lo
scopo di portare in evidenza una situazione incresciosa e poco trasparente
relativa ad una selezione pubblica per “Assistente turistico Livello B1” presso
la Fondazione Barumini. Siamo una decina di partecipanti, stufi di constatare
qua e là che certe selezioni non sono
lunedì 6 maggio 2019
Archeologia. Neith di Sais illuminata dall'Accademia. Articolo di Gustavo Bernardino
Archeologia. Neith di Sais illuminata
dall'Accademia.
Articolo di Gustavo
Bernardino
Per me che sono un fanatico
sostenitore della presenza di Neith in Sardegna, leggere le considerazioni e le
lucide argomentazioni di uno dei massimi esponenti del mondo accademico
rappresentato da Giovanni Ugas, provoca un sentimento di grande soddisfazione e
ne spiego le ragioni. Innanzi tutto chi è Neith e
cosa rappresenta. E' una divinità nilotica che nasce a Sais, importante città
del delta del Nilo, molto frequentata dai commercianti provenienti da oriente per
rifornire il mercato egizio del lapislazzuli, il minerale molto amato dai
faraoni. In Sardegna e precisamente nel Sulcis, a Benatzu (Grotta Pirosu),
nell'altare ipogeico, si celebrava la
mercoledì 1 maggio 2019
Archeologia. I rapporti fra la Sardegna e Cipro nell'età del Bronzo: i lingotti ox-hide. Articolo di Davide Schirru tratto dalla sua tesi di laurea
Archeologia. I rapporti fra la Sardegna e Cipro nell'età del Bronzo: i lingotti ox-hide
Articolo di Davide Schirru tratto dalla sua tesi di laurea
Molti autori riconoscono il ruolo di Cipro nello sviluppo delle tecniche metallurgiche in Sardegna, ma i contrasti nascono nel momento in cui si tratta di datare queste influenze, interpretabili come fenomeni di "acculturazione", visto che l'idea di una civiltà nuragica passivamente recettiva degli stimoli provenienti dall'oriente può dirsi definitivamente tramontata, sulla base dei ritrovamenti di manufatti nuragici nel Mediterraneo centrale avvenuti negli ultimi trent'anni. I materiali di origine cipriota presenti in Sardegna sono per lo più manufatti metallici, mentre i reperti ceramici si riducono a due soli frammenti, provenienti dal Nuraghe Antigori di Sarroch: un frammento di ansa wishbone handle della classe ceramica Base-ring II ware (Tardo Cipriota II) e un frammento di un pithos, del tipo utilizzato per il trasporto di olio. La selettività con la quale i materiali ciprioti vengono recepiti in
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