Archeologia.
Un bando assai discutibile per l’assunzione di assistenti turistici a Barumini.
Una rappresentanza
di partecipanti alla selezione ha inviato alla nostra redazione una lettera di
denuncia per segnalare l’uso di alcune
procedure anomale durante le prove d’esame, come si può leggere nel testo.
Pubblichiamo integralmente la
lettera mettendoci a disposizione della Fondazione Barumini per eventuali smentite o correzioni o risposte,
con impegno a pubblicare integralmente il contenuto.
“Questa lettera ha lo
scopo di portare in evidenza una situazione incresciosa e poco trasparente
relativa ad una selezione pubblica per “Assistente turistico Livello B1” presso
la Fondazione Barumini. Siamo una decina di partecipanti, stufi di constatare
qua e là che certe selezioni non sono
svolte in maniera adeguata e mirano ad
avvantaggiare certe persone e tenerne escluse altre.
Il bando, con scadenza 12 aprile 2019,
conteneva degli errori e delle discrepanze sia nei punteggi attribuiti per le
risposte corrette sia per le valutazioni dei titoli vari, mancando inoltre la
dicitura aggiornata sul trattamento dei dati. Lo stesso era in contrasto, in
alcune parti, con il Regolamento Selezioni Assunzioni della stessa fondazione,
per cui la confusione era notevole. Abbiamo segnalato il tutto tramite una
telefonata alla Fondazione stessa, ma non è seguita alcuna correzione: né del
bando, né del regolamento e men che meno è stato ripubblicato il bando, come di
norma si dovrebbe in tali casi.
Durante la prova scritta, tenutasi il 19
aprile 2019, sono state riscontrate altre modalità non adeguate quali per
esempio: essere chiamati a firmare la presenza dicendo a voce alta nome e cognome
di ogni partecipante (ciao privacy!); la commissione che parlava di “Allora
sono otto i candidati ancora in forze o col contratto scaduto?”; la
comunicazione dei punteggi di cui sopra che veniva dimezzata e per i quali a
ogni risposta errata veniva annullato il punteggio della risposta corretta
(facendo venir meno il raggiungimento del punteggio minimo previsto per passare
alla prova orale! Scorrendo le liste dei risultati finali molti di noi avevano
addirittura punteggi negativi, cosa mai vista in una selezione pubblica).
Ancora, le materie oggetto della prova non venivano rispettate e si prestavano
ad errore interpretativo al punto che, una volta inviate a vari amici
archeologi di chiara fama, loro stessi avrebbero risposto in modo errato, per
cui in teoria ne saprebbero meno della Commissione presente alla selezione in
oggetto (strano no?) oppure, ulteriore aggravante, erano presenti domande e
risposte in lingua straniera che erano errate e per le quali, nonostante averlo
fatto presente, non è scaturito un avviso verbale ai partecipanti presenti;
altre domande, invece, non erano in linea con le materie indicate dal bando.
Dulcis in fundo, la Commissione si è chiusa dentro per due ore e mezza circa
per procedere alla “correzione” dei questionari, i quali, sottolineiamo, non
erano a lettura ottica e venivano inseriti in una busta grande nella quale
precedentemente avevamo inserito una busta piccola, chiusa, con il nostro nome
e cognome. Fermo restando che, dalle esperienze precedenti di qualcuno di noi,
questa fase di norma è resa pubblica e si invitano alcuni concorrenti a
presenziare alla correzione quale spettatore (e ciò per la sopra menzionata
trasparenza che però qua è mancata totalmente), l’aspetto ancora una volta poco
professionale dell’amministrazione è stato che dopo la correzione un
rappresentante della Fondazione è uscito e, allargando le braccia, esclamava
“Non avete studiato nulla, dovete studiare. Me ne servivano dieci e invece sono
passati solo in tre”. Guarda caso i tre, che già lavorano a tempo determinato
presso la stessa Fondazione (una candidata, nell’attesa, entrava nel gabbiotto
della biglietteria e si riprendeva il giubbotto da un armadietto), hanno preso
il punteggio massimo senza nessun errore, essendo molto più preparati di
qualsiasi archeologo di mestiere o docente di tale materia.
Sarebbe ora di finirla con queste prese
in giro, e se non ricorriamo al TAR è solo perché il tempo lo impieghiamo alla
ricerca di un posto di lavoro ed evidentemente non abbiamo i soldi per mandare avanti
azioni del genere. Siamo veramente frustrati dall'aver constatato che, seppur
alla ricerca di lavoro e pronti a viaggiare e a perdere giornate a studiare,
nonostante esistano regole di gestione delle pubbliche selezioni, ancora una
volta e per di più in una organizzazione che gestisce un sito patrimonio
dell’Unesco, ci si comporti con modalità anacronistiche, poco trasparenti e
soprattutto poco corrette nei confronti di chi cerca lavoro. Per finire, il
giorno 30 aprile è stato pubblicato nuovo bando di selezione per la stessa
figura professionale: non vi sembra strano?”
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