sabato 16 febbraio 2019
Archeologia. Perché in Sardegna furono costruiti i nuraghi a torre? Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Archeologia. Perché in Sardegna furono costruiti i nuraghi a torre?
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Sappiamo che i nuraghi a corridoio precedono il concepimento della prima torre, quindi si tratterebbe di porsi il problema della comparsa di questi nuraghi arcaici. Verosimilmente furono ideati per il progressivo mutare della stratificazione sociale delle comunità dell’età del rame, con la formazione di una “classe elevata” che rivendicava una posizione di prestigio attraverso l’edificazione di un edificio simbolo di status, la stessa che, in un secondo momento, richiederà la costruzione di una torre. Il nuraghe a corridoio, stratigrafie alla mano, mostra lo stesso tipo di accumulo antropico delle torri, senza eccezione, indicando che funzione e logica dovevano essere gli stessi. La comparsa della torre in pietra non appare più come una cesura, piuttosto come un’evoluzione, anche se rimane il problema delle differenze architettoniche tra le due tipologie di edifici.
La sovrapposizione delle tipologie stratigrafiche tra nuraghi a corridoio e torri, indicandone la
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Sappiamo che i nuraghi a corridoio precedono il concepimento della prima torre, quindi si tratterebbe di porsi il problema della comparsa di questi nuraghi arcaici. Verosimilmente furono ideati per il progressivo mutare della stratificazione sociale delle comunità dell’età del rame, con la formazione di una “classe elevata” che rivendicava una posizione di prestigio attraverso l’edificazione di un edificio simbolo di status, la stessa che, in un secondo momento, richiederà la costruzione di una torre. Il nuraghe a corridoio, stratigrafie alla mano, mostra lo stesso tipo di accumulo antropico delle torri, senza eccezione, indicando che funzione e logica dovevano essere gli stessi. La comparsa della torre in pietra non appare più come una cesura, piuttosto come un’evoluzione, anche se rimane il problema delle differenze architettoniche tra le due tipologie di edifici.
La sovrapposizione delle tipologie stratigrafiche tra nuraghi a corridoio e torri, indicandone la
martedì 5 febbraio 2019
Archeologia e tradizioni popolari. Aruspicina e incubazione: pratiche sciamaniche nuragiche sin dall'alba dei tempi. Articolo di Mauro Atzei
Archeologia e tradizioni popolari.
Aruspicina e incubazione: pratiche sciamaniche nuragiche sin
dall'alba dei tempi.
Articolo di Mauro Atzei
A cominciare da Diodoro Siculo ( 90 a.C. – 27 a.C.), a Pausania, detto il
periegeta (110-180 d.C.), e a Giovanni Filòpono (490 – 570), commentatore di
Aristotele, passando allo storico delle religioni Raffaele Petazzoni (La
religione primitiva in Sardegna, 1912)a tanti altri e, per finire, con
l'antropologa Dolores Turchi (Oliena, 1935), a partire da almeno un millennio
dalla fine della civiltà dei costruttori di nuraghi, si è parlato tanto di
religione nuragica; talmente tanto che, ancor oggi, la si conosce molto poco. Le divinità, sin dall'origine della civiltà nuragica, erano delle entità
spirituali che si manifestavano quando venivano invocate, cioè quando si
determinavano le condizioni perché si rivelassero. I nuragici avevano probabilmente sviluppato delle tecniche per far si che il
ierofante, a piacimento, potesse fruire dell'aiuto degli spiriti (le divinità),
nei momenti più critici e delicati della
sabato 2 febbraio 2019
Archeologia. Il culto dell’acqua nella Sardegna nuragica. Articolo di Alessandro Usai
Archeologia. Il culto dell’acqua nella Sardegna nuragica
Articolo di Alessandro Usai
La civiltà nuragica è la principale espressione culturale della Sardegna protostorica, che occupa tutto l’arco temporale compreso tra la Media Età del Bronzo (apparentemente a partire da un momento non iniziale di tale periodo, intorno al 1600-1500 a.C.) e la fine della Prima Età del Ferro(circa 700 a.C.). La sua parabola evolutiva attraversò momenti di formazione, maturità, trasformazione e degenerazione, e naturalmente fu condizionata sia dai fili di continuità che dai fattori di cambiamento. La sua identità, compatta e nello stesso tempo cangiante nel tempo e nello spazio come un mosaico dai mille colori, sta proprio nel rapporto dialettico tra continuità e cambiamento. Semplificando in modo anche troppo schematico, la civiltà nuragica ci appare come un ciclo storico unitario, che interessa tutta la Sardegna e le sue isole minori e che si può suddividere in due grandi periodi: il primo è quello che vede la costruzione dei nuraghi, delle tombe collettive e dei primi insediamenti; il secondo è quello che, pur nella continuità dell’utilizzo dei nuraghi esistenti come centri di aggregazione del popolamento, vede
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