Archeologia della Sardegna. La Tomba di Giganti S'Ena 'e Thomes di Dorgali.
Interpretazione tratta dal Dizionario Etimologico Dorgalese di Andrea Deplano
Tomba di Giganti di Dorgali "S’ena e Thomes" (Sa Ena ’e Tomes).
Viene così indicato un monumento archeologico dell’età del bronzo, datato al periodo nuragico,
classificato come tomba dei giganti,
per dire di una sepoltura dolmenica costituita da una allée couverte con pietre infisse nel terreno e copertura a
piattabanda, sovrastata da una stele verticale del peso stimato di circa 7
tonnellate. Si trova a
Il terreno è privo di specie arboree, si presenta coperto di
macchia mediterranea e prato poco rigoglioso, paesaggio tipico del luogo arido.
Sene [’šene] e non già Sa Ena o s’ena perché, in alternativa, come forma intera,
sarebbe sa (b)ena, se indicasse la sorgente. Nelle rese grafiche finora
in uso si vorrebbe intendere una fonte, una sorgente di acqua (b)ena, in cui si suppone afèresi di b-
iniziale ed elisione della vocale dell’articolo determinativo.
Nella pronuncia segue
una vocale -e che nella scrittura è talvolta
preceduta da ’e a presupporre un
originario de per specificare
appartenenza, proprietà. Nella interpretazione si pensa a Sa (b)ena (d)e = La fonte di. Si tenga conto che nel luogo a cui ci
si riferisce non c’è traccia di acqua, nessuna sorgente, nessuna fonte.
Tomes [’tomes] Non è dato sapere chi abbia proposto la denominazione con cui
il monumento preistorico è conosciuto: nelle pubblicazioni, forse in uno
slancio di esotismo, è stato proposto un iniziale th- del tutto inspiegabile che
sembra riferirsi ad un Thomas (?). Nella interpretazione dei linguisti sembra
non esserci dubbio sul fatto che si riferisca ad un Tommaso (?). Tuttavia, se t(h)omes fosse legato ad un personaggio
non si capisce proprio chi possa essere stato: il territorio su cui è eretto il
monumento, per secoli appartenne a Galtellì e fino all’acquisto dei terreni di Isalle-Orroùle sul finire del XIX sec.
per conto dei Dorgalesi non fu terreno di proprietà. Ammettendo che vi abitasse
un individuo, il nome personale, sia a Galtellì che a Dorgali, sarebbe Tomméu oppure, la forma più recente Tonnasu.
Pertanto il nome cela un significato diverso da quello che
da tempo immemore gli è attribuito.
<La voce aram. šēn
‘dente’, come anche il sostantivo ebr.
šēn ‘dente, zanna (said of mountains)’ hanno base etimologica nell’akk.
šinnu ‘dent / dente’. Dunque non di sorgente si tratterebbe ma invece di un
riferimento alla forma della stele che si staglia come fosse una zanna fra le
altre pietre di dimensioni più ridotte. Nel sardo di oggi si ricorre ancora
all’idea di dente de muru, dente de monte per intendere sporgenza
di un muro, roccia isolata in accezioni edilizia e geologica. Quella zanna (la stele) non appare dritta nella
posizione verticale: è visibilmente inclinata su un lato, pendente (leaning) come
la torre di Pisa, come se dovesse cadere da un momento all’altro.
La seconda -e di šēn è paragogica.
Nel parlare dorgalese attuale non si registra verbo,
avverbio o locuzione che possa metterci sulla pista ma, in diversi comuni
ogliastrini (vd Cuàste di E. Nieddu
p. 630-631) si ha il verbo tòmere
(Villagrande Strisàili), tomìri (Lanusei)
col significato di ‘pendere, essere
inclinato, sbandare, oscillare’ da cui si ottiene la locuzione
avverbiale tomes-tomes ‘in equilibrio instabile, barcolloni, oscillando,
con pericolo di rovesciarsi’ (E. Nieddu, cit. p. 631). Anche G. Spano (p.
424) registra tomàre ‘Andare
cun sas manos in terra e pes in altu’.
Corominas (V, p. 539) produce un antico fr. tumer,
occitano tumà, cat. tombar, italiano antico tomare per ‘cadere’. In dorgalese
è rimasto il v. tambare [tam’bare] col significato di Smuovere. Spostare.
Spingere. Oscillare. No chirco (d)e
tambare a nemos! Non cerco di smuovere nessuno. Metaf. No che tambo: Non
ci arrivo, Non riesco a capire. Dallo stesso v. ha origine tamba-tamba locuz. v.le (da participio iterato) Incedere incerto,
insicuro, barcollante. Andare ~: Andare barcollando da una parte
all’altra. Cozzare. -au 1 Part.pass. nei significati del v. 2 agg. Psicol.
Matto. Spostato di testa. La base etimologica è akk. tamû 2) Religion Magie ‘est ensorcelé, est maudit, on lui a jeté un sort / è stregato, è maledetto, è vittima di un
sortilegio’, si tenga conto che [u] è bilabiale come [b] + -are terminazione infinitiva.
Insomma, Sene tomes
[’šene ’tomes]
Topon. e Archeol. non fu certo la
denominazione iniziale del sito archeologico ma diventò epiteto per la pendenza
della stele, come una dente a chìlliu
/ un dente penzoloni, pronto a cadere.
Vediamo altre due interessanti interpretazioni dell'autore.
Paschedda [paš’ke¼¼a] Topon. Archeol.
Il luogo, ormai inglobato nell’abitato, sovrasta Su (b)Acu come anche uno scavo adiacente la circonvallazione a
valle che doveva fungere da deposito per le corriere dell’ARST. Proprio sopra
questo si trovano i complessi scolastici nuovi della scuola media e della
primaria. Nel 1980 venne individuata una conchedda
de janas risalente ad un’epoca compresa fra 4300 e
Andrea Deplano
Luchiddài [luci¼’¼ai] Topon. Archeol. È ai margini del centro abitato, sulla circonvallazione a monte e deve la sua notorietà al monumento archeologico di tipo funerario delle concheddas de janas che vi si trovano, scavate nella roccia calcarea del Monte Bàrdia. <base etimologica sembra il composto accadico lū ‘laisser, ainsi soit-il / lasciare, così sia’ + kīdu ‘le pays, l’intérieur des terres / il paese, l’interno delle terre’ + suffisso territoriale -ai con il significato originario di ‘(luogo in cui) lasciare la terra’.
Andrea Deplano
Il Dizionario etimologico dorgalese di Andrea Deplano è frutto di uno studio scientifico durato 45 anni che percorre la storia delle parole della nostra lingua fin dalle origini, così che i dorgalesi di oggi e quelli di domani, possano comprenderne il significato e il valore culturale. L’autore in giovane età, studiando le lingue straniere è incuriosito dalle similitudini linguistiche tra il sardo e lo spagnolo, e inizia la sua ricerca che spazia dalle lingue moderne fino alle lingue antichissime. Arriva a definire il significato e l’origine di buona parte della lingua dorgalese e di quella sarda. L’opera contempla proverbi, motti e modi di dire di saggezza popolare, e li arricchisce con una approfondita ricerca degli usi e costumi riguardo alla gastronomia, la musica (il canto a tenore), la poesia sarda, gli antichi mestieri, l’intera la toponomastica dorgalese e le erbe officinali autoctone ed endemiche.
Andrea Deplano nasce a Dorgali nel 1959, è laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Cagliari, ed è Insegnante di Lingua e Civiltà Francese, Traduttore, Interprete. Negli anni scolastici 1981-82 e 1982-83 insegna in Francia in qualità di Assistente di Lingua Italiana. Nel 1986 è vincitore dei concorsi per l'insegnamento di Lingua Francese e Lingua e Civiltà Francese. Dal 1991 è socio dell'AITI (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti). Dal 1991 interviene nel dibattito culturale in collaborazioni con innumerevoli mass-media e con conferenze sui seguenti argomenti: Didattica della Lingua e Cultura Sarda e delle lingue moderne, Tradizioni popolari, Poesia e Folklore musicale sardo. Nel 1992 partecipa in qualità di relatore ai Ferienkurse for neuer musik di Darmstadt (Germania). Nel 1996 cura la Direzione artistica di Sonos Sardos a cui seguiranno Lollas (1997) e Boghes e sonos (1999 e 2000). Settembre 1999 è membro del Comitato di 12 Esperti per il monitoraggio dell'insegnamento della Lingua e della Cultura Sarda nelle scuole dell'isola. Dal 2003 è membro della Consulta del Canto a Tenore. Nel 2006 è vincitore di concorso per esami e titoli per l’insegnamento universitario di Lingua Italiana in atenei stranieri. A Gennaio 2008 è insignito del 1° titolo nazionale Tenore pro meritos de onore a Oliena. Nell'Ottobre 2008, a seguito di concorso per titoli insegna Lettorato di lingua sarda nel Master di II livello “LINGUA E CULTURA SARDE NEL CONTESTO MEDITERRANEO” presso l’Università di Cagliari. Tra il 2008 e il 2010 cura l’allestimento di Sonos nel Centro Documentazione sul Canto a Tenore presso Casa Mesina in seno al progetto “Centro documentazione del Supramonte di Orgosolo - Il patrimonio culturale del canto a tenore”. Nel novembre 2011, a seguito di concorso per titoli, insegna Laboratorio didattico del sardo nel PROGETTO FILS (Formazione Insegnanti di Lingua Sarda) della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari nelle sedi di Cagliari e Oristano. Nel 2011, è formatore e esaminatore del diploma di francese professionale(DFP) : DFP A2, DFP Affaires B2, DFP TH option guide per la Chambre de Commerce de Paris. Nel 2013 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari vince il concorso, per esami titoli e colloquio, per il Progetto F.I.L.S. 2^ annualità 2012-13 di cui cura il Laboratorio di Didattica del sardo a Cagliari e Oristano.
io direi sumerico lu occhio, ki che, idda-i guarda il cielo
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