Archeologia della Sardegna: L'arca di Noè, una nave votiva in bronzo che racconta il mondo dei nuragici.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
I
rapporti tra nuragici ed etruschi sono intensi fin dal IX secolo a.C. Ecco allora
che diventa intrigante riscoprire alcuni interessanti materiali provenienti da
tombe etrusche di Populonia e Vetulonia, i centri maggiormente in contatto con
i naviganti Sardi. Perché mai troviamo in Etruria navicelle nuragiche e bronzetti provenienti
dalla Sardegna? E perché così numerosi? Per meglio capire l’intensità dei
contatti tra Sardegna e Toscana, tracciamo un quadro della situazione nel Primo
Ferro, un periodo in cui la disponibilità di metalli sulle coste toscane e
sull’Isola d’Elba spinge i sardi a stringere strette relazioni con le
aristocrazie etrusche. Il processo che porta alla formazione di grandi
agglomerati di popolamento a Populonia, direttamente sul mare, e a Vetulonia,
sulla collina che domina la laguna costiera del Prile, è legato alle
straordinarie ricchezze minerarie controllate dalle
popolazioni locali sulle
Colline metallifere e sull’Isola d’Elba. Il richiamo esercitato da questi
centri di approvvigionamento del minerale spiega la loro apertura verso
l’esterno, documentata anche dalla presenza di una notevole quantità di
materiali in metallo prodotti dai nuragici. Conosciamo i passi della tradizione
letteraria che lega Sardi ed Etruschi, in particolare secondo lo storico Timeo,
Tirreno, il fondatore del popolo etrusco, sarebbe giunto dalla Lidia, nei
pressi dell’attuale Smirne, con la moglie, chiamata Sardò, nome da cui
discenderebbe quello della grande isola ricca di argento.
I nuragici sono ricordati dalle
fonti antiche come abili navigatori ed è interessante sottolineare la presenza
di piccoli nuclei di materiali di manifattura etrusca, in particolare rasoi e
fibule, in siti sardi di cultura nuragica. La massima concentrazione dei
materiali sardi si registra a Vetulonia e a Populonia, con navicelle nuragiche,
oggetti di ornamento personale, armi, pendagli e vasellame. Fra questi
manufatti, le navicelle nuragiche sono quelle che più colpiscono
l’immaginazione, trattandosi di pregiati oggetti artistici caricati di valore
simbolico e sacrale. Rappresentano la nave ed il gruppo sociale che facevano dei
commerci e della marineria le principali attività economiche delle comunità
costiere. In Etruria questi oggetti si ritrovano nei corredi funerari di personaggi
d’alto lignaggio, valga per tutti il ricchissimo corredo della tomba del Duce
di Vetulonia che comprende proprio la navicella nuragica oggetto di questo
articolo, la più decorata tra gli esemplari conosciuti. L’arte nuragica
espressa nei bronzetti e nelle navicelle era apprezzata dai principi etruschi,
e questi li utilizzavano come preziosi oggetti di dono tra leader, come simbolo
degli scambi commerciali e come simboli di legami matrimoniali di genti
nuragiche che si trasferivano nelle coste etrusche.
Nessun commento:
Posta un commento