Linea Gustav, una linea fortificata che divideva il sud delle forze Alleate dal nord ancora sotto il controllo nazifascista.
giovedì 21 maggio 2015
La 2° Guerra Mondiale: nel 1944 l’attacco all’Abbazia di Montecassino
La 2° Guerra Mondiale: nel 1944
l’attacco all’Abbazia di Montecassino
di Claudia Cepollaro
Il 1944 segna un anno fondamentale
per l’Italia della II Guerra Mondiale: è
la fase della Resistenza, quella che vede le truppe alleate impegnate in
combattimenti durissimi, molti dei quali vinti anche grazie all'aiuto della
popolazione e dei partigiani uniti nella comune lotta contro le forze
nazifasciste.
Nel Gennaio del ‘44 tutto il
Centro-Nord della penisola era ancora nelle mani di Hitler e Mussolini, e
l’obiettivo più importante in quel momento era liberare soprattutto la capitale: Roma.
Montecassino non fu un’impresa
facile, la storia lo dimostra: tentare di prendere Roma da sud non è un’impresa
facile. Annibale, ad
esempio la raggiunse da nord attraversando le Alpi, e anche Napoleone, molti secoli dopo, affermò
che “L’Italia è uno stivale.
Bisogna entrarci da sopra”. Le truppe Alleate invece avevano iniziato la
liberazione partendo dalla Sicilia e questo rallentò molto le
operazioni. Il motivo era la presenza di zone montuose e scoscese tra
Lazio e Campania, oltre che ai numerosi fiumi che si possono incontrare lungo
il cammino.
Queste difficoltà erano note anche
il primo ministro inglese Winston
Churchill e il presidente statunitense Roosevelt, che pianificarono per questo due operazioni militari
d’attacco: uno sbarco lungo
la costa laziale dove si trova la città di Anzio; e un attacco
via terra lungo la
Linea Gustav, una linea fortificata che divideva il sud delle forze Alleate dal nord ancora sotto il controllo nazifascista.
Linea Gustav, una linea fortificata che divideva il sud delle forze Alleate dal nord ancora sotto il controllo nazifascista.
Essendo dunque una zona
geograficamente difficile da percorrere, l’unica via possibile per raggiungere
Roma era farlo attraverso la valle del Liri, precisamente passando per la città
di Montecassino dove si trova l’antica e famosa abbazia.
Montecassino restava comunque un territorio impervio e
complicato nel quale combattere, ci vollero infatti ben quattro mesi e
altrettante battaglie per far si che gli Alleati impegnati lungo la Linea
Gustav si unissero ai soldati sbarcati ad Anzio.
La difficoltà fu data dal
fatto che in quelle battaglie si combatté spesso come nella prima guerra
mondiale, essendo un suolo inadatto per i mezzi corazzati e per gli aerei che
dovevano destreggiarsi tra i monti.
Questo provocò errori come
l’essere attaccati per sbaglio dal “fuoco amico”, un problema che valse sia per
i tedeschi che per gli angloamericani.
Un po’ tutte le battaglie si svolsero in uno spazio di 20 chilometri quadrati intorno all'Abbazia e consistettero principalmente in attacchi degli
Alleati contro le forze tedesche. La prima iniziò il 12 gennaio 1944 e proseguì
per un mese nel tentativo alleato di superare la Linea Gustav oltre il fiume
Gari.
Quasi contemporaneamente
a questo attacco ci fu lo Sbarco
di Anzio (22 Gennaio 1944) per aiutare ulteriormente le operazioni,
ma la prima battaglia fu un fallimento per gli angloamericani, nel vano
tentativo di prendere con l’uso della fanteria l’Abbazia, e fu dalle difficoltà
di questo tentativo che nella seconda battaglia fu presa la difficile decisione
angloamericana di bombardare
l’Abbazia di Montecassino. Era il 15 Febbraio 1944 e una serie di incursioni aeree distrussero
un pezzo di storia, dove San Benedetto scrisse quella regola che sarebbe stato
un esempio per tutti gli altri monasteri benedettini d’Europa e del mondo .
Gli Alleati ritenevano che l'Abbazia di Montecassino fosse una roccaforte tedesca, in quanto ottimo
punto di osservazione e anche di riparo per i soldati tedeschi. Tuttavia la
realtà era un’altra: molto tempo prima i tedeschi fecero un accordo con i
monaci e le alte cariche ecclesiastiche, i
soldati non potevano infatti entrare nel monastero e fu
espressamente ordinato loro di rimanere all’esterno.
Anche se molte opere d’arte
furono per sicurezza trasferite nel Vaticano, come i volumi della enorme
biblioteca e altri capolavori, fu permesso ai monaci di rimanere al suo interno
ed ospitare anche civili e
profughi in fuga o residenti a Cassino.
Dal bombardamento si salvarono
alcuni dei monaci che trovarono riparo nei sotterranei, ma morirono tantissimi
civili che avevano trovato riparo proprio nell’Abbazia. Questo errore fu riconosciuto
con grande rammarico dagli stessi angloamericani, che favorirono con l’attacco
anche le truppe tedesche che poterono entrate così nelle rovine del monastero e
attaccare da lì rallentando ulteriormente le operazioni.
Dopo altre due battaglie si
raggiunse, il 18 Maggio 1944, alla conclusiva presa di Montecassino da parte delle forze Alleate grazie all’intervento delle truppe polacche con
l’ausilio della sola fanteria, che salirono sulle rovine innalzando la bandiera
polacca in segno di vittoria.
Gli anglo-americani ancora
oggi ricordano con quelle battaglie per il numeroso numero di uomini che perse
la vita e per l’errore del bombardamento dell’Abbazia, tanto che lo scorso
anno, in occasione del 70° Anniversario della Battaglia di Cassino ci fu una
cerimonia presenziata dal principe d’Inghilterra Harry.
Fonti: Matthew Parker, Montecassino. 15 Gennaio-18 Gennaio 1944.
Storia e uomini di una grande battaglia, Il Saggiatore
Fonte dell’articolo:
www.lacooltura.com
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