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giovedì 2 gennaio 2025

La Natività.

La Natività.

I bronzetti sardi che raffigurano la "Madre con bambino" sono fra i più affascinanti e mi hanno sempre fatto pensare alla Natività.



Questa rappresentazione ha origini antiche che risalgono a tradizioni precedenti il cristianesimo. Nell'antico Egitto, a Heliopolis, il 25 dicembre veniva celebrata la nascita di Horus, il Dio Sole Bambino, raffigurato mentre veniva allattato dalla madre Iside e indossava una corona solare. Nel corso dei secoli, Horus assunse diversi nomi, tra cui Ra, Aton, Osiride e Horus stesso. Il nome "Serapide" apparve nel III secolo a.C. sotto il regno dei Tolomei, e fu successivamente associato anche ad alcuni imperatori romani.
Il culto di Aton, il Dio Sole introdotto da Amenofi IV nel 1350 a.C. (sposo di Nefertiti e padre di Tutankhamon), rappresentò uno dei primi esempi di monoteismo nella storia, sebbene venne successivamente abolito dalla resistenza dei sacerdoti politeisti. Anche il Colosso di Rodi, una delle sette meraviglie del mondo antico, era una rappresentazione del Dio Sole Helios. I culti solari egizi hanno avuto una forte influenza sul cristianesimo e sull'ebraismo, con molte similitudini tra la figura di Horus e quella di Gesù. Ad esempio, Horus nacque da una vergine, ebbe 12 discepoli, morì e risuscitò, compì miracoli, e come Gesù, camminò sulle acque. Era anche chiamato "la verità", "la luce", "il messia", "il buon pastore", e "l'Unto" (KRST).
Horus, Osiride e Iside costituivano una sorta di trinità egizia, simile alla Trinità cristiana. La nascita di Horus avveniva in una grotta, annunciata da una stella d’oriente, e veniva adorato da pastori e da tre saggi che gli portavano doni. A 12 anni insegnava nel tempio, per poi scomparire fino all’età di 30 anni, quando veniva battezzato da Anup (Giovanni) sulle rive di un fiume. Come Gesù, Horus lottava contro Set (Simile a Satana) nel deserto per 40 giorni, compiendo vari miracoli.
Osiride, il padre di Horus, rappresentava anch'esso una figura di divinità solare ed era venerato come il Dio che morì e risorse. Il culto di Osiride prevedeva il consumo di focacce di frumento in comunione, simbolizzando la sua carne, e l’elevazione al cielo di un oggetto sacro, che richiama l'ostensorio cristiano. La morte di Osiride veniva accompagnata da eventi naturali come l’oscuramento del cielo, e vi erano inni in suo onore che ricordano il "Padre Nostro". Inoltre, il Salmo 23 della Bibbia è considerato una copia di un testo egiziano che rappresenta Osiride come il "Buon Pastore". Osiride era anche rappresentato con un occhio all'interno di un triangolo equilatero, un simbolo che ritroviamo nelle chiese cristiane.
L'ostensorio, che nei rituali egizi veniva elevato per mostrare il disco solare, prese il suo nome dal termine "ostiare" che in origine significava "mostrare" in egiziano e latino. Questo simbolo solare si riflette nelle pratiche cristiane, dove l'ostensorio viene innalzato durante la liturgia. L’atto di abbassare il capo, presente nei riti cristiani, proviene dai primi culti di Osiride-Aton, dove i fedeli abbassavano la testa per non guardare direttamente il Sole e non danneggiare la vista. Quando i riti solari vennero spostati all’interno dei templi, il disco d'oro, simbolo del Sole, divenne parte dell’ostensorio cristiano.
Nel cristianesimo, l’ostia consacrata apparve solo alla fine del 1400 d.C., ma la sua forma fu definita ufficialmente dal Concilio di Trento. Nel XV secolo, San Bernardino da Siena sostituì il disco d’oro con una teca contenente il pane eucaristico, simbolo del corpo di Cristo. In alcuni sotterranei di Roma, esiste una raffigurazione di Horus allattato dalla vergine Iside, risalente al II secolo d.C., che dimostra il lungo legame tra le tradizioni egizie e quelle cristiane.

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