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lunedì 3 maggio 2021

Archeologia della Sardegna. Nuraghi: Templi o fortezze? Alcune riflessioni sulle diverse interpretazioni fornite dagli studiosi.

Archeologia della Sardegna. Nuraghi: Templi o fortezze?  Alcune riflessioni sulle diverse interpretazioni fornite dagli studiosi

Articolo di Fabrizio e Giovanna, coautori del “mulino del tempo”


 In tema di nuraghi esistono tantissime teorie sulla loro funzione, nessuna di queste, però, si basa su fatti certi, dunque tutte le interpretazioni hanno la stessa dignità, ovviamente escludendo quelle troppo fantasiose; probabilmente hanno tutte una loro validità: non è detto che tutti i nuraghi avessero la stessa funzione, quindi dovremmo smettere di discutere sui nuraghi e cominciare a parlare di architettura nuragica. Alcuni studiosi, abbracciando la teoria che vuole i nuraghi luoghi di culto, ritengono che certi nuraghi fossero delle costruzioni realizzate con lo scopo prettamente religioso-cultuale di collegare il cielo e la terra, realizzando l’unione degli opposti al fine di ripetere in terra quell’unione propria del mondo divino. E’ probabile anche che alcuni nuraghi siano stati utilizzati per il controllo del territorio, ma bisogna capire in che modo essi lo controllavano. Ad una prima analisi è facile credere che le torri nuragiche fossero dei fortilizi, le loro grandi dimensioni, la robustezza delle mura e la presenza in molti di essi di un antemurale (o recinto), rendono questa teoria molto suggestiva e funzionale all’idea di un

popolo sardo guerriero e bellicoso in perenne lotta interna. Questa teoria è condivisa da molti e valenti archeologi, però i fautori dell’ipotesi del nuraghe tempio obiettano che tantissimi nuraghi non potessero avere una funzione difensiva dal momento che possiedono alcune caratteristiche in contrasto con l’utilizzo militare, come l’ingresso sul piano di campagna  privo di tracce di chiusura (non è detto che prima o poi non si riesca a dimostrare il contrario), l’esiguità degli spazi interni, inoltre la scala elicoidale, dov’è presente, è molto stretta e non permette un rapido svolgimento delle manovre di una guarnigione sotto attacco, infine le feritoie (o meglio aperture) sono solitamente poste in basso e non permettono una visuale e un raggio di tiro adeguato ad una difesa militare. A questo punto sorgono spontanee alcune domande: quanti guerrieri armati potevano presidiare il più grande dei nuraghi? E per quanto tempo potevano resistere ad un eventuale assedio dal momento che gli spazi interni potevano a mala pena contenere una guarnigione appena sufficiente alla difesa del forte? Per avvalorare l’idea del nuraghe fortezza si è fatto spesso il paragone tra i questo e il castello medievale, ma la somiglianza è solo apparente. Il castello aveva accorgimenti difensivi e funzioni completamente diversi, in caso di assedio, infatti, l’intera popolazione dei villaggi di pertinenza del castello si rifugiava dentro le sue mura con tutti i suoi beni; dunque le dimensioni del castello erano tali da poter contenere uomini e viveri e al suo interno erano presenti scorte di cibo ed acqua tali da poter resistere ad un lungo assedio.  È evidente per chiunque che nessun nuraghe possieda queste caratteristiche, quindi se si vuole sostenere tale idea, il paragone con il castello medievale è fuori luogo. 

Anche l’idea che tutti i nuraghi fossero templi lascia perplessi, per quanto una popolazione possa essere devota è, infatti, improbabile che possa erigere un numero così elevato di templi da ricoprire un territorio ampio come la nostra Isola trasformando “un popolo di figli devoti di un Marte barbarico” in un popolo di soli devoti. Di contro non si può escludere che alcuni nuraghi possano effettivamente essere stati dei luoghi di culto, tale teoria da alcuni studiosi viene legittimata dal fatto che la presenza del recinto potesse delimitare uno spazio sacro e non difensivo, lo storico delle religioni Mircea Eliade afferma infatti che il luogo sacro ha bisogno di essere delimitato da un recinto che separa lo spazio-tempo sacro da quello profano. La presenza delle nicchie viene interpretata come una sorta di edicole per gli idoli dell’epoca, ma nessuno scavo ha messo in evidenza ritrovamenti attribuibili a tale pratica. Secondo i fautori della teoria del nuraghe tempio, nelle aperture di diversi nuraghi sono stati riscontrati numerosi orientamenti astronomici relativi ai culti legati ai movimenti degli astri, l’esempio più ricorrente è quello che vede i fenomeni solstiziali in vari nuraghi come quelli famosi di Aiga ad Abbasanta e Sa Jua ad Aidomaggiore.  Coloro che si oppongono a tale interpretazione ritengono che molti elementi dimostrino la sua fallacia come ad esempio il fenomeno della processione equinoziale, che nel corso dei secoli muta le corrispondenze degli astri con i punti di riferimento terrestri; stando a questa obiezione un’apertura che oggi punta al solstizio d’estate, nell’Età del Bronzo era diretta verso un altro punto astronomico, un altro punto che magari aveva una diversa valenza simbolica che noi non siamo in grado di interpretare. 

Chiaramente gli studi di archeoastronomia non si esauriscono nelle poche elementari notizie da noi riportate, esistono infatti degli studi molto seri che hanno una grande valenza scientifica ai quali rimandiamo i lettori per ulteriori interpretazioni e chiarimenti. Si può concludere dicendo che definire tutti i nuraghi templi o tutti i nuraghi fortezza è riduttivo, la civiltà nuragica ha dato prova di una grande varietà edilizia, le varie strutture, pur mantenendo alcuni canoni architettonici simili, erano probabilmente destinati a vari usi, quindi nulla esclude che alcuni nuraghi fossero fortezze, altri templi ed altri ancora adibiti a usi che noi non conosciamo.

 

Fonte: http://ilmulinodeltempo.blogspot.com/2011/07/archeologia-sarda-nuraghi-templi-o.html


Foto:

Nuraghe Majori di Tempio dal web

Nuraghe Lugherras di Bibi Pinna

Nuraghe Santu Antine di Maurizio Cossu

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