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lunedì 24 marzo 2014

Cagliari: Fantasmi, riti satanici e misteri della città antica.

Cagliari: Fantasmi, riti satanici e misteri della città antica
di Pierluigi Montalbano



Cagliari ha origini antichissime, risalenti all'epoca in cui le genti di Monte Claro separavano l'argento dalla galena e realizzavano ceramiche di gran pregio circa 4300 anni fa. Il fascino di questa città è arricchito dal mistero della sua origine antica e da alcuni personaggi che vissero al suo interno.
Il canonico Giovanni Spano raccontò la città della seconda metà del 1800. Formata da una serie di borghi che si trovano sugli strati storici precedenti, oggi ha un aspetto totalmente rinnovato rispetto al passato. Abbiamo strade asfaltate, palazzi, market e altre manifestazioni moderne.
Alcuni edifici antichi non sono più visibili: le chiese di San Francesco, Santa Margarita, San Bernardo, San Nicolò, l’Ospedaletto degli Incurabili, la fontana di Santa Lucia, la piazza San Carlo, la chiesa sotterranea di San Guglielmo, il Tribunale di Commercio e altre strutture si presentano deteriorate e quasi incomprensibili, come la chiesa paleocristiana di San Saturnino.



I quartieri storici di Cagliari, Stampace, Castello, Villanova e Marina hanno storie secolari da raccontare, e ogni zona vive di leggende che ravvivano le sue vicende.
Un quartiere che sfugge alla classificazione storica è San Benedetto, centro commerciale che fa del mercato di Via Pacinotti il suo edificio più rappresentativo. Inaugurato il 1° giugno 1957, con 8000 mq di esposizione su due livelli è il mercato civico più grande d'Europa. Al piano terra c'è il reparto ittico e nel piano superiore il reparto ortofrutta,carni e alimentare. Fu costruito dopo la demolizione del mercato del Largo Carlo Felice, di cui attualmente si possono ammirare i resti a lato della Chiesa di S. Agostino. Costruito nel 1886: "Su Mercau Becciu" il Vecchio Mercato, giusta evoluzione del mercato-baraccopoli che sorgeva nei pressi dello stesso Largo. Quest'ultimo fu un mercato dalla architettura particolare, con una facciata elegante che ha ospitato i capostipite delle famiglie di commercianti che ora popolano gli odierni mercati civici. La figura dei piccioccheddus de crobi è stata quella che ha contribuito a caratterizzare il vecchio mercato. In un tempo in cui la scuola non era parte fondamentale nella vita di bambini e ragazzini, essi procuravano per se o addirittura per la loro famiglia di che vivere, trasportando con i cestini, da cui poi prendono nome, le spese effettuate dalle massaie o dalle serbiroras. Le varie famiglie Farci, Masala, Strazzera, Troja, Puzzoni, Gatti, Rais, Secci e altre cominciavano in questo mercato le loro attività. Inizialmente, quando San Benedetto si spogliava dell'identità campagnola, il mercato era nella Piazza Galilei e poi nella Piazza Garibaldi. Al tempo in cui il Canonico Spano descrisse la città, il quartiere non era nominato come agglomerato di abitazioni, si parla solo della chiesa con l'attiguo convento. Oltrepassato il Portico Romero, oggi non più visibile, si giunge a una breve strada che mette in comunicazione via San Domenico con la frequentatissima via Garibaldi. In quel punto, lungo le mura che dal XII-XIV secolo delimitavano il quartiere, vi era una delle torri con porta di accesso, il cui nome potrebbe risalire a quello dell'antico proprietario di un pozzo poco distante. La torre fu demolita nel XIX secolo e della struttura antica rimase un modesto portico che, ultimo residuo delle mura di Villanova, fu demolito nel 1963. A sinistra e a destra del Portico Romero si snoda la via Garibaldi, un tempo chiamata nel primo tratto via delle Aie (arruga de is Argiolas) e nel tratto successivo, in direzione della piazza Costituzione, strada verso il Castello (arruga de Incastrus) e poi dei Calderai (arruga de is Ferreris). Nei pressi della chiesa di San Giacomo, si trovava la strada Argiolas, che conduceva al noviziato dei frati Cappuccini. Fondata nel 1643 dalla famiglia Nater, la chiesa non ha significativamente mutato fisionomia. Oggi il culto è officiato dai padri gesuiti e il convento ospita l’Opera Buon Pastore.


Sappiamo poco delle precedenti vicende del rione e chi viveva da quelle parti. Risalgono agli anni '30 le costruzioni che diedero vita al prima nucleo abitativo, nei pressi della piazza principale, ubicate in aperta campagna nella strada di collegamento (l'allora via Quartu) tra Cagliari e il vicino centro di Quartu Sant'Elena. Solo vent'anni più tardi, soprattutto grazie alla necessità di abitazioni da parte dei cittadini che avevano perduto le loro durante la guerra, il quartiere fu protagonista, insieme ad altri rioni della stessa città, di una rapida espansione edilizia che lo vide occupare zone sino ad allora periferiche. Ultimata in pochi anni la costruzione dei palazzi, San Benedetto assunse, sulla pianta di Cagliari, l'attuale forma poligonale, con centro nell'omonima piazza e vertici corrispondenti ad altri punti centrali della città, le piazze Repubblica, Garibaldi e Dante, poi intitolata a papa Giovanni XXXIII. Buona parte del quartiere era occupata dai terreni adibiti a orto del Conte Viale, un nobile cagliaritano che abitava in Castello, sulla via Dritta (ora Via Lamarmora), dietro il palazzo in Via dei Cavalieri, costruito sulle macerie della casa da cui spararono al Vicerè Camarassa nel 1668. Il parroco di Santa Lucia cercò invano di contattare i proprietari della villa immersa negli orti, ma il rudere fu poi rilevato dal comune per costruire una serie di palazzine (palazzi Incis). Sappiamo che nell’orto vi erano sarcofagi romani, tra i quali il più prezioso quello di Caio Giulio Castricio, cavaliere principe della città. Pare che i reperti furono poi traslati a Genova per abbellire la villa del conte ma di essi non vi fu traccia quando, alla sua morte, la villa venne venduta. La sua vedova, Donna Raggi Viale, fu convenuta in giudizio per motivi attinenti all’eredità dalla Congregazione della Carità di Cagliari. Il conte viveva nel palazzo cosìddetto delle cinque teste (Su palaciu de is cincu concas), nella via Lamarmora (antica Contrada Dritta, poi Calle Mayor) che prendeva il nome dalle cinque teste di marmo raffiguranti Imperatori Romani della famiglia Giulio Claudia che ne ornano il portale. Probabilmente fu proprio il Conte Giovanni Battista Viale a disporne la collocazione ad ornamento del portale, dopo averle rinvenute sotto la terra dell’Orto descritto dal Canonico Giovanni Spano (si legga al riguardo la nota n. 44).
La struttura originaria dell’edificio, come osserva Fabia Cocco Ortu in “Qui Vissero. Le dimore dei nobili in Castello”, editrice Condaghes (pgg. 70 e ss.), potrebbe risalire all’epoca della dominazione spagnola o addirittura aragonese di Cagliari.
Il 29 marzo 1820 nell’ambito della causa civile sorta innanzi il Consiglio di Sardegna tra il Conte cavaliere e avvocato Don Giambattista Viale e il Duca di San Giovanni Don Pietro Vivaldi Pasqua (all’esito della quale si diede infine ragione al Conte, come si legge negli atti di causa riassunti nel Sommario edito in Torino nel 1842 dai tipografi librai Speirani e Ferrero) venne compiuto atto di esecuzione sui beni del Viale, e gli ufficiali si recarono a casa sua ove sequestrarono i formaggi conservati nella cantina: “il notaio Carta aprì previo sfondamento la porta di casa, si esecutarono i mobili, e siccome si volevano esecutare anche i mobili del piano superiore il sig. Carta procuratore generale del Viale disse che non si poteva perché appartenevano a sua sorella Donna Barbara” (pg. 233 del Sommario della causa, indicato sopra).
Nel 1864 tale palazzo venne attinto da un grave incendio, come testimoniano gli atti del relativo fascicolo penale custodito fra i registri dell’Archivio di Stato di Cagliari (“Incendio nella casa delle Cinque Teste appartenente all’eredità del Conte Viale, sita in contrada Dritta a Castello”).
Ritornando al nostro quartiere, nella Via San Benedetto, lentamente furono edificate una serie di belle ville in stile liberty e alcuni palazzi in stile neo-romanico.
Nella centrale Via Rossini sorse un villino rimasto disabitato per decenni. Le testimonianze degli anziani del quartiere, raccontano una villa disabitata con giardino dalla quale, curiosamente, si sentivano urla, un pianoforte e, a volte, si notavano luci accese. Alcuni raccontano che fosse infestata dai fantasmi, e fino alla sua demolizione negli anni '80, gruppi di piccioccus balentes si introducevano per mostrare coraggio e inventare racconti da brivido.

Qualcuno descrive riti satanici e che i proprietari furono uccisi nei primi anni del Novecento durante una rapina. Si racconta che i corpi furono rinchiusi e dimenticati nella cantina. Altri sostengono che il villino fosse luogo segreto d’incontro di personaggi di spicco della vita sociale cittadina, e l' si svolgevano orge e riti di vario genere. Pare che nelle feste fossero coinvolti anche i figli dei contadini che vivevano e lavoravano nei vicini orti e giardini. Alcuni ragazzi forse furono vittime sacrificali di queste orge violente e le rispettive famiglie reagirono sterminando i proprietari della villa. In questo genere di racconti è facile immaginare che furono coinvolti anche esponenti del clero, da sempre invischiati in storie losche che trattano vicende legate a esorcismi e malocchio. La leggenda di questi edifici si arricchisce di episodi che parlano di sottopassaggi comunicanti e stanze segrete dipinte di rosso per non evidenziare i segni del sangue che finiva sulle pareti. Ancora oggi gli anziani residenti da decenni raccontano delle storie apprese durante l'infanzia, racconti in cui i fantasmi erano intrappolati nelle case e seminavano il panico nelle case vicine. Oggi le nuove costruzioni hanno sepolto non solo i vecchi edifici ma anche queste storie da brivido, ma l'eco di questi racconti prosegue nell'immaginazione delle nuove generazioni.

11 commenti:

  1. Pierpaolo Saba scrive:
    Leggende di Sardegna, Storia di Fantasmi nella città di Cagliari
    Arrivati in Sardegna dalla Penisola, ai primi del ‘900, una facoltosa famiglia di commerciati, si stabilì a Cagliari col proposito di allargare la propria attività con il commercio della lana che, in Sardegna si produceva in grande quantità.
    Presero casa in Via Rossini nella zona di S. Benedetto, nella Villa che l’imprenditore aveva fatto costruire secondo le costumanze architettoniche dell’epoca.
    Gli affari andavano bene e questa famiglia era spesso fuori casa , invitata a sfarzose cene e a teatro dai signori locali. Evidentemente attratti dal benessere che circondava questa famiglia, alcuni "mariuoli", pensarono di derubarli, una sera, mentre erano fuori, entrarono sperando di portar via preziosi e argenti, delusi di non trovare niente di quanto si aspettassero, trovata la cassaforte che non riuscirono di aprire, decidono di aspettare il loro rientro. Trascorrono interminabili ore nell’attesa. A notte fonda, il ricco commerciante e la famiglia rientra a casa e sono sorpresi dai ladri e aggrediti. Le figlie sono ammutolite, terrorizzate dai lunghi coltellacci.
    -“Apri la cassaforte!”- gridano al padre terrorizzato i delinquenti, -“Sbrigati! Altrimenti ammazziamo le ragazze.”-
    Con le mani tremanti, apre, e afferrata una pistola all’interno, la punta contro i banditi facendo fuoco.
    Loro, istintivamente si erano fatti scudo con le ragazze, e una di loro cade colpita in pieno petto dal padre.
    La madre, si scaglia contro i banditi urlando ma viene trafitta da oltre dieci coltellate e cade in un lago di sangue come la figlia colpita dallo sparo. La seconda muore sgozzata, come il padre. I corpi dei quattro vengono rinchiusi nella capiente cassaforte. I ladri eliminano accuratamente il sangue e portano via il bottino, lasciando tutto in ordine.
    Per un pezzo della famiglia non si ebbero notizie. Si pensò che fossero partiti per il Continente per trovare dei parenti. Nessuno si preoccupò più di tanto. Si aspettava il ritorno. Gradualmente vengono dimenticati e la casa, abbandonata e senza manutenzione, cade in rovina, l’ampio giardino viene invaso dalle erbacce e i rovi traboccano oltre il muro di cinta, sporgendo aggrovigliati anche dal bel cancello Liberty, ormai arrugginito. Per fare spazio alla costruzione di un palazzo residenziale in Via Rossini, disattesa la comparsa di eventuali parenti dei vecchi proprietari, il Comune di Cagliari concede la demolizione della villa, affidando l’incarico ad un impresa.
    Durante i lavori di demolizione, si rinviene la famosa cassaforte che contiene i resti dei proprietari scomparsi. Intervennero i Carabinieri, ai quali da giorni venivano segnalate delle luci accese nella villa ai piani superiori, e urla inumane dall’interno dalla casa. Dopo i rilievi, non avendo registrato niente di anormale, il caso viene archiviato.
    Si era pensato a uno scherzo di cattivo gusto, ma, oltre a qualche coppietta che si appartava sporadicamente all’interno del cortile, non c’erano altre tracce.
    Le luci e le urla si vedevano e si sentivano periodicamente, ancor prima che intervenisse il Comune, oramai da anni. La cosa curiosa è che la corrente elettrica era staccata da anni … tuttavia, tutto continuava e continua fin ora, così si racconta.
    Nonostante la Villa del delitto sia stata demolita c'è ancoragente del quartiere che giura di vedere dei lampi di luce e periodicamente, a sentire le terrificanti urla della famiglia massacrata.
    Un mistero mai risolto nonostante appostamenti effettuati dalla Polizia e dai Carabinieri.
    Sarà solo una leggenda?
    Pubblicato da Pier Paolo Saba, Venerdi 11 Agosto 2006

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  2. Poichè si parla di un episodio avvenuto presumibilmente ai primi del 900 non sarebbe difficile verificare sulla stampa dell'epoca. Sinceramente non ho mai sentito parlare di un fatto così ceuento avvenuto a Cagliari.

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  3. Mauro Atzei scrive,
    mi hai riportato indietro alla prima adolescenza con il ricordo del "villino di Via Rossini" che si diceva infestato dagli Spiriti; era un luogo da noi ragazzini molto frequentato e temuto allo stesso tempo, poi io ero una specie di forestiero abitando nella Via Tiziano al tempo considerata "lontana" perchè non attigua alla Via Rossini e alle strade limitrofe. Tuttavia bazzicavo nei pochi posti disposti alla socialità giovanile: la Via Puccini, la Via Fais e la Chiesa di Santa Lucia della Parrocchia di San Benedetto; quest'ultima, chiesa ormai troppo piccola per ospitare l'incredibile numero di ragazzini che negli anni '60 fu testimone di un boom demografico senza precedenti.
    A dire il vero, il mercato vecchio del Largo (oggi Via Mercato Vecchio, slargo del Largo C.Felice nel quartiere Marina) distrutto dalle bombe americane e dalle scorrerie post-bombardamenti, fu sostituito dal più moderno Mercato di Via Pola, progettato dall’Ingegner Crespi, e costruito nel 1951; Il mercato di San Benedetto fu costruito solo in seguito, è stato infatti inaugurato il 1° giugno 1957 e diventò il gemello monozigote postumo di quello di sorto nella Via Pola. Oggi si direbbe il clone, perchè realizzato dallo stesso progetto del Crespi. Anche quella fu una bella dimostrazione di tecnica edile, perchè tra i due mercati non c'era un solo particolare che li potesse distinguere, tranne i rispettivi diversissimi quartieri nei quali erano sorti.

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  4. sn affascinata da case infestate!! ma non sapevo che in via rossini ci fossero i fantasmi!!!

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  5. Posso riferire di prima persona essendo stato un "piccioccu balente" entrato in quella villa prima della sua demolizione. Ricordo come fosse oggi quando, scavalcato il cortile d'ingresso, entrammo dal seminterrato per poi salire ai piani superiori e girare la casa in lungo e in largo con i miei compagni di scuola dell'Alfieri... ricordo bene che vi si trovavano accatastate diverse insegne luminose della Neon Europa che credo occupasse una parte dei locali. Comunque scappai di corsa al primo rumore insolito con i peli dritti dalla paura! Purtroppo non sono riuscito invece ad entrare nella villa che si trovava in via Pergolesi angolo via Rossini che dicevano essere stata una casa chiusa ai bei tempi andati e poi venne abbandonata al suo destino. Anche di quella si raccontavano storie eccitanti e fantastiche, qualcuno spero possa scriverne.

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    1. Io ho abitato in Via Rossini fino agli anni 80. I miei vi si trasferirono nel 1960 quando avevo appena un anno. Io ricordo la villetta con il giardino che sorgeva ad angolo con la via Pergolesi. Era abitata da due donne molto anziane che non uscivano quasi mai: solo qualche volta mi capitò di incontrarle nel giardino esterno che era piuttosto fitto di piante e lasciavano appena intravvedere il portone d'ingresso. Una volta dalla porta semichiusa vidi l'interno della casa, un corridoio lungo e stretto, buio con le pareti rosso scuro e con una grande statua a destra dell'ingresso (la statua di un Cristo), più inquietante di tutto il resto. Da bambina pensavo che le due donne fossero delle streghe (erano sorelle) perchè avevano un aspetto misterioso e impenetrabile ma poi una volta mi fermai ad accarezzare un gatto (ce n'erano sempre nel giardino) senza accorgermi che una di loro mi stava guardando. Quando me ne accorsi, restai come paralizzata ma la donna (con i capelli bianchissimi e completamente arruffati sul capo) mi sorrise. Da quel giorno iniziai a salutarla ma riuscii solo a parlare di gatti con lei e con la sorella. Le vidi ancora per qualche anno poi non più. Non so se si fossero trasferite o se fossero morte (erano già molto vecchie). La villetta poi fu demolita (non ricordo esattamente in quale anno) e lì sorse un palazzo: credo che, al posto della villetta, ci sia tuttora una banca.

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  6. Chissà che qualche studente universitario, nell'istante che precede la decisione della tesi di laurea sia illuminato e ci regali uno scritto sul tema.

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  7. Ciao. vi chiedo una cortesia? potete postare una mappa per localizzare il luogo dove era questo villino in via rossini? grazie

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  8. sapete qualcosa riguardo la casa di via satta?

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  9. accontentato... https://goo.gl/maps/WtMu7 era all'angolo tra via Rossini e Via Verdi, ma arrivava quasi a via Puccini. In via Puccini c'era la Neon Europa.

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  10. noi siamo andati due settimane fa a santu lussurgiu siete fuentes e abbiamo visitato l albergo abbandonato situato nel parco beh ce un fantasma l abbiamo visto in quattro piu altre visioni andateci ma non di notte

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