Ulisse e il Solstizio d’Estate
di Alberto Majrani
Nei precedenti interventi abbiamo visto come i poemi omerici
assumano improvvisamente una straordinaria "coerenza", una volta che
vengano letti con il giusto criterio e come molte frasi misteriose diventino
chiarissime per chi possiede una solida preparazione scientifica. Vediamo ora
in questa chiave uno dei momenti più drammatici dell’Odissea: la descrizione
della strage dei Proci, ad opera di Ulisse (o chi per lui), di suo figlio
Telemaco e dei fedeli servitori. Ma è
possibile capire in quale giorno avviene il fattaccio? Proprio il capo dei
pretendenti Antinoo ci darà un suggerimento:
Oggi tra il popolo c’è la festa solenne (XXI, 258)
quindi questo non è un giorno qualunque, ma è un giorno di
festa per tutto il popolo: in un’epoca in cui pochi sono in grado di usare un
calendario, se dei congiurati devono darsi un appuntamento, possono farlo solo
in un giorno particolare, ben noto a tutti. Pochi versi dopo si scopre che la
festa è dedicata al dio Apollo arciere. Dato che Apollo era anche il dio della
luce, possiamo azzardare addirittura l’ipotesi che potesse essere una festa
solare, come il solstizio d’estate, che era un giorno particolarmente
importante per gli antichi. Il solstizio d’estate è il giorno più lungo
dell’anno, mentre il solstizio di inverno è quello più corto. Spesso chi non
conosce l'astronomia crede che il sole sorga sempre esattamente a est e
tramonti a ovest: in realtà questo succede solo nel giorno dell'equinozio di
primavera o d'autunno. Durante gli altri giorni dell'anno il punto di levata e
di tramonto si sposta gradualmente verso destra o sinistra. Nel solstizio il
sole sorge e tramonta nel punto più lontano rispetto all’est e all’ovest: si
dice che il "sole sta" perché per pochi giorni sembra fermarsi in un
punto fisso per poi tornare indietro.
Le conoscenze astronomiche erano già presenti in epoca
preistorica: molti archeologi pensano che persino gli animali dipinti nelle
famose grotte di Lascaux siano una rappresentazione delle costellazioni. Nel
14000 avanti Cristo, periodo che concorda con le datazioni dei dipinti ricavate
con altri metodi, il sole tramontava al solstizio d’estate andando ad
illuminare proprio la parete pitturata, posta a una quarantina di metri
dall’ingresso. E’ decisamente improbabile che ciò sia dovuto al caso, perché ci
sono molte grotte nella zona e quella è l’unica dipinta, e il fenomeno si
verificava soltanto nei giorni immediatamente vicini al solstizio d’estate.
Se si allarga l'osservazione alla Francia meridionale, troviamo circa un centinaio di grotte decorate dell'era paleolitica, e quasi tutte sono orientate astronomicamente. Se poi si considera la qualità estetica delle pitture, ci si può rendere conto di come quei nostri lontani antenati fossero tutt’altro che dei rozzi cavernicoli, e del resto le capacità intellettive degli uomini di quell’epoca erano praticamente identiche a quelle degli uomini contemporanei. Un fenomeno analogo si verificava in molti altri templi preistorici, dal tumulo di Newgrange in Irlanda, del 3200 a.C., a quello di Abu Simbel in Egitto, del 1200 a.C., con il sole che andava a illuminare una camera posta in fondo a un lungo corridoio solo in due giorni all’anno, probabilmente al compleanno e all’anniversario di incoronazione del faraone Ramses II. Gli studi archeologici sono ormai pressoché concordi nel ritenere che i templi megalitici avessero funzioni di culto astrale: le loro orientazioni principali sono quasi sempre dirette verso punti di importanza astronomica, quali il luogo di levata o di tramonto del sole in corrispondenza dei solstizi (o, più raramente, degli equinozi), nonché della luna o delle principali stelle e costellazioni in particolari giorni dell’anno. I megaliti avevano quindi anche una funzione di calendario, indispensabile per delle popolazioni che dovevano conoscere i tempi giusti per la semina o la transumanza.
Se si allarga l'osservazione alla Francia meridionale, troviamo circa un centinaio di grotte decorate dell'era paleolitica, e quasi tutte sono orientate astronomicamente. Se poi si considera la qualità estetica delle pitture, ci si può rendere conto di come quei nostri lontani antenati fossero tutt’altro che dei rozzi cavernicoli, e del resto le capacità intellettive degli uomini di quell’epoca erano praticamente identiche a quelle degli uomini contemporanei. Un fenomeno analogo si verificava in molti altri templi preistorici, dal tumulo di Newgrange in Irlanda, del 3200 a.C., a quello di Abu Simbel in Egitto, del 1200 a.C., con il sole che andava a illuminare una camera posta in fondo a un lungo corridoio solo in due giorni all’anno, probabilmente al compleanno e all’anniversario di incoronazione del faraone Ramses II. Gli studi archeologici sono ormai pressoché concordi nel ritenere che i templi megalitici avessero funzioni di culto astrale: le loro orientazioni principali sono quasi sempre dirette verso punti di importanza astronomica, quali il luogo di levata o di tramonto del sole in corrispondenza dei solstizi (o, più raramente, degli equinozi), nonché della luna o delle principali stelle e costellazioni in particolari giorni dell’anno. I megaliti avevano quindi anche una funzione di calendario, indispensabile per delle popolazioni che dovevano conoscere i tempi giusti per la semina o la transumanza.
L’archeoastronomia è una disciplina
relativamente “giovane”, ma ormai le sue tecniche di calcolo e rilevamento
hanno tutti i crismi della scientificità , anche se rischia spesso di essere
screditata dall’opera di molti dilettanti fantasiosi in cerca di complicate e
improbabili connessioni stellari.
E' il caso, per esempio, proprio del più famoso monumento megalitico,
il cerchio di Stonehenge, su cui si è detto di tutto, e persino troppo: molte
elucubrazioni astronomiche sono però poco credibili anche perché negli ultimi
due secoli il sito è stato sottoposto a parecchi restauri, dato che diverse
pietre erano crollate o erano state abbattute. Per quanto il restauro possa
essere stato accurato, non possiamo essere certi delle originali orientazioni
dei megaliti: sicuramente però c'era un allineamento verso il sole al solstizio
estivo, dato che l'antica strada che raggiungeva il complesso aveva questa
direzione. Lo storico Diodoro Siculo (I secolo a.C.), citando gli scritti di
altri storici della Grecia antica, fa un accenno a un grande tempio di Apollo,
di forma sferica, situato su di un'isola Iperborea che potrebbe essere
identificata con la Gran Bretagna: se la correlazione con Stonehenge è giusta,
ne possiamo dedurre che nel Nord Europa si venerava Apollo, come in Grecia, e
che il suo culto era legato al solstizio d'estate.
Quasi tutti gli edifici
religiosi dell’antichità hanno continuato ad avere un’orientazione astronomica
significativa: per fare un esempio abbastanza noto, a Milano il Duomo è
orientato lungo l’asse est-ovest, cioè verso la posizione del sole all’alba e
al tramonto nel giorno dell’equinozio, mentre la Basilica di Sant’Ambrogio è
orientata verso la posizione del sole al solstizio. Persino in molte chiese
medioevali le finestre sono disposte in modo che il sole vada a colpire gli
affreschi dei santi in corrispondenza dei giorni in cui vengono festeggiati. Questo
tipo di conoscenze è andato in gran parte perduto negli ultimi secoli, ma chi
sapeva interpretare questi segni celesti godeva inevitabilmente di grande
rispetto e autorevolezza. Troviamo qualcosa di molto simile nel
diciannovesimo libro dell’Odissea: siamo all’ora del tramonto, tutti i Proci
sono andati a dormire nelle loro case, e le porte della reggia sono state
chiuse. Ulisse e Telemaco si accingono a nascondere le armi appese alle pareti,
prendendo delle torce per fare luce, quando improvvisamente tutta la casa si
rischiara:
…davanti Pallade Atena
una lucerna d’oro
tenendo, bellissimo lume faceva.
E stupito Telemaco
parlò a un tratto al padre:
“O padre, prodigio
grande vedo cogli occhi!
Davvero i muri e i
begli architravi di casa,
e le traverse d’abete
e le colonne eccelse
splendono agli occhi
come se ardesse il fuoco:
qui certo c’è un dio,
di quelli che il vasto cielo possiedono”.
E rispondendogli disse
l’accorto Odisseo:
“Taci e la tua mente
frena e non fare domande:
questa è la norma
degli dèi che hanno l’Olimpo.” (XIX, 33-43)
quindi abbiamo un ulteriore elemento per ipotizzare che fosse il giorno del solstizio
d'estate: alla… luce, è il caso di dirlo, di quanto sappiamo sull’importanza
dell’astronomia per i potenti dell’antichità, possiamo pensare che nella casa
del re ci fosse una specie di finestra o di feritoia orientata sulla posizione
del sole al solstizio estivo, che serviva al sovrano per calcolare gli anni, e
magari per creare stupore tra i suoi sudditi con un evento “prodigioso”. E' da
escludere invece il solstizio invernale, perché nell'antichità la navigazione
si limitava al periodo estivo, e sia Ulisse che Telemaco erano appena arrivati
via nave. E naturalmente degli esperti marinai dovevano conoscere bene
l'astronomia. Da notare infine che la stessa dea Atena ferma il carro del sole prima
dell'alba per prolungare la notte d'amore tra Ulisse e Penelope (XXIII,
241-246): un ulteriore indizio che la notte fosse particolarmente breve, tanto
da rendere indispensabile proprio un miracolo per ritardare l'aurora. Quindi,
nel giro di poche pagine, lo stesso concetto viene ripetuto più volte, anche se
in modo abbastanza criptico da renderlo fino ad oggi incomprensibile.
Alberto Majrani: Chi ha ucciso realmente i Proci? Ulisse,
Nessuno, Filottete www.logisma.it/ulisse.htm
Articoli correlati
http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2014/06/odissea-chi-fu-il-protagonista-filottete.html?spref=fb
Immagini:
Movimenti del sole
Festa del solstizio d'estate in Finlandia
Abu Simbel all'alba
Abu Simbel la camera illuminata
Stonehenge
Signor Alberto
RispondiEliminaRestiamo al percorso del Sole. Il Sole, durante l’anno, sorgerà due (2) volte nello stesso punto di una qualsiasi parte che si trovi tra sud/est e nord/est. Diciamo che nei giorni dei due Equinozi sorgerà ad Est preciso preciso. Per le altre località, dipende dalla posizione. Se le Statue di Abu Simbel vengono illuminate due volte l’anno … io affermo che dipende dai compleanni del nonno e della nonna di Ramsete II.
RoBer
bravo, allora scrivi a tutti gli archeologi, egittologi, archeoastronomi di correggere i loro libri
RispondiEliminaApollo Maponos era collegato all'Equinozio d'autunno.
RispondiEliminaPuò essere, la cosa indica comunque una sua relazione con il sole. Si può ipotizzare che Maponos (dio della giovinezza) nascesse in estate e diventasse "giovane" in autunno
RispondiEliminaAggiungo che in molte parti del mondo il solstizio estivo viene celebrato tuttora con l'accensione di grandi falò, e quindi anche il fatto che Antinoo faccia accendere il fuoco per scaldare l'arco potrebbe essere un altro indizio. In un continuo gioco di rimandi, c'è un ulteriore legame tra il fuoco e l'arco, come ben sa chiunque abbia visto qualche documentario sulle popolazioni primitive: per accendere il fuoco si strofina un bastoncino tra le mani, o meglio lo si fa ruotare con l'aiuto della corda di un arco che compie un movimento a spirale, come di un serpente che sale su un albero; il movimento è molto simile a quello del trapano, e proprio Ulisse affermerà di aver lavorato il suo letto nuziale con il trapano (XXIII, 197); e non per niente gli attributi di Apollo sono l'arco e i serpenti, come pure la cetra, da mettere in relazione con il cantore che si salva dalla strage.
RispondiEliminaOMERO DESCRIVE UNA ECLISSE?
RispondiEliminaNell'Odissea c’è la storia della profezia di Teoclimeno, che così conclude la sua arringa contro i Proci presenti nella sala reale:
d’ombre è pieno il portico, pieno il cortile,
che scendono all’Erebo, sotto la tenebra;
il sole del cielo s’è spento, fatale è scesa una notte di morte (Od. XX 355-357).
Secondo gli studi di due astronomi, Marcelo Magnasco della Rockefeller University di New York e Costantino Baikouzis dell’osservatorio argentino di La Plata, che riprendono le osservazioni già di diversi storici antichi, Omero avrebbe descritto, ovviamente in forma poetica, un’eclisse solare realmente accaduta il 16 aprile 1178 a.C., che quindi sarebbe la data del massacro compiuto da Ulisse. I due studiosi hanno esaminato le posizioni delle costellazioni e dei pianeti presenti nella descrizione omerica per concludere che quella poteva essere l’unica data possibile. Di sicuro c'era la luna nuova, lo dice due volte Ulisse (XIV 161 e XIX 306), quindi buona per l'eclisse di sole. Tuttavia, nell’Itaca greca tale fenomeno sarebbe stato difficilmente avvertibile, perché l’eclisse sarebbe stata solo parziale, e non apprezzabile a occhio nudo. In effetti, Teoclimeno dice che diverrà tutto buio, mentre i Proci lo sbeffeggiano perché questo non succede. Si potrebbe quindi ipotizzare che Teoclimeno, il quale si presenta come indovino, fosse anche un astrologo. Abbastanza bravo da azzeccare la previsione di un’eclisse, ma non da capire che l'evento sarebbe stato solo parziale. Naturalmente la storia dell'eclisse potrebbe essere stata aggiunta in seguito da Omero, con il racconto di una famosa eclisse realmente avvenuta secoli prima e qualche migliaia di chilometri più in là, in Egitto e nel Medio Oriente, che invece a Itaca si era vista a malapena. Un po' come certi libri di profezie, che vengono predatati in modo da far sembrare le predizioni autentiche! Cioè riportano una serie di “profezie” di avvenimenti già avvenuti, ma facendo credere che il libro sia stato stampato parecchi anni prima; in questo modo il “profeta” assume agli occhi del lettore una notevole credibilità; poi però l’elenco dei presagi continua, anche se diventano sempre più confusi e di difficile interpretazione; con un po’ di fantasia si riesce tuttavia a trovare dei collegamenti con gli eventi reali, e il gioco è fatto. Ma a questo punto il libro è già stato venduto a qualche danaroso e ingenuo compratore, illuso di avere in mano un prezioso documento redatto da un grande indovino, morto già da alcuni secoli, le cui previsioni si verificheranno puntualmente. Comunque, se davvero ci fosse stata un'eclisse, penso che Omero ci avrebbe ricamato sopra molto di più. E poi io contesto anche la tradizionale collocazione geografica e temporale degli eventi, quindi tutti i calcoli andrebbero rifatti! Un'analisi dell'archeoastronomo Adriano Gaspani http://www.duepassinelmistero.com/profeziaditeoclimeno.htm
Ho il piacere di comunicarvi che anche questo articolo è contenuto nel mio nuovo libro intitolato "L'ASTUTO OMERO - Ulisse, Nessuno, Filottete e il geniale inganno dell'Odissea" che risolve TUTTI (o quasi) i problemi della questione omerica e molti altri misteri sull'origine delle mitologie. Non ci credete? Potete richiedere l'ebook completo con 200 immagini e IL TESTO RADDOPPIATO RISPETTO ALLA PRIMA EDIZIONE. Costa solo euro 3,14... Per riceverlo basta inviare una mail ad alberto.majrani chiocciola tiscali.it . Grazie.
RispondiEliminaMa chi erano veramente Ulisse e Penelope? http://www.chilometrando.org/tela_penelope.htm
RispondiElimina