Sa Pala Larga
di Paola Arosio e Diego Meozzi
Stone Pages
La Sardegna è un'isola italiana nota tra gli archeologi soprattutto per i suoi nuraghes - antiche torri che ricordano in qualche modo i broch scozzesi, ma più numerose ed elaborate. Sull'isola si possono trovare molte altre antiche meraviglie: dalle cosiddette "tombe di giganti" alle "domus de janas" (case delle fate - tombe scavate nella roccia) come ai pozzi sacri preistorici. La Sardegna è quindi una regione veramente incredibile per qualunque appassionato di monumenti antichi. Ma alcuni dei suoi esempi più eccezionali potrebbero rimanere nascosti per secoli dopo essere stati scoperti e scavati [dagli archeologi]. Come vi raccontiamo in questa storia.
All'inizio di aprile abbiamo fatto un giro archeologico in Sardegna e una sera ci siamo trovati a soggiornare nell'agriturismo Sas Abbilas, in una meravigliosa valletta isolata nei pressi di Bonorva (Sassari) e di un sito archeologico importante, Sant'Andrea Priu. Il proprietario, Antonello Porcu, ci ha mostrato delle splendide immagini che ritraggono spirali rosse da 70cm dipinte sulle pareti di una cella laterale di una tomba preistorica che è stata oggetto di scavo un anno e mezzo fa. E ci ha raccontato la storia della cosiddetta "tomba della scacchiera".
I terreni del signor Porcu sono situati a fianco di una zona denominata Tenuta Mariani dove già nel 2002 era stata identificata una necropoli preistorica. Nel 2007 il Comune di Bonorva ottiene un finanziamento per effettuare un censimento dei siti archeologici dell'area e la cooperativa che ha l'appalto si avvale della competenza dell'archeologo Francesco Sartor per la Sovrintendenza archeologica di Nuoro e Sassari. Dopo la prima fase di censimento, l'anno successivo è la volta di una campagna di ricerca e scavo, sempre guidata da Francesco Sartor. Diverse settimane dopo l'inizio dei nuovi lavori, l'archeologo dichiara di non avere trovato ancora nulla, ma il signor Porcu nota che per diversi giorni di seguito gli scavatori scendono dalla collina ricoperti di polvere di roccia. Allora il fratello del signor Porcu si rivolge direttamente in sardo (com’è noto una lingua molto diversa dall'italiano) agli scavatori, chiedendo: "La scrofa ha fatto i maialetti?" Al che loro rispondono (sempre in sardo): "Sì, e dovresti vedere quanti, e che belli!" Questa è la prova che qualcosa di importante era stato trovato sulle colline di Mariani.
Dopo qualche giorno, il signor Porcu e il fratello si recano sul posto e trovano, al di sotto di un telone di protezione sistemato dagli scavatori, un dromos con un prospetto architettonico scavato nella roccia che conduce ad una grande tomba con tre celle laterali. La tomba è decorata con disegni d'ocra rossa brillante, con protomi taurine scolpite nel lato maggiore della camera principale e con un tetto alto circa 1,70m scolpito come se fosse composto da assi in legno, dipinte alternativamente in blu scuro e bianco. Ma l'elmento visuale più eccezionale della tomba è una serie di grandi spirali rosse dipinte in una cella laterale: un totale di sette spirali, molte delle quali interconnesse tra loro. La qualità delle antiche pitture è straordinaria, e su una volta è dipinta anche una figura geometrica rarissima nelle tombe sarde: un motivo a scacchiera bianca e nera - qualcosa probabilmente di unico in un sito apparentemente databile al Neolitico recente e riferibile alla cultura di San Michele di Ozieri (3800 a.C. – 2900 a.C.).
Dopo la sua visita alla tomba, il signor Porcu si reca dal sindaco di Bonorva, informandolo della straordinaria scoperta effettuata sul loro territorio. Il sindaco, stupito, dichiara di non essere stato informato dall'archeologo della scoperta, né di avere ricevuto comunicazioni ufficiali dalla Sovrintendenza.
La fine di questa storia? Dopo circa 4 mesi di scavi la Sovrintendenza decide di sistemare un enorme blocco di pietra di fronte all'unico ingresso della tomba; si fa quindi una colata di cemento e si ricopre l'intera zona con uno spesso strato di terra, sigillando nuovamente il sito, probabilmente per sempre. Ciò viene fatto per "preservare la tomba da eventuali saccheggiatori". E la tomba e il suo prezioso contenuto, così scompaiono. Una sorte condivisa anche da altre tombe dell'area, tra cui quella denominata "Sa Pala Larga" nella quale è stata trovata un'incredibile protome taurina scolpita e una serie di spirali a creare una sorta di "albero della vita".
Il sindaco di Bonorva, Mimmino Deriu, da noi intervistato, ha dichiarato che, nonostante la cronica mancanza di fondi, crede nel grande valore del patrimonio archeologico dell'area e si sta impegnando a valorizzarlo, in particolare con la riapertura del locale Museo archeologico situato in un ex convento e con il recentissimo accordo (del 7 aprile scorso) con l'Ente Forestale per la gestione tecnico-economica di tutela, conservazione e valorizzazione, anche ai fini turistici, proprio della Tenuta Mariani, dove si trova la necropoli sigillata.
Abbiamo anche contattato Luisanna Usai, archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro e responsabile dell'area di Bonorva, per sapere se c'è un progetto di riapertura della tomba e la possibilità di rendere visitabile la necropoli. L'archeologa ha esposto molto chiaramente il proprio punto di vista sulla questione: "Non voglio che si parli di questa cosa, non mi interessa che si sappia. Noi della Soprintendenza siamo chiamati soprattutto alla tutela dei siti: le pitture sono labili e quindi la tomba rimane chiusa". E ha concluso affermando che "Il canale per far conoscere questo tipo di scoperte lo scegliamo noi della Soprintendenza".
Ora, fermo restando che siamo pienamente d'accordo sull'assoluta necessità di preservare la tomba dalle mani di saccheggiatori e tombaroli, la sua chiusura ci sembra abbia un senso solo in una prospettiva a breve termine. Anche perché testimonianze locali affermano come altre tombe sigillate nella zona - tra cui la già citata Sa Pala Larga - stiano soffrendo di pesanti infiltrazioni d'acqua che ne compromettono le pitture: il rimedio sembra quindi avere un effetto opposto a quanto auspicato.
Confermando il nostro rispetto per la Soprintendenza e i suoi archeologi, a partire da Luisanna Usai, che sappiamo essere un'ottima e capace professionista, non siamo tuttavia d'accordo né con i metodi applicati né con questo atteggiamento di chiusura: se si chiamano 'beni culturali' è evidente che siano un patrimonio nazionale, di tutti. La tutela è una cosa, l'occultamento a tempo indefinito - per quanto motivato da princìpi di preservazione - e' un'altra.
George Nash, archeologo del Dipartimento di Archeologia ed Antropologia dell’Università di Bristol ed esperto mondiale di arte preistorica, da noi contattato ha commentato: "Lo straordinario stato di conservazione di questo esempio di arte preistorica è paragonabile per importanza alle immagini dipinte all’interno della camera dell’Oracolo dell’ipogeo di Hal-Saflieni a Malta. Questa scoperta è di importanza internazionale e dovrebbe essere condivisa tra i ricercatori di arte preistorica. L’aver sigillato il monumento rappresenta un crimine contro la comprensione delle vere origini del Neolitico dell’Europa meridionale".
Ci chiediamo quanti monumenti eccezionali siano stati trovati, scavati e sigillati nuovamente negli anni da parte degli archeologi in Sardegna, senza che nessuno - tranne pochi addetti ai lavori - ne venisse a conoscenza. Per diffondere la consapevolezza dell'esistenza di questo posto veramente speciale, ci auguriamo che lettere e messaggi inviati direttamente al sovrintendente archeologico di Sassari e Nuoro possano convincere la Soprintendenza ad adoperarsi per l'apertura al pubblico della necropoli dell'area Mariani, in modo da condividere la sua straordinaria bellezza con il resto del mondo.
Immagini: http://www.stonepages.com/scacchiera/
Questa meraviglia architettonica sarda ha colpito tutto il mondo. A breve inserirò un articolo sulla simbologia di quei segni a spirale e quei colori, il rosso e il blu, per stimolare i lettori ad un'analisi attenta di ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato.
RispondiEliminaGrazie Pierluigi, attendo le tue analisi, mi piacerebbe se le volessi presentare nel mio circolo di Pabillonis, sopratutto la simbologia della doppia ( o tripla come da altre parti)sèirale e doppia "corda" con continuità, infinito? . Ma non solo questo, il tuo lavoro è tutto da mostrare.
RispondiEliminaGrazie Ancora
Giulio
vi rendo noto che nessuno ha nascosto nulla; i risultati dello scavo sono stati pubblicati nella rivista Erentzias che tutti possono consultare in diverse biblioteche sarde. Purtroppo in maniera affrettata si corre a giudicare chi, a costo di enormi sacrifici e lavorando ben oltre le proprie forze si occupa di tutela, nella maggior parte dei casi impiegando risorse proprie che non vengono rimborsate. Per la tomba di cui parlate sono state fatte perizie e richiesti finanziamenti per gli interventi di restauro e rilievo tridimensionale. Questi soldi non sono mai arrivati, e per renderla accessibile al pubblico evitando che un patrimonio appartenente all'umanità venga rapidamente distrutto, servono interventi particolari che garantiscano il controllo costante delle condizioni termoigrometriche, oltre che la possibilità di pagare dei custodi che vigilino continuativamente. Ora, visto che il 90% degli italiani si rifiuta di considerare anche solo la possibilità di tassarsi per mantenere i beni culturali in modo degno, tanto che non vengono neppure più fatti concorsi per rimpiazzare i funzionari che vanno in pensione, e che i funzionari sono costretti a fare sopralluoghi con le loro automobili, la loro benzina, e a stampare lettere e richieste con la loro carta, a fronte di stipendi che bastano appena a pagare l'affitto, potete smetterla di lamentare che qualcuno non fa nulla e rimboccarvi le maniche. Infatti molti dei pochissimi soldi di cui dispongono le Soprintendenze sono costrette ad utilizzarli per riparare i monumenti oggetto di vandalismo, incluse diverse tombe vicine a quella di cui qui si parla, le cui coperture, accuratamete fatte per evitare che l'acqua si infiltrasse, in attesa e nella speranza di poter fare finalmente un progetto per renderle accessibili, sono state sfondate di proposito da uomini, non dal maltempo o dalla cattiva volontà delle soprintendenze. Vi assicuro che moltissime persone, inclusa la stimata, competente e totalmente dedita al lavoro Luisanna Usai, lavorano ben oltre le loro forze. Avremmo bisogno di una mano, anche da parte dei turisti e degli appassionati, e non di essere continuamente presi a sassate. Ma i giornalisti preferiscono un cattivo a mille buoni, perchè fa più notizia. vi aspettiamo numerosi a lottare con noi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.
RispondiEliminaCiao Francesca e grazie per l'intervento. Come sai bene la Sardegna è un museo a cielo aperto difficilmente tutelabile. Grazie agli sforzi di tante persone si riesce a malapena a presidiare i siti più facilmente raggiungibili. Auguriamoci che alla cultura giunga un ministro capace di far aprire il portafogli agli amministratori, oppure riesca a fare qualche legge mirata all'intervento monetario da parte di privati lungimiranti che, a fronte di sgravi o incentivi da studiare a tavolino, trovino conveniente investire nei nostri (e sottolineo nostri) beni culturali.
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