giovedì 25 novembre 2010

Incontri con la cultura sarda

Tre appuntamenti sulla storia della Sardegna antica caratterizzeranno questo prossimo week-end. Abbiamo già segnalato l'incontro di Tharros, presso il museo civico di Cabras, domenica dalle 10.30 con la D.ssa Del Vais che illustrerà l'argomento "Città e necropoli di età fenicio punica". Seguirà il pranzo ambientato in epoca romana imperiale e la visita al sito di Tharros.
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Altro importante appuntamento è previsto per Sabato 27 alle ore 17.30, presso la sede V.O.F.S. di Cagliari, in Via Ariosto 24. Tema dell'incontro sarà: "Dal mito alla realtà: i giganti di Monte Prama", relatore Pierluigi Montalbano. Sarà esposta una relazione fra le grandi statue ritrovate vicino a Cabras, attualmente in restauro al centro di Li Punti, e la volontà , da parte dei nuragici del Primo Ferro, di rappresentare se stessi miniaturizzando gli idoli religiosi.

Siamo all'inizio del IX secolo a.C., ed è il periodo in cui appaiono i betili-torre all'interno di grandi capanne circolari esterne alle torri, e iniziano a circolare bronzetti e navicelle, che suggeriscono un cambiamento nella struttura sociale nuragica. I nuraghe vengono trasformati in templi, come dimostrano le vasche-altare posizionate all'interno delle torri, e i nuovi simboli caratterizzano l'aristocrazia sarda.
Il week-end culturale si concluderà Domenica pomeriggio a Pabillonis, al circolo "Arvure Birdi", alle 17:30 Marcello Cabriolu presenterà, in anteprima, il suo libro: "Il Popolo Shardana", un approfondimento sulle vicende che caratterizzarono la fine dell'Età del Bronzo in Sardegna e le relazioni con il Vicino Oriente.

L'interessante proposta è frutto di un lungo lavoro di ricerca delle fonti e offre ai lettori una panoramica moderna e dettagliata sugli avvenimenti che portarono gli Shardana, il mitico popolo del mare che contribuì intorno al 1200 a.C. alla conquista di alcune province d'Egitto, in coalizione con altri popoli del mare, e fu fermato solo dal Faraone Ramesse III nel Delta del Nilo. Quell'antico popolo di combattenti è oggi visibile nelle raffigurazioni dei templi egizi, e l'autore propone una serie di collegamenti fra quelle raffigurazioni e gli antichi sardi rappresentati anche nella bronzistica e nella statuaria.

4 commenti:

  1. Come si fa ad affermare che la Sardegna è considerata "finora" con un ruolo secondario nel panorama Mediterraneo? Gli studi scientifici di illustri archeologi (e non parlo solo di Lilliu) rimarcano da anni il ruolo centrale della Sardegna in tutta una serie di contatti e rotte verso tutte le direzioni del mar Mediterraneo. Le analisi delle ossidiane ritrovate in siti a sud della Francia hanno da tempo rivelato la loro provenienza dalla Sardegna, non parliamo della determinante presenta Campaniforme (Europa occidentale e centrale) che ha contribuito a definire la cultura di Bonnànaro del Bronzo antico sardo......la cultura di Polada non è proprio estrania a questi Sardi isolati dal mondo: neanche Lilliu ha mai espresso categoricamente una simile ipotesi. I micenei, le probabili influenze cipriote, iberiche, Atlantiche. La verità e che dovete digitare sul sito Opac -Cagliari il nome di ciò che vi interessa e leggere; ma forse il rigore scientifico non vi permetterebbe di produrre queste ipotesi. Le attestazioni sono innumerevoli , così come gli articoli che ne parlano e i confronti sono argomentati da studi stratigrafici e cronologici pertinenti. Studiare archeologia è come studiare medicina, ci vogliono anni di letture e aggiornamenti continui; lo scavo archeologico è un operazione chirurgica e deve essere eseguita col massimo rigore e con l'ausilio di metodi aggiornati e comprovati dalla comunità scientifica. Detto questo che valore può avere la solita comparazione fotografica priva di un qualsiasi riscontro cronologico stratigrafico? Date un occhiata ad una tabella cronologica dell' Età del Bronzo, almeno quella di Tycot 1994.

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  2. Caro Anonimo,
    il libro che ha prodotto Cabriolu, che Lei non può aver letto perché sarà presentato in anteprima proprio domenica prossima, segue la direzione da Lei indicata. La premessa che compare nella locandina dell'evento è una provocazione creata ad hoc per stimolare la curiosità dei lettori.
    Purtroppo non si può cogliere il pensiero di un autore leggendo due righe e trarre conclusioni, e in questo ha proprio ragione. Non avrebbe dovuto farlo neanche Lei, ma Le assicuro che dopo aver sfogliato e assorbito le oltre 200 pagine della pubblicazione (come ho avuto il privilegio di fare grazie all'autore che mi ha fornito uno dei libri pronti per la stampa definitiva) sono giunto alla conclusione che il lavoro è valido ed è frutto di indagine accurata.

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  3. Gentile dott. Montalbano il mio intervento prende spunto, come lei dice, proprio da quelle quattro righe introduttive ed a quelle è riferito. Il resto delle affermazioni allude ad altri lavori simili che danneggiano tanti lettori interessati "seriamente" all'argomento. Il mio ultimo sfogo infatti accusa chi è solito comparare immagini estrapolate dai loro rispettivi contesti storici, con altre prive di argomentazioni cronologiche ( C'è un noto testo che si apre associando le tombe Etrusche con le domus de Janas!) e può tale affermazione riferirsi ad un libro non ancora edito. Concludo che era ed è mia intenzione mettere in guardia il lettore e spingerlo a cimentarsi in questa nuova lettura con il giusto spirito critico. Il celebre Giovanni Ugas è tutta la vita che studia la Sardegna e sull'argomento Shardana ha sempre ribadito prudenza; se qualcuno desidera conoscere la vicenda e scindere la fantasia dalla ricerca contatti questo studioso, che tra l'altro lei conosce bene e sa come la pensa. Mi scuso infine per la mia decisione nel ribadire ciò che penso, ma amo la mia terra e non voglio che si speculi sul suo patrimonio culturale che , anche se le genti nuragiche non rappresentassero gli Shardana, è unico al mondo. Saluti e ancora grazia per la gentilezza con cui ha espresso il suo disappunto.

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  4. In ciò abbiamo lo stesso pensiero. Purtroppo gli autori ai quali Lei allude esistono, e si cimentano in argomentazioni condivisibili solo da chi non ha alcuna nozione di base di archeologia, di arte o di storia.
    Miscelano qualche informazione colta sui libri di autori importanti con una serie di foto o disegni preparati ad hoc per supportare la teoria da proporre e scaricano sugli incolpevoli ascoltatori (o lettori) il minestrone elaborato.
    L'Età del Bronzo (e le altre età allo stesso modo) richiede cautela e attenzione, come dice Lei e come sostiene il mio maestro Ugas, e quando ho sfogliato il libro di Cabriolu ho colto il lavoro che l'autore ha svolto prima di intingere la penna con l'inchiostro.
    La famosa prima pagina bianca, quella immacolata nella quale uno scrittore deve gettarsi, ha atteso a lungo prima di essere riempita, e questo è un merito che deriva dalla passione che Cabriolu ha per i sardi e per la Sardegna. Propone varie ipotesi, non lontane da ciò che propongo ai miei convegni e che ho studiato sui libri dei celebri archeologi sui quali ho trascorso tante notti cercando risposte. La bibliografia è vasta e chi parteciperà alla presentazione del libro a Pabillonis (e alle successive discussioni già programmate dall'editore), potrà verificare se il lavoro è valido quanto io sostengo, oppure è carta senza significato.
    Ricambio i saluti e l'attendo per altri confronti, sempre sereni.

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