martedì 6 dicembre 2022

Cartografia Nautica. Le antiche carte per navigare erano opera dei romani. Articolo di Rolando Berretta.

Cartografia Nautica.

Le antiche carte per navigare erano opera dei romani.

Articolo di Rolando Berretta.

Quando si invecchia, si sente il bisogno di lasciare qualcosa a quelli che verranno dopo, per non farli ripartire da zero, quindi farò un veloce riassunto della situazione che ho trovato sulle vecchie carte.

Abbiamo visto Cesare Ottaviano Augusto ordinare, per volere del SENATO, il CENSIMENTO di tutte le terre; come ricorda P.Orosio in un pezzo andato perduto ma ricordato nel Mappamondo di HEREFORD. I Romani avevano le navi adatte? Si, avevano gli scafi rivestiti con fogli di piombo.  A riguardo vedere le navi rinvenute nel Lago di Nepi. Ho collocato Roma al centro di una carta moderna e

ho iniziato a fare le mie verifiche. Ho tracciato i nuovi meridiani sulle terre poste a 45 gradi a Est e a Ovest di Roma. Stessa cosa con le terre poste a 90 gradi a Est ed a Ovest.

Questo è il risultato.

 


Partiamo dalle terre estreme: quelle poste a 90°per trovare i 180° di un ipotetico emisfero. Abbiamo tutto il Golfo del Bengala fino a toccare un pezzetto dell’Isola di CUBA.


Stesso emisfero moderno; questa è una sfera. Ho cercato di posizionarla dal Circolo Polare Antartico fino al Circolo Polare Artico ma dopo aver oltrepassato il Polo Nord (siamo nell’altro emisfero con vista 21 giugno nel Solstizio d’Estate).  Questo emisfero ci è stata tramandato dai Genovesi agli inizi del 1500.

Autori Nicolò Caveri e Vesconte Maggiolo; genovesi.

Passiamo al 1502. Alberto Cantino, di ritornò dal Portogallo, passò per Genova. A suo dire aveva acquistato una carta eccezionale che valeva il prezzo pagato. (...soprattutto in relazione alla Carta di navigazione: rispondendo al riguardo, umilmente l’avviso, che ho lasciato quella Carta a Genova al detto Signor Francesco Catanio per il prezzo di 20 ducati striti, cioè di tre libre ciascuno). Si rifece dare i soldi, spesi per la carta, dal sig. Catanio e, poi, proseguì per Roma. A Roma scrisse la sua celebre lettera al Duca di Ferrara. Quella carta, secondo me, è rimasta a Genova. L’immagine allegata restituisce un solo emisfero misurato in maniera corretta.

Con la prossima immagine si capirà il grave errore commesso dai cartografi? (Spero!)

Sempre Vesconte Maggiolo. Siamo a Napoli nel 1511. Proiezione conica. Assegnare il valore, in gradi, sui diversi paralleli è troppo facile: sono settori da 10 gradi. Proviamo ad assegnare il valore ai meridiani. (N.B. in questa proiezione conica …. cercate la lettera M maiuscola. Servirà tra poco!)

Abbiamo visto, nelle immagini precedenti, che dalla punta di Cuba al Golfo del Bengala sono 180 gradi reali e, quindi, in questa proiezione me li ritrovo in 20 settori da 9 gradi. (20 x 9 = 180)

Secondo Claudio Tolomeo, invece, occorrerebbero 12 settori per i 180 gradi tra il meridiano delle Azzorre (o Capo Verde) fino a Capo Cattigara. 12 x 15 = 180. Provate a immaginare come sono stati completati i 360 gradi. Non è finita qui. Ricordate i 26 settori da 250 miglia, di Toscanelli, che sono la distanza che separa Lisbona da Qinsay? Ricordate come Tolomeo rimproverava Marino di Tiro? Lo rimproverava per aver raffigurato la Terra con linee verticali e orizzontali tutte dritte e uguali tra di loro. Non solo;  Marino di Tiro avrebbe affermato che la distanza tra la Grande Canaria e la fine dell’Asia fosse di 225 gradi. Provate a vedere cosa hanno scritto gli “addetti” a riguardo.


Questa carta è il risultato delle mie ricerche. Iniziamo da Marino di Tiro. Secondo Tolomeo erano 225 gradi. Secondo me erano 22,5 settori da 9° e non da 10° come interpretò Tolomeo. Passiamo a Toscanelli, all’uomo che fece raffigurare la volta celeste, a Firenze, dei cieli cinesi. Sapeva benissimo dov’era Quinsay. Fatte le mie verifiche ho trovato i 26 settori ma da 500 miglia romane. Sarebbero 52 settori da 250 miglia. Posso affermare che Marino utilizzò
 una “Carta” da 80 x 40 settori da 4,50 gradi; oppure da 40 x 20 con settori da 9 gradi. Come dire che avesse diviso un angolo retto di 90° in 10 parti da 9 gradi. La carta allegata è sincronizzata sulla G.Canaria. Con questa raffigurazione ho iniziato a controllare i vari cartografi.

L’unica stranezza l’ho notata nei loro schemi. Iniziano dal C.P.Antartico e arrivano fino al C.P.Artico dell’altro emisfero, dopo aver oltrepassato il Polo. Come dire che usano 34 settori sull’asse nord/Sud e non i 40. Il centro, a 17 settori, è il parallelo di C.Verde. Usano giri di compasso da 26 unità su di un quadrato da 34 x 34 settori. (a breve mostrerò lo schema interessato)

Per veder uno schema da 80 x 40 settori bisogna aspettare l’Atlante Castiglioni del 1525.

Notare che tra l’Equatore e il Tropico ci sono 5 settori. Tra il Tropico e il C.Polare ci sono 9 settori.

Non cambiare mai questi valori! Altro grave errore che ho notato: Datosi che tra il C.Polare e il Polo c’è la stessa distanza, in gradi, che c’è tra l’Equatore e il Tropico (dipende dall’inclinazione della Terra), come hanno calcolato i 90°, i 180° e i 360° ? Facile! 5 settori più 9 più 5 per i 90 gradi. Se 19 settori valgono 90° allora 38 settori valgono per i 180° mentre 76 settori dicono 360°.


 Siamo nel 1525. 

Questa carta è stata fatta da un fiorentino: Giovanni Vespucci! In basso, a destra, c’è un astrolabio che segna 44° (lat. Nord di Firenze) Chi ha copiato il tutto (Diego Ribeiro) riporta lo stesso astrolabio con un generico 45°.

Poi, se volete capire  le differenze tra la Carta di Diego Ribeiro e quest’ultima del Vespucci,  basta controllare il diverso modo di scrittura delle varie voci. Per non parlare dello schema.

(Diego Ribeiro usa uno schema da 42 x 42 con sovrapposizione sulla Raya. Ha ottenuto uno schema da 42 nord/sud e 80 est/ovest).

Passiamo a uno dei tanti schemi con giro di compasso da 26 unità. Siamo a Fano, nelle Marche.


Sempre Vesconte Maggiolo: dalla punta di Cuba al Golfo del Bengala. Con questo, mio, schema sto misurando tutte le carte. Giri di compasso da 34 unità (G.Vespucci-Torino), poi c’è quello classico (il più usato nel 1500) da 26 unità e il suo secondario da 13. Quest’ultimo è misurato sul quadrato interno da 13 unità.  Alcune note: la carta Cantino, quella conservata a Modena, il DONO di Cantino ad Ercole d’Este, usa due (2) giri di compasso da 24 unità

Tutto questo per rimarcare che usavano settori da 9 gradi o da 4,50 gradi.

I Romani avevano cartografato  anche l’Australia. La carta di Caveri riporta tra pezzi di Australia e la Tasmania. Quelle non sono le coste del Sud/America. Stanno ricostruendo il Nuovo Mondo con pezzi di carte asiatiche. Vorrei ricordare la Carta di Juan de la Cosa datata 1500.

Ecco cosa riporta Juan de la Cosa:


Questo è il Golfo del Bengala.  Per non parlare delle isole del Giappone usate per ricostruire le Grandi Antille. Poi abbiamo trovato l’isola di Cuba sulle carte; prima della sua circumnavigazione nel 1508. Idem per lo Yucatan raggiunto da Cortez nel 1517.

Planisfero di Pesaro. Solo i Romani possono averla chiamata CUBA da cubitus/gomito.
Adesso illustro come hanno  ricostruito il Cvbitvs di Cuba.

Queste sono le parti dell’Asia che stanno utilizzando per la Cantino ( il DONO)


(La mitica Is.aBELLA della Cantino.)     

Anche Piri Reis…

Vorrei ricordare che CVBA fu circumnavigata, per la prima volta nel 1508 da Sebastiano de Ocampo.  Colombo non l’ha mai fatto. Lui la chiamò Giovanna.

La Penisola dello IUCATAN fu raggiunta, nel 1517,  da CORTEZ. In seguito verrà raffigurata come Insula IVCATAN. ( Per me .. era : Insula IV CATAN.) la quarta isola scoperta da Colombo che sta facendo impazzire gli Addetti.

Ci sono due Autori che ci hanno raffigurato Cuba nella sua forma a cubito (gomito).

Il primo è Juan De la Cosa nella sua carta del 1500 mentre, il secondo, è l’Autore della Carta di Pesaro che, per me, è un omaggio al Nuovo Mondo di Amerigo Vespucci.

 A proposito di Piri Reis…


...anche l’Ammiraglio possedeva una Carta con tanto di IUCATAN. Vorrei precisare che la carta più conosciuta dell’Ammiraglio, una volta portata a un giro di compasso da 26 unità, si può attaccare alla carta di Caveri. Il parallelo centrale è quello del Tropico del Cancro. Non arriva, sicuramente, al Circolo Polare Antartico. Ci dovrebbe essere raffigurato il IV viaggio di Vespucci. In questo viaggio Vespucci deviò a sud/est per rientrare a casa. Se Reis ha confuso Vespucci con Colombo non è colpa mia. Non mi risulta che Colombo sia mai sceso sotto l’Equatore e che abbia visto le stelle dell’altro emisfero. Forse lo schiavo, catturato dallo zio, ha mischiato le CARTE.
 


Adesso lo schema di Juan De la Cosa. Carta dell’anno 1500

Altra Carta con parallelo centrale sul Tropico. Piccola nota: Juan De la Cosa accompagnò Colombo nei primi due viaggi. La sua firma figura tra i firmatari del famoso documento dove viene affermato che l’isola di Giovanna (Cuba), per la misura di un solo lato, sarebbe risultata più grande di Giava Major; la più grande isola del mondo. Quindi era terraferma. Tutto registrato dal Notaio. Poi ti disegna una carta con tanto di Cuba a forma di Cubitus. Mistero! Dove l’avrà copiata?

E passiamo alla carta più intrigante dal mio punto di vista. Siamo al Mappamondo di Pesaro

Autore? Ignoto! Per me … è firmata. Come si vede c’è l’isola di CUBA e lo IUCATAN.


Per i paleografi, questa carta di Pesaro, vorrebbe, come autore, Vesconte Maggiolo.

Per Maggiolo, nelle varie carte, CUBA è chiamata COBA. In questa di Pesaro è CUBA. Inoltre, per me, quella, non è la lettera M di Vesconte Maggiolo. (controllare la M nella proiezione conica)

Piccola nota: un quadrato da 24 per lato ha la diagonale interna da 34; anche Pitagora sarebbe quasi d’accordo. Ho attirato la vostra attenzione sul quadrato da 24 unità.

Nella carta donata al Duca di Modena, da Alberto Cantino, ci sono due giri di compasso da 24 unità. Caveri e “il Pesarese” hanno usato quadrati da 24 unità per ottenere giri di compasso da 26 unità. 

Per ultimo c’è l’Organum Directorium di Gerardo Mercatore. Qui volevo arrivare.

Ho impostato il tutto con settori di meridiano da 9 gradi.

Vediamo di capirci qualcosa.

Ho preso il mio schema RoBer da 34 unità con i tre giri di compasso ottenibili. C’è quello da 34 unità usato da G.Vespucci. C’è quello da 26 usato dalla maggio parte dei cartografi del 1500 e c’è il secondario da 13 unità usato per gli schemi anteriori di qualche secolo e da Juan De la Cosa.

Ci ho piazzato sopra il suo Organum Directorium (EMENDATUM) e …

Mercatore lo riporta con settori di meridiano da 10 gradi.

Se correggo con settori da 9 gradi, e lo riporto sul mio schema, vedo una guida alla realizzazione della ragnatela di linee. Vedo un quadrato con la base con 12 unità da 9 gradi oppure 24 unità da 4,50 gradi. Come dire che con quadrato da 24 unita per lato ottengo le diagonali da 34.

Ed è lo strumento adatto per l’impostazione che riscontro nei planisferi di Caveri e in quello di Pesaro. In quello di Fano, quello di Maggiolo, noto che sta usando questo metodo non sulle 16 direzioni principali ma sulle 16 intermedie.  Credo che per ottenere un giro di compasso da 26 unità con quadrati da 24…..non è semplice. Ho ipotizzato, quindi, che detti schemi sono stati realizzati con tanto di Organum Directorium. Per dirla in parole semplici questo strumento era già in circolazione. Ripeto: ottenere giri di compasso da 26 unità con quadrati da 24 unità è molto difficile. Esistevano metodi più semplici fin dai tempi della Carta Pisana.

Ecco i tre schemi per eventuali verifiche.

Lo schema, di quello di Fano, mi ha impressionato: è sulle 16 direzioni secondarie.

Torniamo al “mio” schema Rober da 34 unità con primario da 26 unità e secondario da 13.

E torniamo a Gerardo Mercatore, all’Organum Directorium Emendatum (da me corretto), con settori di meridiano da 9 gradi.  Dopo aver creato la ragnatela con un quadrato da 24 unità e le diagonali da 34.. ho tolto i goniometri.  Vedo che, con il secondario da 13 unità, ottengo la maggior parte dei paralleli della sua celebre proiezione (sulla parte sinistra). Ho messo la sua scala di misura delle Latitudini sulla sinistra e ho corretto i gradi all’Equatore.

Ho inserito una carta moderna da 45° x  45°. Sono 10 settori da 4,50° sia sull’asse est/ovest sia su quello nord/sud. La distanza, in miglia romane, di quelli sull’asse nord/sud sono tutti da 338 m.r.

Per quelli sull’asse est/ovest sono da calcolare sui diversi paralleli. Ogni parallelo restituirà una misura diversa. Come si calcolano?

Con la prossima immagine spiegherò quello che ho appreso dagli schemi.

Il Goniometro: magico strumento!


Questo l’ho capito lavorando sugli schemi.

Prima immagine a sinistra; Ipotizziamo che il raggio della Terra, all’Equatore, misuri 100 allora, con una semplice squadretta, posso ricavare  le diverse misure del raggio sui diversi paralleli. A 60° otterrò la metà esatta della misura. In questo caso, se alla base ho un valore di 100 (cento), a 60° ottengo cinquanta. Immagine centrale: Se ho il valore del raggio dell’Equatore, in miglia romane, di 4.309 e se riesco a mettere sulla base una scala graduata idonea posso ricavare i vari raggi sui diversi paralleli. Immagine a destra: Io so che i Romani avevano diviso la Terra  con 80 meridiani da 4,50°. So che l’Equatore restituisce un valore di 338 (precisi sono 338,49) se lo divido in 80 parti. Se metto una scala che restituisce 338 sulla base del goniometro allora posso ricavare il valore dei singoli paralleli divisi in 80 parti. A questo punto vado subito a controllare qual è quel parallelo che, diviso in 80 parti, mi da il valore di 250 miglia romane. Se non sono sopra Roma… poco ci manca. A questo punto posso buttare la calcolatrice e lavorare in maniera semplice.


Facilissimo. L’immagine restituisce, anche, la zona di Roma. La zona raffigurata, con meridiano centrale su di Alessandria, è una mia ipotesi. Dal 20 parallelo al 65 (45°) sono valori delle coordinate che trovo abbinate con la proiezione  di Mercatore. L’Autore, per i suoi calcoli,  ci aggiunge, come valori, da 33° est fino a 75°est. Io ho aumentato la zona per avere 45° anche sull’asse est/ovest, tenendo bene a mente i valori delle due località da misurare; la A e la B.

Vediamo di capirci qualcosa. I punti A e B sono le coordinate abbinate con la proiezione di Mercatore.

Due frasi mi hanno colpito nella spiegazione sull’utilizzo dell’Organum (dalla wikipedia):

      …Disegna la perpendicolare per N e lascia che incontri OQ in D. Trova il punto E tale che OE=OD, qui approssimativamente 54°. Questa è una misura della distanza in linea lossodromica tra i punti sulla sfera corrispondenti ad A e B sulla Terra sferica.

(questa misura, dei 54° dove l’ha copiata? se la sua proiezione restituisce 56°?) Inoltre:

In età avanzata Mercatore commentò che i principi della sua mappa non erano stati compresi dai marinai, ma ammise al suo amico e biografo, Walter Ghym , che la mappa mancava di una spiegazione dettagliata sufficientemente chiara del suo utilizzo. L'intenzione espressa nell'ultima frase della Legenda 10, che avrebbe dato maggiori informazioni in una futura 'Geographia', non fu mai realizzata.

Anche Lui segnala 54° all’Equatore pari a 6.000 Km. Io ricavo la misura di 54° tirando la retta dal punto B, per  proseguire direttamente fino all’Equatore passando sopra il punto A. Attenzione: questo metodo non va bene. Se da 65° passo a 66° la distanza diminuisce invece di aumentare. Stessa cosa se opero sul 20 parallelo. Non solo. Mi sarei aspettato delle misure sui paralleli con multipli di 4,50°. Ad esempio a 18° nord oppure a 22,50°.

Piccola nota: se si misura la distanza direttamente sui meridiani, o sui paralleli, si hanno misure dirette. Sono distanze Ortodromiche. Quando si misura una distanza, che vede l’attraversamento dei meridiani e dei paralleli, allora si hanno linee Lossodromiche. Quella che, apparentemente è una linea retta, in realtà è un arco di cerchio che va misurato attraverso le tante proiezioni che i nostri moderni cartografi sanno fare bene.

Poi mi sono chiesto: “Perché quelle coordinate? Se le cambio di un solo grado salta tutto. E’ come se, qualcuno, mi suggerisse di guardare bene.

Ho aggiunto una scala in gradi (108) sulla destra e ho operato con la differenza di latitudine.  Ottengo la stessa misura di 54° precisi. Il metodo è abbastanza semplice. Credo che Mercatore abbia trovato “mezzo Organum”. Come tipografo lo avrà acquistato. Ignoro quali spiegazioni trovò allegate  ma l’aver tirato fuori i 54° dimostra che non è farina  del suo sacco. Mi ha ricordato Eratostene che fece i suoi calcoli con il Tropico a 24°. 

Se sui  settori da 45° x 45° si può lavorare tranquillamente, cosa succede per distanze maggiori?

Qui le cose presentano qualche problema.


Ho cercato due punti della Terra facilmente misurabili con google/maps. Vedere i punti
A e B. La differenza di Latitudine è di 41° Google/maps dice circa 6.600 Km mentre lo schema restituisce 6.900 km. Magari con uno schema più preciso, con delle misure più precise mettendo anche i decimali dopo la virgola. Magari 338,49 invece dei 338 da me utilizzati.


La carta è sincronizzata su Roma per … campanilismo. Permette, però, di fotografare le terre poste a 45° sia ad est che ad ovest di Roma.  Andiamo avanti.


Ci sarebbero, poi, tutti i vari portolani … (tutti uguali e con lo stesso errore)

Occhio al Parallelo di Alessandria.    Dove la linea del Parallelo di Alessandria tocca la linea del parallelo (vero) di Capo Verde si toccava terra.

Piccola spiegazione. Ho disegnato una carta moderna con la griglia in gradi. Ho fatto una sovrapposizione. Ho trovato che dalle Baleari al Mar Nero c’è una griglia  e una inclinazione diverse da quella parte che va dalle Baleari all’Atlantico.  Dalla Penisola Iberica all’Atlantico c’è un corretto orientamento con il nord geografico. Il resto del Mediterraneo ha una scala diversa come pure l’inclinazione. Il nord geografico risulta spostato di una quarta di vento rispetto all’orientamento dei meridiani e dei paralleli.  Errore che ha sottolineato… la Bussola di Colombo.

Curioso per chi stazionava sulla Penisola Iberica dove il nord geografico era corretto. Resta uno dei tanti misteri che riguardano Colombo.

Il parallelo di Alessandria (linea verde) lo ritroviamo incluso in quasi tutti i vari schemi. Sembra una gara a chi faceva uno schema, diverso dagli altri, ma che includeva questa linea.

Un solo cartografo sembra non averlo mai incluso nei suoi schemi. E’ Vesconte Maggiolo.

Quindi affermare che l’Autore della carta di Pesaro, che l’utilizza, sia lo stesso che ha realizzato la carta di Fano, dove non viene utilizzato, sia Vesconte Maggiolo… mi sembra poco probabile.


Provate a leggere la Geocarta di Giovanni Vespucci. Giro di compasso da 34 unità.

 

 

Giovanni Vespucci dimostra che l’Organum Directorium già era in circolazione.

Possiamo affermare che tutte le Carte portano a Roma.

 


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