venerdì 22 aprile 2022

Archeologia della Sardegna. Il Nuraghe Su Mulinu di Villanovafranca. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Il Nuraghe Su Mulinu di Villanovafranca.

Articolo di Pierluigi Montalbano

Il Nuraghe Su Mulinu di Villanovafranca, in Marmilla, rivela una continuità di utilizzo dal Bronzo Medio fino all’epoca tardo romana. Nel tempo le sue funzioni furono adattate alle necessità della comunità, con un particolare utilizzo nella prima età del Ferro come tempio, come testimonia il ritrovamento, dentro il suo vano centrale, di un altare decorato a forma di nuraghe. Il complesso sorge su un piccolo rilievo che domina la valle del rio Mannu e mostra la sovrapposizione di varie tipologie costruttive, da quella arcaica a corridoio alla copertura a cupola nuragica. Il primo impianto, costituito da blocchi di marna, risale al XVI a.C., e già il secolo seguente fu realizzato il villaggio proprio intorno al poderoso antemurale che unisce le 4 torri esterne. All’interno dell’area, oltre

all’edificio trilobato, si notano corridoi e vani. Nel XIII a.C. l’antemurale fu rafforzato con una quinta torre. Un suo vano ha restituito, nello strato superiore, reperti del Bronzo Finale, punici e romani, in quello inferiore reperti del Bronzo recente e del Ferro. In un altro vano gli archeologi hanno individuato materiali altomedievali. Negli strati inferiori è stato portato alla luce un pavimento in lastre con focolare.

Il sito fu luogo di culto dal XIV a.C., come testimoniano due focolari rituali nel vano centrale dell’edificio. I riti divennero più intensi dal 1000 a.C., periodo a cui risale un bancone sedile per piccole assemblee. Intorno all’800 a.C. è attestato il particolare altare in arenaria, a forma di nuraghe, sulla cui sommità c’è una conca per la raccolta dei liquidi, collegata da un canale a una vasca. Il monumento, usato per sacrifici e offerte votive, era decorato da quattro else di spade (tre integre) che sostenevano lame in bronzo. Una piccola luna crescente scolpita in rilievo nell’altare e altri oggetti bronzei con figure antropomorfe e animalesche lo decoravano superiormente.



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