L'albero cosmico, asse del mondo nella mitologia europea
Articolo di Greta Fogliani
Uno degli elementi più presenti nei miti e nel folklore delle popolazioni antiche è l’albero. Questo elemento naturale assume una grande varietà di funzioni, ma una più di tutte le altre rende evidente l’importanza che l’albero ha sempre rivestito nell’antichità: quella di centro e asse dell’universo.
Di per sé, l’albero non è propriamente un motivo cosmologico, perché è innanzi tutto un elemento naturale che, per i suoi attributi, ha assunto una funzione simbolica. L’albero, in quanto tale, si rigenera sempre con il passare delle stagioni: perde le foglie, secca, sembra morire, ma poi ogni volta rinasce e recupera il suo splendore. Per queste sue caratteristiche, esso diventa non solo un elemento sacro, ma addirittura un
Storia dei popoli: seminiamo il seme della cultura nei nostri figli perché il futuro è ancora da costruire.
sabato 28 marzo 2020
mercoledì 18 marzo 2020
Storia, cartografia e navigazione. La scoperta del Brasile. Articolo di Rolando Berretta
Storia, cartografia e navigazione. La scoperta del Brasile.
Articolo di Rolando Berretta
Vorrei
dire la mia sulla scoperta del Brasile e sul periodo interessato.
Come è
riconosciuto globalmente, a Lisbona operava una spia del Duca Ercole 1 d’Este.
Nulla da dire! La nostra abilissima spia era riuscita a corrompere un grande
cartografo portoghese (chi sarebbe? che
rischiava la vita) e a far pervenire una copia di una carta geografica che
riporta tutte le scoperte dei loro grandi navigatori. Premesso che, in quel
periodo, tutti erano affamati di notizie e TUTTI cercarono di informare i loro “paesani”.
I mercanti che operavano a Lisbona, Siviglia (etc) ne avranno recapitato di
posta. Se andate sulla wikipedia, alla voce: Planisfero di Alberto Cantino, potete
capire meglio questo preambolo. Ci sono due lettere che provano questo
misfatto.
Vediamo
il contenuto della prima; si parla del ritorno di Miguel Corte Real; il fratello Gaspar aveva
mercoledì 11 marzo 2020
Archeologia. Età del rame, l'Italia era al centro di una rete di diffusione del metallo. Articolo di Francesca Buoninconti
Archeologia. Età del rame, l'Italia era al centro di una
rete di diffusione del metallo
Tra il 4° e il 3° millennio a.C.,
nell’età del rame, l’Italia era crocevia di una complessa rete di diffusione e
scambio di questo metallo sviluppatasi prima di quanto si immagini. A svelarlo
sulle pagine della rivista Plos One è uno studio condotto da Andrea Dolfini
dell’università di Newcastle, Gilberto Artioli e Ivana Angelini dell’università
di Padova. Nell’ultimo decennio, nuove
ricerche hanno dimostrato che l’estrazione di minerali cupriferi e la
lavorazione del rame nell’Italia preistorica sono cominciate prima e con
tecnologie più complesse di quanto ritenuto in precedenza. Ma si
conoscono ancora troppi pochi dettagli sulle vie di diffusione e le modalità di
scambio di questo metallo a sud delle Alpi. Ecco perché il gruppo di lavoro
patavino si è messo all’opera con l’intento
sabato 7 marzo 2020
Archeologia: Shardana=Nuragici e Tartesso=Caralis, vogliamo prenderne atto? Articolo di Giuseppe Mura
Archeologia: Shardana=Nuragici e Tartesso=Caralis, vogliamo prenderne
atto?
Articolo di Giuseppe Mura
In Sardegna l'evoluzione degli studi
sulla civiltà nuragica, praticati sia dagli appassionati che dai veri e propri
professionisti, si caratterizza per un contrasto che definirei perlomeno "curioso". Mi riferisco al grado di
accettazione delle nuove ipotesi, di carattere storico e archeologico,
attinenti alla cultura insulare dell'Età del Bronzo che, nell'arco di questi
ultimi decenni, è passato dal "troppo" al "troppo poco", ma
sarà il caso di esprimere ancora meglio il concetto con alcuni semplici esempi.
Al nuraghe, cioè alla manifestazione più eclatante della Civiltà
nuragica sia in termini numerici che architettonici, è stata attribuita sin
dall'inizio degli studi veri e propri, cioè ormai da alcuni secoli, la funzione
di fortezza. L'ipotesi, presumibilmente basata su una forma mentis del
periodo che spiegava tutte le antiche vicende tramite i conflitti e su alcune
similitudini tra l'edificio nuragico e i castelli medievali, diventò in breve
tempo una sorta di assioma accettato pressoché da tutti e scarsamente messo in
discussione. Il trascorrere del
martedì 3 marzo 2020
Archeologia. Adolf Erman e gli Shardana. Articolo di Gustavo Bernardino
Archeologia. Adolf Erman e
gli Shardana
Articolo di Gustavo
Bernardino
A coloro che hanno ancora
dubbi sulle vicende degli Shardana e sulla loro origine sarda, consiglio la
lettura di un libro dal titolo “Il mondo del Nilo: civiltà e religione
dell'antico Egitto” che Adolf Erman scrisse nel 1905. In Italia il volume edito
da Laterza nel 1950 è stato tradotto da Gualtiero Frangini e si può acquistare
online. Adolf Erman (1854-1937) è stato il più prestigioso egittologo tedesco,
autore di numerosi trattati e studi accademici che gli valsero alte
onorificenze. Tra le sue opere ha un particolare valore il “Wörtebuch”
dizionario della lingua egizia.
Nel
“Il mondo del Nilo” l'autore tedesco riesce a dare una immagine complessiva
della gloriosa civiltà egizia, conducendo il lettore attraverso 28 capitoli e
264 pagine lungo un percorso che consente di prendere cognizione della
complessa società nilotica e delle varie componenti che ne costituivano
l'architettura.
Ai
fini di questo lavoro però sono significativi alcuni passaggi che propongo al
lettore con la speranza di
lunedì 2 marzo 2020
Sardegna. Cattedrale di Ales. Articolo di Pierluigi Montalbano
Sardegna. Cattedrale di Ales.
Articolo di Pierluigi Montalbano
La cattedrale di Ales, dedicata
ai santi apostoli Pietro e Paolo, fu edificata nel 1708 su progetto
dell'architetto genovese Domenico Spotorno, morto ad Ales il 17 giugno 1702 e
sepolto nella Cattedrale. Collaborò alla conversione in stile barocco della
cattedrale di Cagliari che fu modello per il duomo di Ales. Fu costruita nel
1507 sui resti di una chiesa voluta da Donna Violante Carroz, Marchesa di
Quirra al tempo del trasferimento della diocesi da Usellus ad Ales. Il primo
impianto è del XIII in stile romanico a
navata unica, con tetto a capriate e un piccolo campanile a vela, tre cappelle
(del Carmine, del Rosario, del Crocifisso) e una sacrestia, poi sostituita nel
1647. Nel 1682 viene ampliata con l’aggiunta di quattro cappelle in grossi
blocchi di pietra bianca con volta a botte. Anche la navata, l'abside e il
transetto sono voltati a