Archeologia. Il relitto di Ulu Burun, una nave dell'età del Bronzo che naufragò nelle coste meridionali anatoliche, lasciando agli archeologi 17 tonnellate di materiali da esaminare.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Nel 1982 il pescatore di spugne Mehemet Cakir scopre a Uluburun, a 8,5 km a Sud Est di Kas nel sud della Turchia, il relitto di una nave dell’età del Bronzo. L'Istituto di Archeologia della nautica, nella campagna di scavo tra il 1984 e il 1994 ha portato alla luce uno dei più ricchi assemblaggi di oggetti del Bronzo Tardo trovati nel Mediterraneo. Il natante giace su un ripido pendio roccioso a una profondità di circa 50 metri. La datazione dendrocronologia di un piccolo pezzo di legna suggerisce il
Il carico della nave è costituito da:
. dieci tonnellate di rame in 354 panelle
. quattro tonnellate di lingotti in rame ox-hide
. una tonnellata di stagno proveniente da Bretagna e Cornovaglia
. 120 lingotti discoidali a panelle
. una tonnellata di resina di terebinto stivata in 150 vasi cananei
. 175 lingotti di vetro blu, di forma discoidale (della costa siro-palestinese)
. tronchi di ebano egiziano (Dalbergia melanoxylon)
. tre uova di struzzo (contenitori di liquidi)
. alcune zanne di elefante e una dozzina di denti di ippopotamo
. opercula da Murex Seashells (un ingrediente per ottenere l’incenso)
. vari gusci di tartarughe carapaces (sound-box per strumenti musicali a corda)
. nove grandi vasi ciprioti finewares, contenenti tracce di melograni e olio d'oliva
. quattro bicchieri artigianali raffiguranti teste di arieti e, in un caso, una donna
. brocche e calderoni in bronzo e rame
. gioielli cananei, inclusi bracciali e collane d'oro
. rottami di oro e argento
. sigilli Siriani, Assiri, Cassiti e Sumeri.
. oggetti d'oro egiziano, electrum, argento e pietre preziose
. uno scarabeo in oro con il cartiglio della regina egizia Nefertiti
. migliaia di perline di vetro, agata, corniola, quarzo e ambra del Baltico
. due contenitori d’avorio per cosmetici a forma di anatre
. una tromba scolpita da un corno d’ariete
. un dente di ippopotamo
. utensili in bronzo: trapani, scalpelli, assi e una sega
. frecce, pugnali e asce in pietra
. spade in bronzo e 6 spade in rame arsenicato tipologia Sant'Iroxi
. piombo e una linea di aghi per la riparazione di reti
. un arpione e un tridente in bronzo indicativi di una pesca dalla nave
. due tavole in legno di ebano per scrivere (dittici), ciascuna costituita da una coppia di foglie e una cerniera d'avorio. Sono incassate per contenere delle superfici di cera per gli scritti.
. una statuetta del Dio Bes in bronzo rivestita in oro di foggia siro-palestinese, forse la divinità che proteggeva la nave. Bes era un Dio benefico dell’Antico Egitto che si diffuse poi nel Mediterraneo. Divinità della gioia, della musica e della danza.
La maggior parte dei beni personali e degli oggetti di bordo, come strumenti, ancore e lampade a olio, indica che l’equipaggio era formato da cananei e ciprioti. Tuttavia si nota anche la presenza di alcuni reperti micenei: un paio di sigilli, tre spade, due pettorali con perline di vetro, coltelli curvi, rasoi, scalpelli, sfere in ambra di tipo miceneo, una trentina di pezzi di ceramica fine, una spilla di bronzo e uno scettro cerimoniale con testa in pietra, simile a uno in bronzo trovato in Romania. Questi manufatti suggeriscono i collegamenti tra l’equipaggio e le terre di tutto il Mediterraneo e dell’Europa. Il grande numero di strumenti musicali trovati a bordo indica che, verosimilmente, si svolgevano danze rituali in onore della Dea. Le armi indicano che l’equipaggio era pronto a qualunque tipo di attacco. La rotta della nave passava per il porto di Ugarit, in Siria, e forse era diretta a Micene, o a un porto alleato, per caricare uomini, metalli e merci provenienti dall’Occidente mediterraneo. L’ambra trovata nel relitto proveniva dal Baltico, lungo le rotte fluviali dell’Europa centrale. È rilevante l’abbinamento fra le percentuali di rame e stagno, esattamente 10:1, la proporzione utilizzata per ottenere il bronzo. Inoltre, la presenza della resina di terebinto, una pianta aromatica utilizzata per profumare gli ambienti, potrebbe essere usata anche come ingrediente per il metodo della fusione a cera persa. La nave aveva a bordo dei passeggeri importanti, forse ambasciatori dei Popoli del Mare che si recavano in Egitto, alla corte di Amenophe IV e di Nefertiti per rafforzare i legami commerciali. Per quale motivo la nave affondò? Forse si schiantò sugli scogli, oppure fu attaccata da pirati. E se fu coinvolta in una battaglia navale, chi fu il nemico che decise di farla naufragare? Sappiamo che Akenaton, che si chiamava Amenophe IV ed era figlio di Amenophe III, fu il primo eretico della storia. Abolì il culto di tutti gli dei in favore dell'unico dio Aton, rappresentato dal disco solare con i raggi che terminano con delle manine per donare la vita. Dedicò un tempio ad Aton a Karnak, con l’approvazione dei sacerdoti di Amon che non capirono che Aton era un dio diverso da Amon. E se fu coinvolta in un sabotaggio legato a una guerra di religione? In seguito, i sacerdoti tramarono contro Akenaton che fu costretto a rifugiarsi a Tell-el-Amarna, 260 km a sud del Cairo. L'antica religione fu poi restaurata da Tut ank Aton che divenne Tut ank Amon.
Immagine di https://www.flickr.com/photos/41722301@N05/6242264429
. piombo e una linea di aghi per la riparazione di reti
. un arpione e un tridente in bronzo indicativi di una pesca dalla nave
. due tavole in legno di ebano per scrivere (dittici), ciascuna costituita da una coppia di foglie e una cerniera d'avorio. Sono incassate per contenere delle superfici di cera per gli scritti.
. una statuetta del Dio Bes in bronzo rivestita in oro di foggia siro-palestinese, forse la divinità che proteggeva la nave. Bes era un Dio benefico dell’Antico Egitto che si diffuse poi nel Mediterraneo. Divinità della gioia, della musica e della danza.
La maggior parte dei beni personali e degli oggetti di bordo, come strumenti, ancore e lampade a olio, indica che l’equipaggio era formato da cananei e ciprioti. Tuttavia si nota anche la presenza di alcuni reperti micenei: un paio di sigilli, tre spade, due pettorali con perline di vetro, coltelli curvi, rasoi, scalpelli, sfere in ambra di tipo miceneo, una trentina di pezzi di ceramica fine, una spilla di bronzo e uno scettro cerimoniale con testa in pietra, simile a uno in bronzo trovato in Romania. Questi manufatti suggeriscono i collegamenti tra l’equipaggio e le terre di tutto il Mediterraneo e dell’Europa. Il grande numero di strumenti musicali trovati a bordo indica che, verosimilmente, si svolgevano danze rituali in onore della Dea. Le armi indicano che l’equipaggio era pronto a qualunque tipo di attacco. La rotta della nave passava per il porto di Ugarit, in Siria, e forse era diretta a Micene, o a un porto alleato, per caricare uomini, metalli e merci provenienti dall’Occidente mediterraneo. L’ambra trovata nel relitto proveniva dal Baltico, lungo le rotte fluviali dell’Europa centrale. È rilevante l’abbinamento fra le percentuali di rame e stagno, esattamente 10:1, la proporzione utilizzata per ottenere il bronzo. Inoltre, la presenza della resina di terebinto, una pianta aromatica utilizzata per profumare gli ambienti, potrebbe essere usata anche come ingrediente per il metodo della fusione a cera persa. La nave aveva a bordo dei passeggeri importanti, forse ambasciatori dei Popoli del Mare che si recavano in Egitto, alla corte di Amenophe IV e di Nefertiti per rafforzare i legami commerciali. Per quale motivo la nave affondò? Forse si schiantò sugli scogli, oppure fu attaccata da pirati. E se fu coinvolta in una battaglia navale, chi fu il nemico che decise di farla naufragare? Sappiamo che Akenaton, che si chiamava Amenophe IV ed era figlio di Amenophe III, fu il primo eretico della storia. Abolì il culto di tutti gli dei in favore dell'unico dio Aton, rappresentato dal disco solare con i raggi che terminano con delle manine per donare la vita. Dedicò un tempio ad Aton a Karnak, con l’approvazione dei sacerdoti di Amon che non capirono che Aton era un dio diverso da Amon. E se fu coinvolta in un sabotaggio legato a una guerra di religione? In seguito, i sacerdoti tramarono contro Akenaton che fu costretto a rifugiarsi a Tell-el-Amarna, 260 km a sud del Cairo. L'antica religione fu poi restaurata da Tut ank Aton che divenne Tut ank Amon.
Immagine di https://www.flickr.com/photos/41722301@N05/6242264429
Piccola nota sull' interessante articolo: dal Murex si estrae il colore rosso porpora, con cui si tingevano le vesti dei re del tempo, e ce ne volevano migliaia per tingere una sola tunica. L' incenso è invece tratto dalla resina di un arbusto, la boswelia, che cresce nel sud dell' arabia e in india
RispondiEliminaMi sembra di notare qualche inesattezza, poiché Amenophi lll era Akhenaton e non Amenophi lV; inoltre il dio di cui impedì il culto era Amon, poi ripristinato da suo figlio Tutankhamon: potrei sbagliare.
RispondiEliminaGrazie, eseguo un controllo
RispondiEliminaHo controllato, avevo scritto bene. Akhenaton era Amenophi IV.
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