Archeologia. Il Regno di Arzawa, un'area costiera occidentale dell'Anatolia che nell'età del Bronzo fu al centro di guerre e alleanze con gli ittiti e i micenei. E' in questa terra, presso lo Stretto dei Dardanelli, che sorgeva Troia, la mitica città cantata da Omero.
Articolo di Pierluigi Montalbano.
Nel II Millennio a.C., in
Anatolia occidentale, affacciata nel Mar Egeo fra lo Stretto dei Dardanelli a
nord, dove sorgeva l’antica città di Troia, e fino al Fiume Meandro a sud,
nella zona di Mileto, c’erano i Regni di
Arzawa, spesso in conflitto con le popolazioni ittite che governavano l’attuale
Turchia. Divise dalle regioni Lukka (Licia) e Karkiysa (Caria) le aree occupate
dalle genti Arzawa erano governate dalla città Apasa, la Efeso di età classica.
Le popolazioni locali parlavano la lingua luvia, e le conosciamo grazie ai
testi trovati negli archivi dei sovrani ittiti, con cui si allearono in
alcune
fasi dei loro regni. Le divinità principali del loro Pantheon erano Taruntha,
il Dio della tempesta, e Arma, la Dea Luna. La prima attestazione di Arzawa
risale al regno ittita di Hattusili I, intorno al 1650 a.C., quando scrisse di
aver marciato contro Arzawiya per razziare bestiame e pecore, e così
propagandare la sua vittoria contro i vicini regni che lo disturbavano con
incursioni e razzie. Nel 1550 a.C., il re ittita Ammuna si lamenta di rivolte
dello stato vicino, che è diventato apertamente ostile. All’epoca del sovrano Tudhaliya alla fine del
XV a.C., si aprirono nuovi scenari, con gli ittiti che miravano a controllare
le rotte commerciali verso i ricchi principati dell'area siriana. I regni Arzawa
erano una spina nel fianco del re ittita e dovevano, quindi, essere sottomessi.
Il sovrano intraprese un’energica azione militare invadendo i territori
occidentali con una serie di attacchi devastanti e subordinando Hapalla e
la Terra del Fiume Seha, due dei cinque
regni componenti Arzawa, e deportando
nella capitale Hattusa un gran numero di prigionieri. Gli altri
tre erano Wilusa (Troia), Mira e Apasa (Arzawa Minor). La reazione non si fece attendere, e una confederazione
di stati occidentali, la Lega Assuwa, si ribellò contrattaccando, ma con un cruento
assalto notturno, le forze ittite vinsero, sconfiggendo la lega e deportando ad
Hattusa diecimila prigionieri. Per tutto il XIV a.C. continuano i conflitti fra
ittiti e Arzawa, e per i primi si aggiunge una pesante offensiva dei Kaska da
Nord che mette a rischio la stessa capitale Hattusa che viene saccheggiata e
bruciata. Tudhaliya rimane sguarnito nel fianco a Ovest, e gli Arzawa, uniti
sotto Tarhuna-Radu dilagano occupando le Terre Basse ittite a Est
dell'attuale Konya, giungendo presso il Fiume Marassantiya che delimita il
regno ittita. Nel 1360 a.C. Arzawa si sostituisce agli Ittiti anche nelle
relazioni internazionali, tanto che Tarhuna-Radu scambia una fitta
corrispondenza personale con il faraone Amenophis III offrendogli sua
figlia come sposa per suggellare un’alleanza strategica. Nella corrispondenza
Amenophis III chiede al re Arzawa di inviargli dei guerrieri Kaska da inserire
nel proprio esercito, richiesta che in precedenza il faraone rivolgeva al sovrano ittita. Ciò testimonia l’importanza
acquisita da Arzawa nel contesto internazionale. Nei decenni seguenti gli
ittiti si riorganizzarono, e Suppiluiuma guidò l’esercito nelle Terre Basse costringendo gli Arzawa
a retrocedere sempre più a occidente. Una successiva campagna militare ittita sottomette
altri territori e Suppiluiuma insedia il generale Hanutti come governatore
della provincia. In questa fase compare nei testi per la prima volta il nome
dello stato di Mira, il cui principe Mashuiluwa chiede protezione al
sovrano ittita. Suppiluliuma gli dà in sposa una figlia ma in un primo tempo
non riesce a installarlo come suo vassallo sul trono di Mira, cosa che alcuni
anni dopo riuscirà, invece, a suo figlio Mursili II. Sono proprio gli Annali di
Mursili II a raccontarci le fasi cruciali di queste guerre, pur se gli studiosi
non trovano punti di accordo sul grado di dipendenza che Arzawa aveva con gli
ittiti in questo periodo e, soprattutto, se abbia mantenuto, sia pur da
tributario, una struttura unitaria o confederata. Alla morte del grande re
Suppiluiuma I, e del suo erede designato Arnuwanda II per peste, sul
trono di Hattusa sale il ventenne Mursili II. Il re di Arzawa Minor, l'anziano
Uhha-Ziti, dal suo trono di Apasa/Efesto, valutando debole e inesperto il re
nemico, lo sfida apertamente appoggiato da altri stati minori. Un ruolo
importante nella rivolta lo ebbero i micenei del regno di Ahhiyawa, ossia gli
achei, che nel 1320 a.C. si allearono con la città costiera di Millawata, prima
nell’orbita ittita. Mursili II reagisce con veemenza, invadendo il mondo Arzawa
con le proprie truppe e quelle del fratello Sharri Kushuh, governatore di Karchemish.
Mentre l’esercito di Mursili marcia verso Arzawa, un meteorite, interpretato
dagli ittiti come un presagio degli dei, cade sulla capitale Apasa e ferisce
proprio re Uhha-Ziti impedendogli di guidare l'esercito. Lo affida al
figlio Piyama-Kurunta, e la guerra decisiva si combatte nel 1319 a.C. al
confine, sul fiume Astarpa. Mursili travolge l’esercito Arzawa, distrugge
Millawata, assedia Apasa e costringe Uhha-Ziti a fuggire con tutta la famiglia
reale nelle isole egee, riparando ad Ahhiyawa e morendo pochi mesi dopo. La
Terra del fiume Seha invoca il perdono e Mursili glielo concede, confermandolo regno
vassallo. Poi sottomette gli altri stati e, nel 1318 a.C., cancella il
territorio di Arzawa Minor, focolaio della rivolta, inglobandolo nello stato di
Mira, sotto Mashuiluwa. Il secolo successivo vede una serie di rivolte nei vari
regni Arzawa, specie al tempo di Muwatalli II e di Tudhaliya IV, ma la regione
rimase sotto il controllo ittita, spesso a costo d’ingenti sforzi militari. Le
forze congiunte dei re ittiti Tudhaliya IV e del suo successore Tarkasnawa attaccarono
a più riprese ed espugnarono Millawata, Mileto, la città che per decenni fu roccaforte
anatolica dello stato miceneo di Ahhiyawa. Sconfitta la resistenza, cancellarono
definitivamente ogni pretesa espansionistica di questo regno nella zona
anatolica. Con il passare degli anni, e il lento declino dell'impero ittita
alle prese con la crescente pressione degli Assiri a Est, e le consuete lotte
dinastiche per il trono, Mira divenne il fulcro di un nuovo regno Arzawa
unitario, come quello che un secolo e mezzo prima si era unito sotto Uhha-Ziti.
Stavolta non fu antagonista degli Ittiti, riuscendo a emergere e confrontarsi quasi
alla pari. Tarkasnawa morì nei primi anni del XII secolo, lasciando il trono a suo
figlio destinatario di una lettera di Suppiluiuma II, figlio di Tudhaliya IV,
nella quale viene considerato un suo pari, un ulteriore indizio dell'importanza
raggiunta dall'Arzawa in questo periodo. La fine della storia di questo popolo,
come di quello ittita e di altri centri principali dell'Anatolia, arrivò pochi
anni dopo, introno al 1180 a.C., con le invasioni dei Popoli del Mare che
misero a soqquadro tutto il Vicino Oriente e determinarono la fine del sistema
di palazzo e dell’età del Bronzo.
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