mercoledì 24 ottobre 2018

Archeologia subacquea. Individuato e fotografato un relitto del V secolo a.C. nel Mar Nero.


Archeologia subacquea. Individuato e fotografato un relitto del V secolo a.C. nel Mar Nero.

Nel Mar Nero è stato individuato il relitto di una barca lunga 23 metri a 2 km di profondità. Le particolari condizioni sottomarine l'hanno conservata bene. Risale al V secolo a.C. Non può essere recuperata con le attuali tecnologie. Ci accontentiamo di vederla perché è quasi intatta. Si tratta di una nave commerciale scoperta da un team d’archeologi guidati dal britannico Joe Adams nell’ambito di un programma di ricerca sottomarino denominato Black Sea Maritime Archaeology Project. A darne un’anticipazione è il Guardian, in attesa della proiezione, al British Museum di Londra, di un documentario girato durante i lavori d’indagine. Il reperto, non recuperabile con le moderne tecnologie, è completo di albero, timone e postazioni per i rematori. Il suo perfetto stato di
conservazione è dovuto alle condizioni di mancanza d’ossigeno a quella profondità.

«Una nave sopravvissuta intatta dall’epoca classica, a 2 km di profondità, è qualcosa che non avrei mai creduto possibile vedere», ha raccontato al Guardian il professor Adams. «Si tratta di un ritrovamento che cambierà le nostre conoscenze e la nostra comprensione delle attività di cantieristica e della marineria del mondo antico», ha aggiunto con emozione.
Per la datazione è stato eseguito un test al carbonio 14, affidato ai ricercatori dell’università inglese di Southampton che hanno analizzato piccoli pezzi del relitto riportati in superficie. E anche questo esame ha confermato che la barca risal.e al V secolo a.C.

Un’indicazione che trova del resto un’ulteriore - e ancor più suggestiva - testimonianza nel disegno raffigurato su un vaso contemporaneo, della collezione del British: il “Vaso delle Sirene”, in cui appare il profilo di un’imbarcazione, simile al relitto del Mar Nero, che rappresenta la nave di Ulisse al momento dell’incontro con le Sirene narrato da Omero nell’Odissea.
Adams ha confermato che riportarla in superficie con le attuali tecnologie ne causerebbe la distruzione

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